Improvvisamente Kings

C'è poco da dire: l'arrivo di Artest ha segnato il capovolgimento della stagione dei Kings

Gettiamo la maschera; chi scrive non ha evidentemente capito niente della stagione di Sacramento.

Nel momento in cui sembrava che certi nodi dovessero venire al pettine, è arrivata invece l'accelerata che per ora ha cambiato la stagione; di certo era difficile prevedere 8 vittorie nelle ultime 10 partite, per un record che, da inizio febbraio dice 15-5.

Detto questo, fa una certa impressione vedere i Kings al settimo posto della griglia dei playoffs ad ovest; aveva ragione Brad Miller che, ancora 10 giorni fa prendeva in giro i compagni che tenevano d'occhio i risultati degli Hornets e riptendo "in un modo o nell'altro andremo ai playoffs"

A completamento della gioia dei tifosi, è venuta la vittoria che ha sancito l'attuale settimo posto, ottenuta contro i Los Angeles Lakers, che non sono mai un avversario qualunque.

Se qualcuno si sta chiedendo perché la squadra va bene, la gara contro Los Angeles è la miglior spiegazione possibile: Mike Bibby ha segnato 29 punti con il solito istinto che, dal 2002, gli fa giocare le gare migliori proprio contro i gialloviola. Ron Artest ne ha segnati 28 in 47 minuti ma il capolavoro lo ha fatto in difesa: non devono infatti ingannare i 30 punti di Bryant, molti dei quali ottenuti a partita abbondantemente conclusa, e con 12 su 28 al tiro.

Per la verità  un dato ancora più interessante al proposito ci sarebbe: Kobe ha segnato solo 2 punti in un primo quarto chiuso dai Lakers in vantaggio 31-24. Con il figlio di Jelly Bean in panchina, l'ex Pacers ha segnato 13 punti in 4 minuti, ribaltando di fatto la partita. "Il ragazzo (Artest ndr)- ha detto Bryant dopo la partita – gioca prima di tutto in difesa: per questo ora i Kings sono una squadra molto più aggressiva."

Se la gode Rick Adelman che, per ora, ha l'unico problema della gestione del minutaggio del newyorkese: "Non avrei voluto - ha detto il coach dopo la vittoria sui Lakers - tenerlo in campo così tanto. Però è indubbio che ci da un'energia alla quale è difficile rinunciare." Tanto che al momento dell'uscita definitiva dal campo, più che altro per dare al pubblico la possibilità  di applaudirlo, Artest s'è lasciato andare ad un "Come on, I fill good (Eddai, sto bene)".

D'altronde è un po' nelle corde dell'ex allenatore dei Trailblazers cavalcare i suoi giocatori di riferimento e tenere una rotazione accorciata. Contro i Lakers anche Miller e Bibby sono andati oltre i 43 minuti; il discorso è diverso per Martin e Thomas che, al momento, con l'infortunio di Garcia, sono gli unici ad avere in Rahim e nel rientrante Wells cambi credibili.

Si tratta d'altronde di un sistema che sta dando molto se pensiamo che tutti gli starter sono andati in doppia cifra con Los Angeles, tirando col 55% totale dal campo.

"Mi spiace - ha spiegato Adelman - per giocatori come Corliss (Williamson). Penso che nelle prossime partite avremo bisogno di tutti. Però al momento questa rotazione è la più efficace." Anche perché in questo modo Sacramento ha sempre in campo giocatori che non offrono punti di riferimento alle difese, togliendo pressione a Bibby. La cosa si è vista in maniera decisiva nella vittoria, 85-80, contro Dallas, quando il tiro decisivo è venuto da Kenny Thomas. Un tiro da spaccacuore che ha danzato a lungo sul ferro prima di entrare.

Ultimo, ma non meno importante, fra gli elementi che hanno determinato il "ribaltone" è un cambiamento deciso nell'atteggiamento: "E' stata una partita fondamentale - ha commentato Bibby dopo la gara coi Mavs - che abbiamo vinto perché probabilmente ne avevamo più bisogno di loro." "Mi sembra che stasera Sacramento abbia mostrato una voglia di lottare maggiore della nostra. Un complimento notevole perché viene da Avery Johnson, un coach che enfatizza sempre molto quest'aspetto.

I Kings stanno mettendo una passione, un'aggressività  come dice Bryant, che non è nemmeno paragonabile a quella delle prime 35 partite. Lo si nota anche dalle piccole cose, dal modo in cui i giocatori hanno preso il "tiraccio" di Nowitzky che a metà  partita aveva ridotto il vantaggio a soli 9 punti. Cosa sia scattato non è ben chiaro, perché prima no ed ora si. E comunque non potete certo pretendere di saperlo da chi di questa stagione non ha capito nulla.

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