Chancey Billups guida sicuro i suoi Pistons verso i playoff.
Con il titolo divisionale già in tasca e quello di Conference ormai ad un passo, i Detroit Pistons si affacciano a quest'ultimo scorcio di stagione con un unico obiettivo ancora rimasto da conquistare: il miglior record assoluto. Attualmente il bilancio tra vittorie e sconfitte recita un eloquente 56-14, che per il momento gli regala il primato solitario nella lega; le inseguitrici più dirette, i San Antonio Spurs e i Dallas Mavericks, sono per il momento tenute a distanza di sicurezza. Quello che in apparenza può sembrare quasi un semplice titolo di prestigio è però molto di più: infatti, regalerebbe ai Pistons il vantaggio campo per tutti i playoff; eventuali Finali comprese. Cosa da non sottovalutare, soprattutto se si pensa quale macchina da vittorie sia Detroit sul campo amico in questa stagione: basti pensare che la sconfitta della scorsa notte con i caldissimi New Jersey Nets, ha interrotto una striscia vincente di partite casalinghe arrivata ormai a 16, ed è stato solo il terzo insuccesso stagionale davanti ai propri tifosi,a fronte di ben trentuno w. Meglio di qualunque altra franchigia.
Nell'ultimo mese c'è stata però una flessione di gioco e risultati innegabile, quanto fisiologica. Mentre stiamo scrivendo il record di marzo è di 9-5, che se confrontato con quelli di altri mesi come gennaio o febbraio lascia capire come questo ultimo periodo non sia stato dei migliori. Anche se non va dimenticato che tre degli ultimi successi sono arrivati battendo Miami,Indiana e proprio Dallas, tre delle più forti formazioni della Nba. Tuttavia quello che i Pistons sembrano aver smarrito, rispetto alle straordinarie prestazioni dei primi mesi, non sono tanto i risultati quanto l'aggressività difensiva e la lucidità in attacco. Entrando nello specifico, per ben due volte nelle ultime uscite Rasheed Wallace e compagni hanno prima ristabilito e poi ribattuto di nuovo il loro peggior fatturato offensivo in termini di punti dal primo novembre a questa parte. Venerdì contro i Pacers si sono fermati a 75 punti, pur vincendo, e due sere dopo a 74, questa volta perdendo, contro New Jersey.
D'accordo, lo spumeggiante attacco non è mai stato il marchio di fabbrica delle ultime edizioni dei Detroit Pistons, ma ciò non toglie che le ultime due performance siano state a dir poco sotto tono, soprattutto in attacco; di ben circa venti punti sotto la media stagionale. Stampa e tv americana, con Scottie Pippen in testa, cercando una risposta da dare a questo calo, neanche troppo netto, hanno individuato il senso di appagamento come la più plausibile. Anche se questa tesi è stata più e più volte smentita sia dai giocatori sia da Saunders.
"A noi non ci importa di segnare tanto. Il nostro obiettivo è far bene in difesa: togliere agli avversari i set offensivi, non lasciargli prendere il ritmo, non lasciargli prendere la palla dove vogliono loro." dice Ben Wallace, lo specialista difensivo della squadra "E ultimamente non lo stiamo facendo. Direi che è ora di tornarlo a fare."
Coach Flip Saunders, invece, da un'altra versione dei fatti: "Noi non siamo in quella situazione dove si deve per forza cambiare il ritmo della stagione. Ci sono solo delle piccole cose che devono essere oliate meglio. Ma ancora la nostra stagione è lunga: potremmo anche disputare altre quaranta partite, playoff compresi. E poi, essendo in una posizione più che tranquilla non sentiamo il dovere di spremerci troppo. Ci dobbiamo anche risparmiare per la post season""
Se proprio vogliamo, queste parole dell'ex capo allenatore dei Minnesota Timberwolves, si potrebbero anche interpretare come uno spiraglio voluto lasciare alla panchina dei Pistons che, prima con Brown ora con Saunders, è ed è stata decisamente sottoutilizzata. Addirittura il quintetto base resta invariato da qualcosa come 71 partite, record assoluto di ogni epoca per la Nba, tanto che i tifosi di Motown lo recitano come fosse il Padrenostro: Ben Wallace-Rasheed Wallace- Tayshaun Prince- Richard Hamilton-Chauncey Billups. E come se non bastasse le rotazioni sono sempre corte e limitate: per conferme chiedere ai vari Delfino o Milicic"Tanto che durante la partita con i Miami Heat, Lindsey Hunter, il playmaker di riserva, è arrivato esplicitamente a chiedere al suo allenatore di dare un minimo di fiducia alla panchina: e Saunders sembrerebbe lo abbia ascoltato davvero, visto che nelle fasi più importanti della partita c'era sempre almeno un "rincalzo" in campo.
Riguardo tale questione si è espresso a caldo il diretto interessato, lo stesso Flip Saunders, che dice: "Io credo che molte altre squadre, la maggior parte, usino molto la panchina perché non gli piacciono troppo i loro quarti e quinti uomini; per noi non è così: noi abbiamo fiducia nel nostro quarto e quinto uomo. E' questa la vera ragione per cui la nostra panchina gioca così poco""
Non sarà una dichiarazione d'amore del coach verso i suoi "panchinari" (se poi effettivamente giocatori come McDyess e Lindsey Hunter così si possono chiamare"), ma è sicuramente meglio di niente. Tuttavia l'ipotesi che Saunders rinunci, anche se per solo una partita, ad uno dei "Fantastici 5", interrompendo così lo storico record, suona ancora piuttosto grottesca. Anche perché, va ricordato, c'è ancora un primo posto assoluto tutto da conquistare.
Sotto questo di vista, un bel balzo in avanti è stato fatto martedì notte sconfiggendo, come accennavamo prima, i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki, in un'entusiasmante confronto finito 97-90 per i padroni di casa. Dopo il brutto stop con i Nets, i Pistons, avevano estremo bisogno di un importante segnale positivo; se non altro per un iniezione di fiducia in vista degli ormai imminenti playoff. Segnale positivo che senza dubbio è arrivato, come testimonia la soddisfazione di Saunders a fine partita:
"Questa era una partita molto importante: noi abbiamo ottenuto una grande vittoria e loro hanno subito una grande sconfitta. I Mavs stanno ancora lottando con San Antonio per la prima posizione ad Ovest, e noi stiamo cercando di mantenere il nostro ritmo. E' stata decisamente una gran partita."
L'eroe della serata è stato Chauncey Billups che con 31 punti e 11 assist si è confermato come una delle vere colonne portanti di questa squadra: contro i texani è andato infatti per la ventiquattresima volta in questa stagione in doppia-doppia; solo Steve Nash e Jason Kidd hanno saputo far di meglio tra le guardie. Il playmker è anche alla sua migliore annata in Nba sin da quando vi è entrato nel 1997: rispetto alla media in carriera prima dell'inizio di questa stagione, infatti, i suoi punti sono passati da 13.6 a 18.9, mentre gli assits da 4.6 a 8.7. Inoltre con Richard Hamilton forma la quinta coppia di guardie più prolifica dell'intera lega, con 39.5 punti di fatturato offensivo in totale. Non stupisce, quindi, che per il premio di MVP si stia pensando giustamente anche a lui.
Dopo la bella prestazione ha così commentato:
"Era una di quelle partite che bisognava vincere a tutti i costi. Come del resto per Dallas. Potrebbe essere molto importante questo successo, ma allo stesso modo l'effetto potrebbe finire con una sconfitta."
Confrontando i numeri generali della scorsa stagione con quelli dell'attuale, salta subito all'occhio il non trascurabilissimo dato di fatto che ci fa notare come questi Pistons, almeno statisticamente, siano ancor migliori di quelli che l'anno scorso, guidati dall'attuale coach di New York, sfiorarono un clamoroso back-to-back, perdendo il titolo solo in una drammatica gara-7 di Finale contro gli Spurs: tanto per cominciare la media di punti a partita è incrementata dai 93.3 dell'anno scorso ai 96.7 di quest'anno. Anche la percentuale di tiro dal campo è cresciuta, insieme a quella delle triple: la prima è passata da .444 a .452, mentre la seconda da .345 a .385. Gli unici campi statistici dove a vincere il confronto è la squadra di coach Larry Brown, non a caso, sono quelli difensivi: la stagione scorsa, infatti, i Detroit Pistons concedevano agli avversari una percentuale di tiro di .430 mentre ora è salita a .450, il che li ha fatti scendere dalla quinta alla dodicesima posizione in questa speciale classifica. Sostanzialmente invariati, sono invece i punti subiti, anche se, pur sempre leggermente, danno ragione ai Pistons edizione 2004/05: 89.5 contro 89.6. Vedremo se questa volta riusciranno però a cambiare il finale.
Finisse ora la stagione regolare, e cominciassero domani i playoff, Billups e compagni, si troverebbero ad affrontare come primo turno i Philadelphia 76ers: proprio come accadde dodici mesi fa. In quell'occasione, Detroit, sconfisse Philly con un netto 4-1, e cominciò da lì la cavalcata verso le Finali di giugno. Ovviamente dalle parti di Auburn Hills ci metterebbero la firma per rincontrare ancora i non proprio brillantissimi Sixers di Iverson e Iguodala, ma se le cose dovessero continuare così è improbabile che la squadra della Pennsilvanya riesca a mantenere l'ottavo posto fino a fine aprile, visto il periodo di crisi che stanno avendo"
Intanto per la fine della stagione regolare, i Pistons, hanno in calendario ancora undici incontri, di cui sette in casa.. Ci sono però almeno altre tre partite impegnative, con Miami, di nuovo Indiana e Phoenix. Per il resto non ci dovrebbero essere particolari insidie per i ragazzi di Saunders, che hanno inanellato la quinta stagione consecutiva con più di cinquanta vittorie. Il miglior record della storia della franchigia, 63 vittorie e 19 sconfitte targato Pistons 1988/89 (quei stessi Pistons che poi avrebbero vinto il titolo), è ancora abbordabile, e raggiungerlo sarebbe solo l'ennesimo traguardo di questa quasi irripetibile stagione. Ma come dice Ben Wallace: "The Finals are our true goal." "Le Finali sono il nostro vero obiettivo" Parola di Piston.