Spurs padroni ad Ovest

Tony Parker è il vero trascinatore degli Spurs quest'anno…

I San Antonio Spurs riagguantano la prima posizione della Western Conference dopo un mese di lotta serrata con i sorprendenti Dallas Mavericks di Avery Johnson. Il parziale di 11 vittorie nelle ultime 13 partite è stato decisivo per Tim Duncan e soci che, approfittando della sconfitta dei ragazzi di Marc Cuban contro i New Jersey Nets della scorsa notte, tornano ad assaporare il primo posto del seeding della costa occidentale.

Da sottolineare come ancora una volta gli aspetti positivi abbiano sopravanzato di gran lunga quelli negativi. Di notevole spessore, infatti, è stata la qualità  dei giochi (sia difensivi che offensivi) espressi dagli uomini di Gregg Popovich che, in alcune occasioni particolari, hanno davvero fatto impazzire gli appassionati di questo gioco.

Indicative più di altre, da questo punto di vista, sono state le prestazioni contro i Memphis Grizzlies e il back-to-back contro i Phoenix Suns di Mike D'Antoni. Altro grande match è stata poi lo scontro diretto contro i Mavs di Dirk Novitzky, partita questa che ha dimostrato, ove ce ne fosse bisogno, chi ancora comanda nel "nuovo West".

Quello dei nero-argento però non è stato un cammino privo di difficoltà  ed imprevisti: particolare ad esempio il fatto che Los Angeles Clippers e Lakers (non proprio il top della NBA ultimamente) siano state le uniche due franchigie in grado di interrompere l'incredibile cammino sperone.

I risultati
24 febbraio: Memphis Grizzlies - San Antonio Spurs = 80-83
25 febbraio: San Antonio Spurs - Golden State Warriors = 92-75
27 febbraio: San Antonio Spurs - New York Knicks = 121-93
2 marzo: San Antonio Spurs - Dallas Mavericks = 98-89
4 marzo: San Antonio Spurs - Portalnd Trail Blazers = 101-81
6 marzo: Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs = 96-103
7 marzo: Los Angeles Clippers - San Antonio Spurs = 98-85
9 marzo: Phoenix Suns - San Antonio Spurs = 93-117
10 marzo: San Antonio Spurs - Los Angeles Lakers = 92-100
12 marzo: San Antonio Spurs - Houston Rockets = 88-81
14 marzo: San Antonio Spurs - New Orleans Hornets = 96-81
17 marzo: San Antonio Spurs - Phoenix Suns = 108-102
18 marzo: Houston Rockets - San Antonio Spurs = 92-77

Record dell'ultimo mese: 11W-2L
Record al 20 marzo: 52W-14L

Gli aspetti positivi:
Come dicevamo poco sopra, ancora una volta, in questo ultimo mese, la squadra ha fornito prestazioni brillanti mostrando per lunghi tratti una qualità  collettiva molto alta. Ovviamente tutto ciò ha comportato un elevatissimo rendimento delle principali stelle nero-argento che nell'ultimo mese hanno brillato continuamente di luce propria.

Il trio delle meraviglie, Duncan-Parker-Ginobili è tornato dunque a dettare legge, assistito nel momento del bisogno dai vari comprimari che periodicamente si sono aggiunti allo spettacolo texano diventando per alcuni minuti protagonisti assoluti.

Ecco dunque Robert Horry che, riattivando la sua innata intelligenza cestistica, ha cominciato a scaldare i motori in vista di una bollente post-season; ecco Michael Finley che, con la sua precisione al tiro, ha contributo molto spesso ai parziali dei campioni del mondo; ecco l'insapettato Nazr Mohammed che in alcuni frangenti (30 punti e 16 rimbalzi nell'ultimo confronto con i soli dell'Arizona) ha ricordato un certo ammiraglio del passato.

Ultimamente molti hanno parlato di Tony Parker MVP. Attenzione, non si tratta affatto di un'eresia. Il francesino sta mettendo in piedi una stagione dai numeri incredibili: 19.2 punti, 3.3 rimbalzi, 5.8 assist di media a partita. Statistiche impressionanti che confermano in maniera inequivocabile come la continuità  non sia più un problema per il playmaker franco-belga.

L'aspetto che però sorprende in maniera particolare è la qualità  fornita alla causa sperone da TP: la maggior parte dei suoi punti, infatti, viene realizzata all'interno dell'area pitturata e questo avviene a prescindere dall'avversario o dagli avversari che periodicamente si frappongono tra lui e il canestro. Proprio quest'ultimo aspetto non deve essere trascurato soprattutto perché stiamo parlando di un playmaker di 188 cm., altezza questa che non ha però limitato l'efficacia del 24enne di origini francesi.

Parker ha infatti sviluppato un'innata velocità  in penetrazione che gli ha permesso di rendere più efficaci i suoi modi per concludere l'avvicinamento al canestro avversario: estensione piena, "tear drop" o movimento impossibile (che spesso porta al canestro più fallo) quelli utilizzati con più frequenza. A tutto questo bisogna poi aggiungere la miglior percentuale al tiro raggiunta da Parker nel corso di questa stagione: l'anno passato il play si attestava al 48% dal campo, oggi siamo al 54% con un mese ancora di regular season da affrontare.

Accostare il nome di Parker al premio più ambito (l'MVP) sarebbe dunque un'eresia? Crediamo proprio di no.

Di notevole impatto è stato anche il mese di Tim Duncan. Difficile dire se la fascite plantare non sia più un problema per il caraibico anche perché il ragazzone delle isole vergini non è molto incline a far trapelare qualcosa che lo riguardi, eppure ultimamente Timoteo ha ricominciato a macinare gioco e ha effettivamente recuperato uno standard accettabile in vista della post season. Soprattutto nel difficile match contro i Phoenix Suns, Duncan ha dato l'impressione di essere tornato, sia nel bene che nel male (i maledetti liberi a spazzaneve) quello della passata stagione: 20 punti (9/17 dal campo e 2/7 ai liberi), 13 rimbalzi e 7 assist.

Ma un ragionamento merita attenzione particolare: Duncan quest'anno, anche per effettivi problemi fisici, sta giocando più di squadra. Lo dicono i meno punti messi a referto rispetto alla passata stagione (18.8 contro 20.3) e lo dicono soprattutto i più assist realizzati e serviti ai compagni (3.3 contro 2.7). Forse anche in questo sta l'estrema intelligenza di un uomo e di un giocatore che consapevole dei propri limiti ha deciso di non intestardirsi, ma di mettersi a disposizione della squadra. Un applauso dunque a Duncan.

A buoni livelli è anche tornato Manu Ginobili che però nell'ultimo match contro Houston è rimasto in panchina. Ha giocato alla grande invece contro i Suns di Mike D'Antoni regalando al proprio coach e ai propri tifosi una prestazione brillante: 14 punti (4/9 dal campo, 2/4 dall'arco e 4/4 ai liberi), 4 rimbalzi e 5 assist in 29 minuti di gioco. In generale si è tornati ad osservare un buon Ginobili che nell'ultimo mese ha quasi sempre toccato la doppia cifra nei punti.

Di certo rispetto allo scorso anno viene utilizzato meno (27.9 contro 29.6 minuti di media) e questo ha portato ad un decremento dei numeri dell'argentino, condizionato in maniera importante dagli infortuni di inizio stagione. Non è un segreto però che Gregg Popovich stia facendo tutto il possibile per recuperare l'ex Reggio Calabria in vista dell'inizio della post-season.

La panchina come al solito rientra a tutti gli effetti nel settore degli aspetti positivi. Detto della straordinaria prestazione di Mohammed contro i Suns, lo scorso 17 marzo, bisogna ricordare anche il notevole apporto che Michael Finley sta fornendo alla causa nero-argento. 22 punti (8/8 dal campo e 4/4 dall'arco) in 22 minuti contro i derelitti New York Knicks; 21 punti in 26 punti in casa dei Los Angeles Lakers, 15 punti in 26 minuti contro gli Houston Rockets (il 12 marzo), 13 punti in 24 minuti contro Phoenix Suns.

Non solo Finley però. Brent Barry (cinque volte sopra la doppia cifra nell'ultimo mese), Beno Udrih (sei volte sopra i 10 punti nelle ultime otto gare) e Robert Horry che al di là  della squalifica rimediata per lo strattone a Dick Bavetta in occasione della sfida ad alta tensione contro i Dallas Mavericks, è tornato a svolgere quel ruolo che gli compete nei mesi finali della regular season.

Gli aspetti negativi:
Ma dunque è possibile trovare qualcosa di negativo in questa squadra? Possibile che San Antonio possa cavalcare senza problemi verso il quarto anello negli ultimi otto anni? Innanzitutto si può dire che qualche calo di tensione c'è stato; le due sconfitte contro le due franchigie di Los Angeles sono lì a testimoniarlo.

Eppure non si può chiedere ad una squadra, per quanto perfetta possa essere, di mantenere sempre lo stesso standard per un lungo arco di tempo. Undici vittorie nelle ultime tredici gare è un record che in molti vorrebbero ottenere e che comunque ha permesso a San Antonio di riconquistare il primo posto nel seeding della Western Coference. Fatto quest'ultimo da non sottovalutare in quanto la prima posizione permetterà  agli Spurs di affrontare una squadra più abbordabile al primo turno (Lakers, Sacramento o New Orleans) potendo dunque presumibilmente affrontare nel migliore dei modi Dallas in un secondo round infuocato.

Il futuro:
In quest'ultimo mese agli speroni è rimasto un ultimo obiettivo: approfittare del calo di forma dei Detroit Pistons e guadagnarsi la prima posizione assoluta della lega. Avere il fattore campo in una molto probabile finale, proprio con i ragazzi di Flip Saunders, non sarebbe un vantaggio di scarso valore visto come sono andate le cose la passata stagione.
Ad oggi, 20 marzo 2006, ad un mese dal termine della regular season si parte quasi in parità : 52W-14L per gli Spurs, 52W-13L per i Pistons. Che la volata abbia pure inizio!!!

21 marzo: San Antonio Spurs - Golden State Warriors
22 marzo: Denver Nuggets - San Antonio Spurs
24 marzo: Portland Trail Blazers - San Antonio Spurs
26 marzo: Seattle Sonics - San Antonio Spurs
28 marzo: Los Angeles Clippers - San Antonio Spurs
30 marzo: Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs

Stay Tuned

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