California con vista playoffs

I due uomini che hanno cambiato i Clippers sono attesi alla prova playoffs

Los Angeles sta rialzando la testa: secondo i giornali della città  sarebbe addirittura l'ultimo baluardo in grado di salvare i playoffs Nba dalla noia. I Los Angeles Clippers sono ai playoffs. Lo riscriviamo perché ne siate certi: i Los Angeles Clippers sono ai playoffs. Dopo una decina d'anni o giù di li: ci vollero Larry Brown a dirigere e Danny Manning a eseguire perché si verificasse l'evento.

I Los Angeles Lakers tornano ai playoffs, dopo una stagione di pausa. Grazie allo zen di Phil Jackson e ai 35 punti a partita di di Kobe Bryant; servono anche quelli per vincere le partite. Un anno fa di questi tempi faceva impressione parlare dei velieri sopra i lacustri, denuclearizzati dal dopo Shaq. "Cosa volete che importi - aveva risposto ai giornalisti il povero Frank Hamblen, coach ad interim dei gialloviola - della rivalità  cittadina se nessuna delle due squadre va ai playoffs."

Quest'anno invece il dualismo è sulla cartina geografica della Nba, con i Clippers a preparare la serie che hanno fortemente voluto contro Denver e i Lakers sulla via per la meno peggio possibile contro Phoenix.

Vista dal lato dei Clippers Chi in questi giorni ha avuto la possibilità  di vedere Elton Brand sostiene che sia più elettrico del solito; l'ex Duke, da sempre considerato il giocatore ideale per racimolare grandi numeri in pessime squadre, sta per fare il primo viaggio ai playoffs. "Non vedo l'ora di cominciare - ha detto ai giornalisti - perché tutti noi abbiamo lavorato sodo per conquistarci questa possibilità " Nell'ultima parte della regular season il giocatore ha dovuto mordere il freno con la sua squadra impegnata a perdere partite per evitare il quinto posto e i Dallas Mavs.

All'ultimo è stato anche tenuto a riposo: "I giocatori arrivano tutti a fine campionato con qualche guaio fisico - ha abbozzato il coach Mike Dunleavy - ecco perché bisogna gestirli per averli al meglio nei playoffs. Questa è la realtà ." Questo per dire di come l'ultimo mese dei Clippers sia sembrato sospetto a più di un addetto ai lavori. Brand comunque, con quasi 25 punti a partita e 10 rimbalzi, è stato l'indubbia forza di questa squadra; per 52 volte in questa stagione è stato il miglior marcatore dai Clippers. Qualcuno sostiene che sia il principe dei sopravvalutati; altri ne ricamano le lodi per il suo atteggiamento "operaio" in una lega sempre più in balia di egoisti e "me first players".

La sua efficacia è comunque fuori di dubbio. Il coach, altro grande artefice di questo miracolo, ha cominciato da lui per plasmare la nuova dura mentalità  del gruppo. Un numero, più di tanti altri lo testimonia: 20 vittorie in trasferta con l'ultima ininfluente sui Mavericks. Record di franchigia tolto, si fa per dire, ai Buffalo Braves del 1975.

Nelle due precedenti annate con il coach ex Portland, i Clippers s'erano fermati a 10-31. "Questo dato fa capire che c'è stato un salto di qualità  - spiega Dunleavy - a livello mentale ma anche di intensità ." Altro aspetto non meno importante l'arrivo di giocatori che sanno stare in campo con talento ed esperienza: Cuttino Mobley che s'è rifatto una "verginità " dopo alcune stagionacce fra Houston, Orlando e Sacramento ma, soprattutto il segreto di pulcinella Sam Cassel.

"Ovviamente è grazie al suo grande talento - l'ha omaggiato Brand - se siamo qui". E d'altronde l'ex campione del mondo alla corte di Rudy Tomjanovich e Hakeem Olajuwon ha sempre fatto questo in carriera: giocate decisive per rendere le sue squadre vincenti. Chiedere a Kevin Garnett per quest'aspetto e, per correttezza, anche per i lati meno edificanti del play.
Cassell va al suo ritmo, specie in difesa, ma un tiro importante nel quarto periodo non lo nega a nessuno.

Nell'ambiente biancorosso Denver è considerata l'avversaria ideale per il vantaggio del fattore campo e per le tre vittorie ottenute in questa stagione. "Dobbiamo contenerne il gioco in velocità  - ha spiegato Dunleavy appena c'è stata l'ufficialità  dell'accoppiamento - e trovare un difensore adatto a fermare Carmelo Antony." I Nuggets quest'anno han vinto una partita, la prima, segnando 31 punti in contropiede; nelle successive tre LA ha contenuto sotto i 20. La serie comincia sabato, nel sottoclou del primo week end. Ma parlare di chiavi tecniche per i Clippers ai playoffs sembra già  fantascienza.

Vista dal lato dei Lakers Cominciano domenica, alle 14.30 dell'Arizona, i playoffs dei Lakers; quella maglia, televisivamente parlando, è sempre un bersaglio di prim'ordine. Anche a El Segundo l'atmosfera è lontana anni luce rispetto a 12 mesi fa; il giorno dopo aver strappato il biglietto per la post season, Kobe Bryant ha fatto l'arbitro alla partitella dai quali erano stati esentati anche Odom e Brown.

Qualche giorno prima Mich Kupchack, che non è simpaticissimo alla tifoseria, e Phil Jackson hanno presenziato all'annuale meeting di fine stagione con gli abbonati. Memori dell'esperienza della passata edizione, i Lakers non avevano previsto la possibilità  di fare domande dirette. Ma quest'anno l'umore dei tifosi è diverso: gli unici fischi se li è presi Shaq O'Neal, quando un abbonato di lungo corso ha chiesto, tramite mail riletta in sala, della possibilità  di rivederlo in California al termine del suo contratto agli Heat.

Sempre in vena di domande cretine, un giornalista ha chiesto al coach se, in questo momento, preferirebbe essere un Laker o un Clipper: "Dipende da chi fa più strada nei playoffs", è stata la risposta scontata.
Rimane il fatto che quest'edizione dei giallo viola ha conquistato 11 vittorie in più di quella dell'ultimo campionato; Kobe Bryant ha chiuso col titolo di miglior marcatore della lega, il terzo della storia della franchigia dopo Jerry West e "The Diesel".

"La gente - ha detto qualche giorno fa Kareem Abdul Jabbar - dà  troppo per scontato quello che fa Kobe." Phil Jackson ha già  cominciato a "preparare la sfida" di primo turno dal punto di vista mentale e psicologico: "Ho visto - ha dichiarato l'ex guru di Michael Jordan - che Phoenix ha giocato alla morte per battere Sacramento (e quindi indirettamente tenere i Lakers al settimo posto ndr), si vede che preferiscono incontrare noi."

In effetti, nell'unica vittoria stagionale dei californiani contro la squadra di D'Antoni, sono state fondamentali le assenze contemporanee di Nash e Bell. Il bilancio totale delle ultime due stagioni parla di una sola vittoria e di sette sconfitte per LA.
"Fin dall'inizio della stagione - ha spiegato Bryant in conferenza stampa - abbiamo sentito dire che non saremmo arrivati ai playoffs; ora ci siamo molti dicono che non abbiamo chances di passaggio del turno. Noi non la pensiamo allo stesso modo."

L'ex Lower Marion High School in stagione regolare ha banchettato contro quelli dell'Arizona con 42.5 punti di media in quattro incontri; non è difficile però riconoscere in alcune forzature tipiche del giocatore una delle ragioni delle difficoltà  gialloviola contro il gioco veloce degli avversari.

Questi playoffs sono la festa di Smush Parker,
che dovrà  stare in qualche modo attento a Nash, e di Kwame Brown. Sono soprattutto la festa di Lamar Odom che in questi due anni ha vissuto molti momenti difficili: "E' stato un anno duro - ha spiegato il newyorkese - perché non è facile imparare a muoversi nella maniera giusta nel nuovo sistema di gioco. Io sono un giocatore abituato ad avere tanto la palla in mano." Rispetto all'anno scorso, a questo capitolo, non c'è paragone; il giocatore però, nonostante i progressi che lo stesso Jackson gli ha riconosciuto, non riesce a essere aggressivo su base regolare ed è sempre troppo limitato alla mano sinistra.
La possibilità  del derby Phil Jackson non ha mai perso nelle precedenti 15 serie di playoffs giocate; con tutto il rispetto, le squadre con cui ci si è presentato erano un po' più forti di questa. L'assenza di Kurth Thomas e lo sciagurato "rientro-non rientro" di Amare Stoudamire danno qualche vantaggio in più ai Californiani che, in più privi di Mihm, non hanno nella front line il punto di forza.
Discorso diverso per i cugini che, al fianco di Brand, hanno Kaman, da molti considerato un giocatore in grande crescita: "un possibile All Star", s'è sbilanciato George Karl che in carriera non ha avuto molta fortuna con i centri bianchi.

E' d'obbligo sostenere che i ragazzi di Sterling abbiano più chance di quelli di Buss; è altrettanto vero, come qualcuno ha fatto notare, che stiamo parlando della 12esima e della 15esima difesa della lega. E nei playoffs quest'aspetto conta. Un derby al secondo turno non è del tutto improbabile però; a parole, non lo vogliono i Lakers che avrebbero il fattore campo a favore contro Denver.
Ma non dovrebbero volerlo i Clippers, che contro i Lakers giocherebbero le casalinghe in un palazzetto "ambiguo" come il San Paolo di Napoli ai tempi di Italia - Argentina.

E' indubbio che, al di là  dell'andamento delle ultime due stagioni, i Los Angeles Lakers siano la squadra che fa parlare e palpitare il cuore della città . I Clippers per anni sono stati per anni l'occasione per un paio di risate al bar; e ci vuole tempo per cambiare certe mentalità .
Los Angeles però è l'ombelico del basket Nba, come New York lo è stata per l'Mlb un paio di anni fa: in questo senso la supremazia cittadina è l'ultimo dei problemi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi