Don Garber: solitamente molto cauto nelle dichiarazioni, stavolta ha un po' esagerato…
Venerdì 7 aprile, in una conferenza stampa, il commissioner MLS Don Garber ha raccolto le domande dei tifosi e ha in pratica assemblato un discorso che toccasse tutti gli argomenti postigli dagli appassionati del soccer made in USA.
Quella che segue è la trascrizione di quanto detto da Garber venerdì. In calce abbiamo esposto le nostre impressioni in merito a quanto emerso, con un'avvertenza: non abbiamo la pretesa di affermare o smentire la veridicità delle dichiarazioni di Garber (anche perché generalmente il commissioner non parla a vanvera), ma alcune sue affermazioni ci sembrano un tantino fuori luogo.
a – Progetti di espansione
"Aggiungeremo Toronto come 13ª squadra nel 2007. Faremo presto un annuncio ufficiale a Toronto con maggiori dettagli, ma siamo davvero eccitati dall'opportunità in Canada.
Inoltre abbiamo ricevuto molte domande su San José e la Bay Area. È nostra intenzione riportare la MLS nella Bay Area con una squadra di espansione il più presto possibile. Siamo in contatto col padrone degli Oakland A's Lew Wolff sull'acquisizione dei diritti per una squadra nella Bay Area.
Per altre città abbiamo parecchie trattative nel paese. Riceviamo parecchie chiamate da potenziali investitori interessati all'espansione MLS; è una cosa che pochi anni fa non sarebbe accaduta.
Philadelphia: è un mercato nel quale abbiamo sempre voluto entrare, ma non avevamo una sede praticabile per una squadra MLS. Recentemente abbiamo intrapreso una collaborazione con la Rowan University come sede di uno stadio per il calcio e per una squadra MLS. Rowan è a circa 20 miglia fuori da Philadelphia, nel New Jersey del Sud. Il preside dell'Università ha guardato all'Home Depot Center (casa dei LA Galaxy e dei CD Chivas, nda) come modello di ciò che vogliono a Rowan. C'è ancora molto lavoro da fare, ma il nostro progetto è avere una squadra nel 2009.
St. Louis: Altro grande mercato per il calcio… siamo in contatto con alcuni investitori per una squadra a St. Louis, ed ognuno di loro ha capito che lo stadio è indispensabile per portare una squadra nella zona.
Il Sud-Est: Molti tifosi chiedono di Atlanta e la Florida. Stiamo pensando seriamente ad Atlanta e ai mercati con popolazioni a maggioranza ispanica. Non ci sono trattative avviate con nessuno ad Atlanta ma teniamo d'occhio quell'area per il futuro. Il presidente MLS Mark Abbott recentemente è stato a Miami e ha incontrato i funzionari del comune e altri partiti interessati. È un mercato sul quale desideriamo ritornare, ma per ora non ci sono progetti specifici.
Phoenix: Non abbiamo progetti di espansione in quest'area nel futuro prossimo, anche se quando la nazionale messicana ha giocato a Phoenix abbiamo avuto un buon responso di pubblico.
Detroit: Altro mercato con potenziale alto, ma al momento non ci sono progetti di espansione a Detroit.
Seattle: continuiamo a tenere monitorato il mercato di Seattle-Tacoma assieme a Portland, ma non ci sono piani di espansione nel NordOvest. È un'area in cui vorremmo entrare, ma dobbiamo essere certi che sia la cosa giusta. Neil Farnsworth e i Seattle Sounders sono una grande risorsa con cui siamo in contatto regolarmente.
Milwaukee: L'ex GM dei Chicago Fire Peter Wilt sta facendo grandi cose a Milwaukee. Continuiamo a lavorare assieme a Peter e il suo gruppo; la rivalità Chicago-Milwaukee sarà una gran cosa.
Hartford, Connecticut: Non ci sono progetti ad Hartford.
Southern Orange County, California: È un grande mercato, ma abbiamo già 2 squadre a LA. Abbiamo già preso contatti con potenziali investitori a San Diego.
Rochester, New York: I Rhinos della USL fanno un grande lavoro e anche se non ci sono progetti specifici, siamo sempre in contatto con Frank DuRoss(proprietario dei Rhinos, nda)."
Su questo argomento il commissioner si dilunga spesso e volentieri, ma è altrettanto spesso sfuggente e vago: è vero che l'espansione è necessaria per aumentare il grado di visibilità della MLS nel paese, ma è anche vero che alcune aree sono più interessanti di altre.
Non si vede quindi perché dovrebbe essere più probabile una squadra a Milwaukee (che peraltro già era data per certa entro il 2008) che una a Detroit o a Seattle, visto che il livello di ricettività per una squadra di calcio è più o meno il medesimo; inoltre c'è da rilevare come i "potenziali investitori" citati da Garber capiscano immediatamente che lo stadio è una conditio sine qua non per la fondazione di una squadra, ma poi regolarmente se ne dimenticano e ci si trova di fronte a situazioni come San José-Houston di quest'anno.
b – Il talento dei giocatori: crearselo in casa o importarlo da fuori?
"Il calcio è un gioco globale e i trasferimenti dei giocatori sono la normalità . David Beckham va dal Manchester United al Real Madrid o Ronaldinho va dal PSG al Barcellona: è nella natura del gioco. Molti nostri giocatori vanno in Europa poi tornano nella MLS e vediamo che talenti anche internazionali come Juan Pablo Garcia dei Chivas USA scelgono la MLS tra altre opzioni.
La nostra attenzione è focalizzata sui giocatori americani e Landon Donovan è un esempio di ciò: avete visto come i proprietari della Lega abbiano fatto quadrato per riportarlo nella MLS. Cerchiamo anche veterani internazionali da portare nella MLS. Claudio Suarez e Youri Djorkaeff sono 2 veterani della Coppa del Mondo che hanno accettato la sfida della MLS e hanno avuto un impatto positivo sul calcio in America. "
L'arrivo di Djorkaeff lo scorso anno e i possibili arrivi di Ronaldo e Beckham nei prossimi 2-3 anni hanno riportato alla mente gli anni (gloriosi?) della NASL, dove c'erano sì stelle piene di talento (alcuni però erano anche alla frutta e oltre), ma mancavano le infrastrutture per far crescere, dietro a quelle stelle, dei veri campioni a stelle e strisce. Le 2 situazioni non sono in alcun modo comparabili, per molti motivi:
1 - esiste una cultura calcistica anche nei college;
2 - la MLS è una realtà solida e in espansione controllata;
3 - le stelle che arrivano (non sono poi molte) arrivano integri e nel pieno della maturità tecnico-agonistica. Se Ronaldo arrivasse l'anno prossimo, sarebbe un grande modello che i giovani americani (e non solo i giovani) potrebbero fare proprio avendocelo in casa.
c – Un sistema di retrocessioni e promozioni renderebbe la regular season più avvincente
"Sfortunatamente il nostro paese non ha le infrastrutture per sostenere il discorso promozione/retrocessione in questo momento. Continuiamo a tenerlo in considerazione, ma probabilmente passeranno almeno 10 anni prima che possa entrare in discussione una formula del genere.
Per ciò che concerne rendere la stagione più avvincente, abbiamo istituito un comitato tecnico composto da allenatori, ex-giocatori, proprietari e anche Bruce Arena che monitoreranno da vicino la stagione 2006 e ci suggeriranno modifiche per la stagione 2007. Abbiamo detto al comitato di fare tutti i rilievi che possano essere necessari. Potreste vedere un formato radicalmente differente l'anno prossimo. Il comitato valuterà parecchie cose, tra cui anche diversi formati per i play-off."
Non ci è molto chiaro come sia possibile che negli USA non ci siano le infrastrutture per organizzare il campionato secondo la logica in vigore in tutti i campionati di calcio del mondo. Diciamo piuttosto che è una questione di cultura: in America nessuna lega sportiva professionistica fa ricorso a questa modalità ; giocano sempre le stesse squadre e ogni tanto c'è qualche espansione, che aumenta il numero di partecipanti.
Questa cosa da un lato è positiva perché ovviamente allarga il numero dei possibili vincitori del titolo, d'altro canto è però deleteria perché produce una naturale dispersione del talento: è una conseguenza che si è già verificata nel basket, nell'hockey e nel football.
D'altra parte, provando a mettersi nei panni dell'americano medio, non si vede perché il calcio debba seguire una modalità differente da quella degli altri sport. Però è vero che parecchie partite della regular season sono senza significato, per cui ben vengano le misure correttive che saranno varate dal comitato citato da Garber, a patto che rientrino nei binari della logica.
d – I giocatori in Nazionale e la compatibilità con la stagione MLS
"Sebbene giocare in contemporanea con il resto del mondo potrebbe funzionare meglio per alcuni aspetti della competizione, ci scontreremmo con alcuni problemi come le condizioni meteorologiche e la programmazione tv. Sarebbe molto difficile giocare a Chicago, Boston, Columbus, Washington, ecc. durante l'inverno.
Sul fronte della Coppa del Mondo, è un privilegio avere i nostri giocatori ed ex giocatori competere nell'evento sportivo più popolare del mondo. La 1ª divisione messicana affronta problemi simili perché laggiù concedono ai giocatori della Nazionale di giocare e allenarsi esclusivamente per la Nazionale durante tutto il periodo delle qualificazioni al Mondiale.
Ciò significa che i giocatori del Messico perdono la maggior parte delle 6 settimane finali della stagione in corso. Ricardo Lavolpe (coach della Nazionale messicana, nda) ha chiamato 26 giocatori, compreso Claudio Suarez dei Chivas USA, e quei giocatori andranno presto in ritiro col Messico. Una volta laggiù, 23 di loro staranno con la nazionale fino alla fine del loro mondiale. Abbiamo fiducia che il mondiale aumenterà il profilo internazionale dei nostri giocatori impegnati e la MLS ne beneficerà a lungo termine. "
Su questo punto non c'è nulla da eccepire: non sarebbe né piacevole né utile vedere partite giocate sul ghiaccio o sotto una tormenta di neve. E allora perché non provare a dividere la stagione in 2 come fanno in Sud America? Giocare da Marzo a Giugno e da Settembre a Novembre (con pausa estiva in Luglio e Agosto) cosa comporterebbe?
Ovviamente bisognerebbe ridurre il numero di partite: ma se sei una lega in espansione e hai bisogno di visibilità devi offrire una disponibilità notevole se vuoi avere esposizione in tv. Perciò è lapalissiano che non si può più scendere sotto le 30 partite di regular season: e per giocare così tanto si ha bisogno di tempo, che non ci sarebbe se la MLS si fermasse nei 2 mesi centrali. Money talks"
e – Ancora sull'espansione
"Ci espanderemo se avrà senso, dentro e fuori dal campo. Il calcio non è come gli altri sport negli USA dove abbiamo un serbatoio di talento globale. L'espansione delle rose a 28 giocatori ci aiuterà perché abbiamo molti giocatori che stanno diventando esperti e giocano nella Reserve Division. Questo porterà un impatto notevole se aumentiamo la profondità del nostro bacino di giocatori."
Che senso può avere ampliare le rose delle squadre a 28 giocatori? Un sacco di gente rischia di non avere spazio per mettersi in luce, a meno di non voler allungare la stagione o creare nuove competizioni o, ancora, trovare posto in competizioni già esistenti: lo stesso Garber giorni fa accennava alla possibilità di creare un posto per una squadra MLS nella Copa Libertadores sudamericana.
Che sia un progetto realizzabile abbiamo qualche dubbio (non fosse altro che per questioni organizzative), ma di certo se andasse in porto un'operazione del genere la MLS farebbe un ulteriore salto di qualità . Ma il vero problema dei roster MLS sono le seconde linee: in rarissimi casi i rincalzi sono all'altezza dei titolari, e questo è un fattore di cui tenere conto seriamente.
f – Obiettivi della MLS
"Il calcio in questo paese ha fatto molti progressi negli ultimi 10 anni, e molte, molte persone hanno avuto ruoli chiave nel successo della MLS. Il nostro obiettivo è diventare la Lega calcistica più importante del mondo e la Lega sportiva n. 1 negli USA. Sappiamo che è una visione ultra-ottimistica, ma per ottenere qualcosa devi puntare in alto.
Abbiamo ancora molta strada da fare, ma stiamo facendo progressi. Avremo 4 stadi solo per il calcio quando a giugno aprirà il Bridgeview e ne avremo 8 per il 2008. Il nostro progetto è avere 16 squadre per il 2010. "
"Visione ultra-ottimistica" la definisce Garber; almeno per ora si tratta di un'utopia bella e buona. Anche qui i motivi sono più di uno:
1 - La religione sportiva degli USA si chiama football; basket e baseball gli si avvicinano, in alcuni Stati c'è persino la prevalenza di uno o dell'altro sulla palla ovale; l'hockey è uno sport seguito (grazie più che altro alla presenza delle franchigie canadesi), ma non si avvicina minimamente al seguito che hanno gli altri 3. Per il calcio c'è la possibilità di radicarsi, di raggiungere risultati lusinghieri (soprattutto se la Nazionale continuerà a crescere), ma da qui a diventare più importanti di football o basket ce ne corre; finora la MLS si è distinta per aver lavorato concretamente senza sparare facili proclami: non distruggiamo tutto ora con dichiarazioni senza senso.
2 - Per quanto la MLS possa crescere e per quante stelle possano nascere sul suolo americano, i campionati europei e sudamericani saranno sempre almeno un passo avanti; per fare un paragone, il campionato italiano di basket è tra i primi in Europa, ma qualcuno si è mai sognato di affermare che è meglio della NBA?
g – L'introduzione dell'eccezione "Franchise Player"
"La Commissione MLS ha analizzato attentamente la possibilità di introdurre l'eccezione salariale per un giocatore. Sebbene sia stato deciso di non attuare ora questa possibilità , continuiamo a tenerla in considerazione e ne discuteremo di nuovo durante l'All-Star Game e durante la MLS Cup 2006. "
In che cosa consisterebbe quest'eccezione salariale, detta "Franchise Player"? Dunque, come sapete il tetto salariale della MLS consiste in 21.6 milioni di dollari in totale per ogni squadra, e fino ad ora non si era mai presentata la necessità di concepire un'eccezione, cosa che invece è norma nelle altre leghe tipo la NBA. Ora però, grazie all'arrivo di Djorkaeff e di fronte all'eventualità di altri "sbarchi" eccellenti, si pone d'attualità la questione, principalmente per il fatto che difficilmente un Beckham, pur se nella parabola discendente della propria carriera, accetterebbe un contratto da poche centinaia di migliaia di dollari; sarebbe anche un declassamento di immagine.
Si fa strada perciò l'ipotesi di un'eccezione che si potrebbe concedere ad ogni franchigia ma per un solo giocatore di altissimo livello, che ovviamente a quel punto diventerebbe il "Franchise Player", ossia il giocatore-simbolo della squadra. Entità e modalità dell'eccezione (quali il discorso legato al raggiungimento di determinati risultati) devono ovviamente essere vagliati con molta attenzione, però un'unica eccezione salariale, pur se di un certo peso, ci sembra un buon compromesso tra la necessità di mantenere bassi i costi e la voglia di evolversi e acquisire credibilità .
Come abbiamo visto molta è la carne al fuoco; sono parecchie le domande che nascono dalle considerazioni di Garber, domande che peraltro sono destinate a rimanere inascoltate finché i Mondiali non ci diranno qualcosa di definitivo sulla salute del calcio negli USA.
alla prossima!!