Ultimo quarto: palla a Ben Gordon!
Da qualche anno le due Conference della National Basketball Association sono piuttosto sbilanciate nei valori, con una marcata predominanza delle franchigie della Western.
Da qui un titolo (di cinematografica memoria) che vuole sottolineare come dal lato atlantico non serva collezionare un record vincente per approdare alla post-season.
Oggi solo 4 squadre (Pistons, Heat, Nets e Cavs) si attestano ampiamente sopra il 50% di vittorie, Washington è appena sopra la quota, mentre le altre contendenti per i playoff rischiano di non raggiungere le 41 W al termine della regular season.
Ecco spiegato il motivo per cui i deludenti Bulls di quest'anno possono ancora giocarsi qualcosa in questi ultimi sette giorni: questa è la Eastern Conference e non è una novità .
ULTIMI RISULTATI
In seguito all'ultimo report sui Bulls, il mese di marzo si è concluso con un deludente record di 4 vittorie (pronosticabili) e 5 sconfitte (di cui tre contro rivali dirette).
Così invece il mese di aprile:
01.04 Chicago – Boston 100-94 W
04.04 Chicago – Indiana 102-96 W
05.04 Chicago @Philadelphia 99-92 W
08.04 Chicago – Philadelphia 75-89 L
11.04 Chicago – New Jersey 104-101 W
Rush finale:
tonite Chicago @Atlanta
14.04 Chicago – Washington
16.04 Chicago @Miami
17.04 Chicago @Orlando
19.04 Chicago – Toronto
Record attuale: 36W - 41L (46.8%)
I BULLS E L'OTTAVO POSTO
Rapido riassunto dell'ultimo mese. I Bulls per centrare i playoff devono recuperare su almeno una squadra tra Milwaukee, Philadelphia e Washington ed il calendario sembra favorevole. Indicai nei Bucks la squadra da tenere nel mirino: sbagliavo. Philadelphia perde Iverson per quattro partite che si traducono in quattro sconfitte.
La truppa di coach Skiles non ne approfitta: battuta Portland, seguono 4 pesanti sconfitte contro Miami (all'ultimo secondo!) le dirette antagoniste Milwaukee e Washington, infine Orlando. Sembrava finita. Invece East is East e crollano sotto il 50% non solo i Bucks, ma a grande sorpresa anche i Pacers, che pure hanno recuperato Jermaine O'Neil sotto canestro.
Washington galleggia a fatica, Philadelphia non si riprende del tutto neppure con il rientro della sua star. Anche se gli altri continuano a perdere, quando devi recuperare e il tempo scarseggia non puoi più sbagliare.
Una volta si diceva “quando il gioco si fa duro…” e allora ecco che ad aprile riemerge il carattere dei giovani tori di Chicago, che in rapida successione registrano tre vittorie: prima in casa contro Boston e Indiana, quindi nella città dell'amore fraterno contro Iverson & Co.
Questo successo certifica lo stato di crisi dei 76ers, caduti alla prova del nove, e sancisce il raggiungimento del primo obiettivo della franchigia della windy city: finalmente ottavo posto! Ma bisogna anche mantenerlo e tre giorni dopo si ripropone la sfida contro Philadelphia, questa volta davanti ai propri tifosi.
Esito? Iverson e soci espugnano lo United Center.
E allora? La follia di Marzo tipicamente NCAA (vedi George Mason quest'anno) ha contagiato anche la NBA ed a 7 giorni dal termine della regular season non sono stati emessi ancora molti verdetti ad Est.
Per i playoff 2006 sono in cinque per quattro posti e se Orlando e Boston ci avessero creduto davvero, ora ci sarebbe una bagarre terrificante.
I BULLS, UNA SQUADRA
Nelle ultime 9 partite, i Bulls hanno superato gli avversari con delle ottime prove di squadra. In questo momento molte squadre stanno accorciando le loro rotazioni ad otto o nove giocatori – conferma coach Skiles – noi non abbiamo ancora quel tipo di squadra.
Causa infortuni più o meno gravi, stanno avendo spazio in quasi tutte le partite tutti i dodici giocatori attivi. Tra essi, ad esempio, sta tornando utilissimo alla causa Malik Allen. Nonostante ciò vanno segnalati alcuni bulls particolarmente on fire.
Primo fra tutti Andres Nocioni, che ha collezionato qualcosa come sette doppie-doppie consecutive (striscia aperta) alle voci punti e rimbalzi, ma dando un importante contributo anche negli assist e più in generale in difesa, inoltre è stato tra i pochi a salvarsi nella brutta sconfitta contro i 76ers.
Così l'allenatore dei Bulls commenta la prestazione contro i Nets di ieri – è stata una delle nostre migliori partite sotto tutti gli aspetti, i ragazzi erano in sintonia con il game plan, Ben ha fatto grandi canestri, ma è stato Andres a fare la differenza.
Se per grinta, qualità all-around e intelligenza cestistica l'argentino è forse il migliore dei suoi in questo momento, determinante è anche l'apporto di Ben Gordon. Contro i Nets la guardia di Chicago ha totalizzato 36 punti di cui ben 21 nell'ultimo quarto.
Quando le partite si decidono punto a punto, la precisione nei tiri liberi diventa fondamentale e l'ex miglior sesto uomo della Lega ne ha infilati 19 su 21, di cui otto consecutivi negli ultimi minuti. Anche contro Indiana, Chicago è riuscita a rimontare dieci punti nell'ultimo quarto, periodo in cui Gordon ha realizzato 16 dei suoi 23 punti.
Nella sconfitta allo United Center contro Iverson e soci, invece, il nostro mette a referto un davvero mediocre 3 su 10 dal campo. Le pessime percentuali di tiro ed un disastroso terzo quarto – quest'ultimo problemino già evidenziato da coach Skiles, ma che periodicamente pare riaffiorare – sono le principali cause della sconfitta del big-match di sabato scorso, insieme ad una difesa su Iverson non all'altezza di quella che tre giorni prima l'aveva costretto a 6 su 17 dal campo.
Ma da alcuni difetti cronici si può uscire e Chicago sta dimostrando di essere focalizzata con determinazione playoff. Un motivo su tutti per crederci? Finalmente la squadra ha invertito la tendenza per cui non riesce quasi mai a rovesciare il risultato quando inizia in svantaggio l'ultimo quarto, così come sta imparando a vincere le partite decise negli ultimi secondi.
La versatilità di Nocioni, i punti del go-to-guy Gordon, la solidità e visione di gioco di Hinrich, i rimbalzi che cattura Chandler, l'attitudine difensiva di una squadra che continua a non concedere tiri facili agli avversari, la capacità di sfruttare un'ampia rotazione con buone prove anche da Deng, Duhon, Sweetney, Allen… tutti punti a favore dei ragazzi di Scott Skiles e che possono far ben sperare i tifosi dei Bulls.
L'importante sarà reggere la pressione. Conoscevamo l'importanza della partita e sapevamo che la pressione era tutta su di loro – sostiene Chris Duhon dopo aver sbancato Philadelphia, le stesse parole con cui un 76ers avrebbe potuto commentare il trionfo allo United Center tre giorni più tardi.
Allo stesso modo, la fame di playoff sarà determinante per vincere da qui al 19 aprile, come può confermare Vince Carter nel dopo-gara di ieri. A loro serviva una vittoria e Gordon ha fatto i suoi canestri. Io ho cercato di ottenere una vittoria per la mia squadra, ma questa sera loro l'hanno voluta un pò di più.
PLAYOFF COUNTDOWN
La scorsa notte Vince Carter ne ha fatti 43 allo United Center, ma i Bulls si sono imposti dopo un match combattuto per 48-minuti-48 e la classifica riconsegna loro l'ottavo posto della Eastern Conference, con lo stesso record di Phila (mentre per i Nets è addio al sogno di superare Miami). Mancano 5 partite a tutte le contendenti: da Washington a Boston.
Per i Celtics (32W) è solo la possibilità teorica a non condannarli e possono essere tranquillamente considerati fuori da giochi. Orlando (33W) ha vinto 9 delle ultime 10 partite, grazie al solito Howard e ad un ritrovato Turkoglu.
Ma se anche le vincessero tutte da qui alla fine, hanno pochissime chances di post-season. Philadelphia (36W) deve affrontare tre trasferte consecutive e molto impegnative contro New Jersey, Miami ed Orlando, quindi giocherà l'ultima gara casalinga ancora contro i Nets e la stagione regolare termina a Charlotte contro i Bobcats.
A parità di vittorie con Chicago, si troverebbe dietro per il peggior record contro avversari di Conference. Con Webber attivo “day-by-day” causa problemi alla schiena, c'è poco da stare allegri. Chicago (36W) deve (!) avere la meglio su Hawks e Raptors, Orlando è in gran forma ma i Magic potrebbero essere già eliminati quando ospiteranno i Bulls, le due sfide più ardue avranno Wizard e Heat per avversari. Milwaukee (37W) è reduce da 4 sconfitte consecutive e rischia grosso se non supera Washington stasera; venerdì trasferta a New York contro quel che resta dei Knicks, sabato ritorno a Milwaukee contro Atlanta, lunedì ultima partita al Bradley Center contro l'incubo Detroit, infine trasferta in casa dei Wizards.
Indiana (37W) è la grande sorpresa, nel senso che mai mi sarei aspettato uno schianto così fragoroso, ma il peggio sembra passato, il roster è al completo e il calendario sembra piuttosto facile: Boston e Minnesota in casa, doppia trasferta con visite a Charlotte e Toronto, match conclusivo al Conseco Fieldhouse ospiti gli Orlando Magic.
Washington (39W) è ad un passo dalla qualificazione, dovrebbero bastare 2 vittorie o forse anche solo una. Ma ogni successo in più può valere la conferma del quinto posto. Saranno comunque giorni difficili finché la qualificazione non sarà conquistata, perché di partite facili non ce n'è: @Milwaukee, @Chicago, in casa contro Cleveland e Bucks, gran finale nella tana dei Pistons.
BROKEN BULLS
Uno scontro degno delle comiche di Benny Hill, avvenuto durante la sessione di tiro di sabato mattina, ha messo fuori causa Luol Deng ed il veterano Eric Piatowsky. Entrambi assenti contro 76ers e Nets, dovrebbero tornare disponibili forse già questa sera, partendo dal pino. Stessa sorte per Chris Duhon, alle prese da un mese con persistenti dolori alla schiena. Songalia resta indisponibile per la regular season.
La guardia Randy Livingston è stata rifirmata fino al termine della stagione. Sette giorni per raggiungere i playoff e, se possibile, per guadagnare una posizione diversa dall'ottavo oppure sarà un'impresa vincere una partita ai playoff.