Andrea Bargnani. prossima fermata NBA?
È strano che nella NBA Globale del terzo millennio, quella in cui un biondone tedesco è candidato al titolo di Mvp stagionale, quella in cui un francesino gioca come Magic Johnson e un altro vince anelli e se la spassa con la stella del vostro telefilm preferito (Eva Longoria, ndr), quella in cui un russo riporta in vita la statistica del 5X5 e quella in cui un catalano, oltre a segnare punti a raffica, segna anche la moda della barba da boscaiolo del Montana.
Last but not least, la scoperta che due gioiellini dei Bulls potrebbero presto giocare per far contenta la Regina e tutto il Regno Unito.
E noi? In passato ci sono stati Rusconi ed Enzino Esposito con alterne fortune, per fare un eufemismo, Meneghin e il Pozz ci sono andati vicini tentando la via completa della Summer League. Ma forse è arrivato il momento che uno dei nostri venga riconosciuto come talento puro e cristallino tanto da essere proiettato, ad oggi, tra le prime cinque gemme del prossimo Draft.
Se non l'avevate capito, stiamo parlando di tale Andrea Bargnani, classe '85, romano e cresciuto nella Stella Azzurra Roma proprio come chi ci ha provato prima di lui senza successo, Angelo Gigli, che ha passato un'intera serata nella Green Room del Madison senza sentir chiamato il proprio nome dall'avvocato Stern.
Il ragazzo è entrato nei radar degli scout americani dopo l'Hoop Summit 2004, una partita tra i migliori liceali made in usa e i migliori talenti mondiali, guidati dal nostro Sandro gamba. Andrea impressionò tutti, persino noi che non eravamo al corrente di possedere un diamante tra tutti i nostri gioielli: era il momento in cui apparivano i vari Gigli, Belinelli, Mancinelli, ma nessuno sapeva di questo autentico prospetto, a parte Ettore Messina che lo allenava e quel genio di Maurizio Gherardini, il GM trevigiano, che lo aveva scoperto e portato a crescere nella miglior cantera del basket italiano, Treviso appunto.
Sulle qualità del ragazzo proprio non si discute, il paragone con Dirk Nowitzki è un po' affrettato ma non così sbagliato perché, come il tedescone di cui sopra, Andrea ha un tiro mortifero da distanza illimitata, per ora solo piazzato, fa un po' più fatica se deve mettere palla per terra.
Nonostante ciò è migliorato nella penetrazione, dal centro o dalla linea di fondo, per chiudere in lay-up o con schiacciata. Non ha molto mid-range game, il gioco tra la linea da tre e la vernice, ma ricordiamoci che ha solo 20 anni e gioca da due stagioni stabilmente in Eurolega, mica il campionato serbo.
Il riferimento non è casuale perché viene spontanea la paura che possa essere il nuovo Milicic: impossibile, per tre motivi. Questo ha la testa sulle spalle, ha voglia di sudare in palestra e di migliorare continuamente e gioca, e sottolineo, gioca da tre stagioni nel miglior campionato d'Europa e in Eurolega lasciando tutti, scout compresi, a bocca aperta.
Nonostante tutto, il Mago ha diverse cose da migliorare e parecchio: la difesa, il gioco spalle a canestro e l'esperienza. Per l'ultima arriverà con il tempo anche se, per quello che ho già detto, il ragazzo sembra pronto e in ogni intervista ribadisce "I feel no pressure" . Per quanto riguarda la difesa, il ragazzo ha ampiamente dimostrato di essere più che un discreto stoppatore (1.4 gm) dal lato debole ma è piuttosto lento negli scivolamenti laterali, soprattutto contro i 3-4 più bassi e rapidi.
Spalle a canestro va costruito da zero mentre fronte è già ora uno dei migliori d'Europa, tira benissimo da tre (38.2%) per uno di 211 cm, non va male da due (67.5 %) e, per un lungo, è mortifero dalla lunetta (82.3 %).
In serie A viaggia a 11.6 punti in meno di venti minuti a partita e nella gara contro la "sua" Roma, ha messo il suo career high di 25 punti in 28 minuti: pazzesco! Ora come ora è difficile stabilire come potrebbe essere il suo impatto nell'Nba perché dipende da molti fattori: l'ambientamento al cambio di lifestyle, la città e la squadra che lo scelgono, l'allenatore che trova.
Aldilà dell'oceano il suo ruolo è più tre che quattro ma con quei 211 cm potrebbe anche fare il centro tattico come fa Diaw a Phoenix o lo stesso Nowitzki a Dallas. Dato che queste due squadre non hanno una chance di prenderlo, credo che le migliori situazioni possano essere Seattle, per la città e il gioco della squadra, molto perimetrale, Portland e i Bulls. Una speranza è che non finisca nella baraonda di Atlanta o ai Knicks, dove troverebbe un anti-europei come coach Brown e una città che lo sbranerebbe vivo.
Forse è arrivato il giorno in cui non saremo conosciuti nel mondo solo per Ferrari, spaghetti e Monica Bellucci, ma anche per avere una stella Nba.