Northeast: Montreal ai playoff

Daniel Alfredsson, devastante ala destra di Ottawa

Chiuso il capitolo della regular season NHL la Northeast Division è riuscita a portare ai playoff ben tre squadre, come del resto ha fatto l'Atlantic a est proponendo il terzetto rappresentato da New Jersey, New York Rangers e Philadelphia, nonostante i problemi di un gruppo che già  a metà  campionato aveva eletto le sue squadre delusione, forse anche dell'intera NHL.

La bocciatura di Boston e Toronto sono frutto soprattutto di scelte di mercato sbagliate e di una gestione non molto chiara dei giocatori in funzione del nuovo tetto salariale presente nella NHL, fattore che ha penalizzato soprattutto i Maple Leafs, incapaci di risolvere in tempi brevi i problemi che la squadra si è portata dietro per tutta la stagione.

E' vero, Toronto ha perso i playoff per soli due punti a favore dei campioni di Tampa Bay, ma è anche vero che forse i canadesi si sono svegliati tardi, con capitan Mats Sundin impegnato a pensare più alle Olimpiadi che alla sua ennesima stagione da prima stella, lasciando il compito di miglior marcatore della squadra a Brian McCabe per gran parte della stagione.

Il terzino, insieme al compagno di reparto Tomas Kaberle, è stato l'attaccante più pericoloso di Toronto, dividendosi il compito appunto con il collega ceco, all'interno di un gruppo che sembrava aspettare sempre un segno (non si sa da dove") capace di dare una svolta in positivo ad una stagione anonima sotto molti punti di vista.

Finite le Olimpiadi Sundin è tornato ad essere il giocatore guida di Toronto ma ormai era troppo tardi per riuscire a risalire la classifica in maniera decisa nonostante lo svedese abbia chiuso con 78 punti in 70 gare giocate, cifre nella media per Sundin che però non sono servite a molto.

Discorso diverso per Boston, attesa ad un campionato di alto livello che si è invece rivelato difficile per una squadra che credeva di aver fatto le cose per bene in estate, senza però trovare un portiere in grado di fare la differenza.

A dire la verità  i Bruins il portiere lo hanno trovato, ma solo a metà  campionato, quando hanno pescato Tim Thomas, goalie "marinato" nelle minors ma capace di fornire prove sicuramente più consistenti rispetto ai compagni più giovani.

Proprio i due portieri che avevano iniziato la stagione dei gialloneri, Andrew Raycroft e Hanno Toivonen, non erano riusiciti a dare tranquillità , ma soprattutto esperienza ad una formazione che alla fine ha perso 16 partite ai tempi supplementari nonostante un parco giocatori che per molti era di primissimo livello tecnico e tattico.

Il veterano Brian Leetch non è riuscito ad essere efficace, tanto da pensare di tornarsene a Nwe York durante questa estate, mentre forse la botta decisiva l'ha data la dirigenza ad inizio campionato, scegliendo di spedire a San Josè l'uomo franchigia Joe Thornton portando a casa giocatori "normali" rispetto all'ex stella del Davos.

Il solo Sturm è riuscito a fare qualcosa di buono, senza comunque esaltare la piazza, depressa dopo la partenza del loro eroe seguita da quella di Sergei Samsonov, andatosene ad Edmonton dopo che la stagione era praticamente andata già  da un bel pezzo.

Mike Sullivan ha comunque fatto qualcosa di buono, soprattutto in chiave futura, pescando a piene mani dal farm team di Providence da dove, oltre al già  citato Thomas, ha promosso i due migliori attaccanti gialloneri del 2006: Patrice Bergeron e Brad Boyes. I due, a parte qualche sporadica chiamata nella stagione 2003-04, avevano pochissima esperienza NHL, ma si sono rivelati molto utili per tentare di rimanere a galla in un campionato dove Boston sembra aver lavorato molto per il prossimo futuro.

Dicevamo delle tre qualificate. Iniziando dal basso Montreal sembrava tagliata fuori dalla corsa ai playoff, ma il rimescolamento tecnico (Julien silurato per il più severo Bob Gainey, traghettatore per il prossimo incarico a Guy Carbonneau) e alcune scelte tecniche coraggiose per la loro importanza, hanno permesso ai Canadiens di arrivare al post numero 7 del tabellone della Eastern Conference.

Gainey ha messo sul mercato il problematico goalie Jose Theodore, costruendo uno scambio con Colorado e portando in Canada il più tranquillo David Aebischer, reduce da una discreta Olimpiade con la nazionale svizzera e pronto a giocarsi tutto con una maglia pesantissima.

Ora la coppia Heut- Aebischer sembra piuttosto affidabile, anche se lo svizzero ha avuto un inizio difficile e ha perso il possibile ruolo di titolare in un'ipotetica lotta interna. Secondo molti Montreal aveva bisogno di questa scossa interna allo spogliatoio, troppo legato ad un ambiente che vive di ricordi e coccola troppo i propri giocatori pensando di favorirne le prestazione senza pensare invece ad un possibile appagamento dopo i primi successi che non portano a nulla quando ci sono da fare i conti a fine stagione.

Conti che invece sono tornati per i Buffalo Sabres, bravissimi a non sbagliare un colpo in una stagione che non li vedeva certo capaci di diventare la quinta squadra NHL per punti conquistati (110, tre in meno degli Ottawa Senators) nella regular season. Lindy Ruff ha scelto di privarsi del promettente goalie finlandese Mikka Noronen (ceduto a Vancouver), portando a casa una seconda scelta al prossima draft e scegliendo di affidarsi alla coppia Biron- Miller (il secondo è un'autentica garanzia) chiudendo la stagione regolare con 5 vittorie consecutive ( i Sabres hanno vinto 7 delle ultime 9 partite disputate nel mese di aprile).

Buffalo può contare su un gruppo cresciuto in casa durante queste stagioni, anche a causa dell'impossibilità  di operare seriamente sul mercato per i problemi di gestione economica del passato, scoprendosi una squadra capace di poter giocare contro qualsiasi avversario senza timore reverenziali puntando su molti elementi che possono impostante la singola partita in maniera diversa.

Chiaramente Philadelphia è uno squadrone rispetto a Buffalo, ma solo sulla carta, perché i vari Afinoguenov, Briere, Connoly, Drury e Nummelin hanno dimostrato di non temere nessuno.
Poco da dire sugli Ottawa Senators, erano i favoriti e durante il campionato hanno anche scoperto di avere in casa giocatori molto interessanti come i due difensori Brian Pothier e Andrei Meszaros, capaci di fare male anche in attacco, dove invece sono stati letteralmente straripanti Daniel Alfredsson e Dany Heatley, capaci di chiudere la prima parte del campionato con 103 punti a testa, anche se lo svedese ha giocato 5 gare in meno rispetto al compagno canadese.

Alle loro spalle un Jason Spezza finalmente capace di mostrare quanto vale a livello NHL, chiudendo con 90 punti in 68 gare giocate. Ora ci sono i playoff e i Senators sono un po' preoccupati per la tenuta fisica di Dominic Hasek, non ancora ripresosi del tutto dall'infortunio al tendine che lo ha levato alle Olimpiadi.

Il suo infortunio ha lasciato spazio al giovane Ray Emery, chiamato ora alla verifica playoff dopo aver vinto 23 partite delle 38 gare disputate da partente nella gabbia di Ottawa. Ma come sappiamo i playoff sono un'altra cosa.

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