Boris Diaw non ha paura ad andare dentro contro Ben Wallace!
Quando Diaw prende la palla, non si può prevedere cosa accadrà , tutto è possibile. Muove la "spalding" su e giù, lavora coi piedi, si guarda intorno… poi in un batter baleno, lancia in aria un passaggio perfetto per l'atterraggio via "alley-oop" di Marion. Altre volte finta il tiro, e con due passi si disfa del suo marcatore ed è sotto al canestro per un elegante "lay-up" e non riesci a spiegarti come faccia, visto che non è veloce e non è nemmeno potente di fisico, è solo un 2,03 con 97kg del resto! E, udite udite, gioca da CENTRO!
Forse con un altro giocatore e in un'altra squadra, un tale azzardo sarebbe il sogno di qualsiasi centro o "power forward" avversario della NBA. Con Diaw e i Suns, di fatto, è il peggior incubo. E se non ci credete, provate a chiedere a Yao Ming o a Shareef Abdur-Rahim, che hanno già sofferto la velocità dei Suns e l'intelligenza di Boris quest'anno.
"Fa il lavoro sporco - dichiara Marion – Bisogna riconoscere il suo merito, non tutti sarebbero disposti a difendere gente più alta e pesante di te".
Il talento di questo insolito giocatore è sbocciato al sole dell'Arizona, dopo due anni grigi ad Atlanta dove spesso si allacciava le scarpe per niente. Dai 25 minuti del primo anno, passò ai 18 del secondo con produzioni statistiche che chiunque avrebbe ignorato: 4.5 e 4.8 punti, 4.5 e 2.6 rimbalzi, 2.4 e 2.5 assist. Un giocatore del "montà³n" come dicono in Spagna (si potrebbe tradurre come "un giocatore come mille altri"), dal quale nessuno si aspettava nulla di speciale. Nessuno?
Forse qualcuno se l'aspettava, del resto altrimenti non si spiega perché i Suns chiesero proprio lui per lo scambio di Joe Johnson.
E nonostante tutto, davvero NESSUNO si aspettava un'esplosione del genere. Per farvi capire quanto fosse preso in considerazione Diaw a inizio stagione basta raccontare un piccolo aneddoto.
In un forum dedicato ai Phoenix Suns, un tifoso di Atlanta si azzardava a predire le statistiche di Diaw, premettendo che per lui poteva essere un giocatore molto utile e che gli dispiaceva che l'avessero lasciato andar via. La predizione? 8 punti, 5 rimbalzi e 4 assist. Al giorno d'oggi sembrano numero ridicoli.
Attualmente sulla tabella del francese figura un 13,2 sotto la voce "PPG", 6,7 sotto quella dei rimbalzi e 6,1 sotto quella dei "dishes" come amano chiamarli gli Americani. Attualmente è uno dei soli tre giocatori che hanno sei o più come media sia a rimbalzi che negli assist (insieme a Jason Kidd e LeBron James. Dwayne Wade non rientra di poco nell'elitario gruppo per colpa di un 5,8 nei rimbalzi).
Diventa quasi impossibile trovare parole per definire il suo gioco, D'Antoni ci ha provato: "È fantastico. Boris è speciale, non importa chi c'è in campo né su che superficie si gioca lui sa davvero come giocare a Basket".
E che importa se il suo tiro dalla media distanza continua ad essere discontinuo, per quanto migliorato. Che importa che non sappia tirare da tre quando fa tutto ciò che fa in campo. E non parlo solo delle statistiche già menzionate, potrei parlare del 1,1 a partite nelle stoppate, o il 52% nei tiri dal campo, ma sarebbe riduttivo parlare solo di numeri.
Bisogna vederlo in campo per capire davvero il talento che ha e quando ce ne accorgiamo, capiamo davvero che ne ha così tanto, che i numeri sono quasi ingannevoli. Siamo di fronte a un giocatore quasi unico.
Il suo incredibile talento per distribuire il pallone gli permette di smazzare assist a destra e a manca e a volte qualcuno si dimentica che nella sua squadra c'è già uno che ne da 10,5 a partita. Questo non è altro che il risultato della passione per il suo grande idolo: Magic Johnson. Sarebbe azzardato compararli, ma è ovvio che nel suo gioco ci sia molto del gioco del grande Magic. "Voglio diventare un playmaker - disse a sua madre, una delle migliori giocatrici di Basket francesi della storia - come Magic".
Questa inusuale abilità per un giocatore della sua stazza, unita alla capacità di prendere "ball boards" (come li chiamava il mitico Oscar Robertson) grazie alle sue lunghe braccia, fanno di lui un giocatore "totale", già capace di siglare due triple doppie quest'anno. Una contro Philadelphia con 14-11-13 e una, quella più spettacolare, contro i Mavs: 24-10-10. Una partita nella quale è toccato a Nowitzki (25 punti per lui, ma solo 1 su 5 nell'ultimo quarto) soffrire la difesa del francese. "La parte migliore del mio gioco - dichiarava lo stesso Diaw - è stata la mia difesa".
La sua camminata dinoccolata e il suo viso timido ingannano a prima vista, in campo mette da parte la timidezza e fa sfoggio del suo enorme talento, anche se potrebbe essere più aggressivo. "A volte arriva sotto al canestro e non si azzarda a schiacciare - afferma coach D'Antoni - dovrebbe imparare ad essere più aggressivo".
E non è certo il salto o l'abilità nella schiacciata che gli manca, nel 1999 vinse una gara di schiacciate in un Adidas Summer Camp in Germania ed è facile reperire su internet o su programmi peer-to-peer un video di Diaw in Francia, nel quale fa un paio di schiacciate da "Dunk Contest".
Solo l'aggressività e il tiro dalla media e lunga distanza sono i due difetti da correggere. Quando riuscirà a toglierseli di dosso, sarà definitivamente capace di qualsiasi cosa, chissà , magari anche avvicinarsi al suo idolo Magic. Chi lo sa, nella vita tutto è possibile, proprio come quando la palla arriva nelle mani di quel giocatore francese: Diaw "le fantastique".