Antero Niittymaki, un giocatore speciale…
Reduci da una scorpacciata di (grande) hockey olimpico, da inveterati appassionati ci siamo ormai rituffati in una NHL che si appresta a lanciare la lunga volata verso gli agognati Play Off. E la rubrica "All'ombra delle stelle", anche lei al rientro dopo la pausa a cinque cerchi, non poteva che essere dedicata a un giocatore che, tra tante stelle (appunto), si è rivelato una delle sorprese più liete del torneo: Antero Niittymaki.
Assurto improvvisamente a titolare della nazionale finlandese in seguito alle rinunce di Miikka Kiprusoff e di Kari Lehtonen e all'infortunio di Hannu Toivonen, Niittymaki è sembrato impassibile nello scendere sul ghiaccio e nell'infilare una brillante prestazione dopo l'altra.
Proprio questa capacità di vivere le tensioni dell'hockey professionistico in maniera spensierata, di dimenticare un errore facendo spallucce laddove un altro atleta rischierebbe di entrare in una crisi profonda, è forse il tratto caratteriale che più ha influito sulla sua ascesa. Un momento, in particolare, descrive alla perfezione Antero Niittymaki.
Il 14 ottobre 2005 i Philadelphia Flyers incontrano i Pittsburgh Penguins. Tra i pali viene schierato Niittymaki, alla sua seconda presenza stagionale, la quinta in carriera nella NHL. A otto minuti dalla fine i Flyers conducono per 5 a 4 quando Maxime Talbot, centro dei Penguins, da centropista decide di appoggiare il disco nel terzo di difesa avversario per favorire il cambio delle linee. Non sa ancora che così facendo segnerà il suo primo gol in carriera: Niittymaki sta ammirando un replay sullo schermo gigante e lascia passare il disco alle sue spalle.
Sostituzione, panchina a vita, leghe minori? Niente di tutto questo. Nel tempo supplementare Antero compie una parata straordinaria su Mark Recchi e tira un sospiro di sollievo quando, dall'altra parte, Mike Rathje realizza la rete della vittoria. Di ritorno negli spogliatoi i giornalisti sono in agguato ma la sua dichiarazione, rilasciata con un sorriso innocente, è memorabile: “L'azione di Forsberg era troppo bella, sarebbe stato un peccato perdere il replay”.
E il casco? Non avete mai osservato attentamente le decorazioni del suo casco? Un losco figuro fa capolino dai lati della sua testa. Non capendo come mai i suoi compagni di squadra improvvisamente cominciassero a chiamarlo Frankie, Niittymaki indaga e scopre che il soprannome è dovuto a Frank Nitti, sanguinario e temutissimo gangster del clan di Al Capone. Con la stessa disarmante semplicità con la quale un portiere raffigurerebbe Topolino sul casco, il buon Antero decide di portare in giro per il Nordamerica l'effigie di uno dei killer più spietati del XX secolo.
Nato il 18 gennaio 1980 a Turku, la città più vecchia della Finlandia, Antero Niittymaki approda all'hockey professionistico nella stagione 1998-99 proprio nella squadra della sua città , il TPS Turku. Agli inizi, però, deve accontentarsi di fungere da terzo portiere, alle spalle di (guarda un po') Miikka Kiprusoff e Fredrik Norrena.
Con la partenza del primo per gli Stati Uniti le presenze di Niittymaki aumentano sensibilmente e, anzi, alla conclusione della stagione 1999-2000 si aggiudica lo Jarmo Wasama Memorial Trophy quale miglior rookie del campionato. Al termine di altre due stagioni ad altissimi livelli in Finlandia, nel 2002 Antero tenta il grande salto e raggiunge l'organizzazione dei Philadelphia Flyers che lo aveva draftato al sesto turno nel 1998.
Come da copione muove i primi passi nella AHL con i Phantoms dove, grazie a riflessi straordinari e a un guanto particolarmente veloce riesce a fronteggiare la concorrenza del veterano Neil Little. Nella stagione successiva diventa titolare indiscusso. A casa Flyers, nel frattempo, a distanza di pochi giorni i due portieri Jeff Hackett e Robert Esche si infortunano e Niittymaki ha la possibilità di debuttare nella NHL.
Un'occasione che non si lascia sfuggire: gioca tre partite con una media di una rete subita a incontro e una percentuale di parate del 96%. Solo l'acquisto di Sean Burke lo riporta nella AHL. La retrocessione non sembra scombussolarlo. Decide anzi di reagire a modo suo.
L'11 aprile 2004 si gioca l'ultima partita della Regular Season e i Philadelphia Phantoms affrontano gli Hershey Bears, una squadra obbligata a vincere per qualificarsi ai Play Off. L'incontro finisce ai supplementari e, dopo una penalità comminata a un giocatore dei Phantoms, l'allenatore avversario decide di togliere il suo portiere, Philippe Sauve, per giostrare a 5 contro 3. Shane Willis dei Bears da dietro la porta dei Phantoms scaglia il disco al centro.
Nessuno lo tocca e il puck, lemme lemme, si infila nella porta incustodita dall'altra parte. Chi è stato l'ultimo giocatore di Philadelphia a toccare il disco? Antero Niittymaki naturalmente, diversi secondi prima. È il primo portiere nella storia dell'hockey professionistico nordamericano a realizzare una rete all'overtime e, per giunta, in inferiorità numerica.
La stagione 2004-05 è un trionfo. Niittymaki gioca ben 59 partite vincendone 33 con statistiche eccellenti. Il pubblico dei Phantoms stravede per questo ragazzo tanto giocherellone quanto decisivo sul ghiaccio. Il 27 febbraio 2005 prima della partita contro i Wilkes-Barre Scranton Penguins 4000 piccoli tifosi ricevono un pupazzetto dalle sembianze di Antero.
Nei Play Off, poi, è semplicemente strabiliante. Con una media di 1.74 gol subiti a partita e una percentuale di parate del 94% conduce i Phantoms alla Calder Cup e si merita il Jack Butterfield Trophy quale MVP.
E siamo alla stretta attualità . Come ai tempi del debutto nella NHL, Antero sfrutta infortuni e rinunce e si presenta sul ghiaccio olimpico. Ai due shutout registrati nel girone contro Svizzera e Canada, ne aggiunge un altro nella semifinale contro la Russia e si arrende solo nella finalissima di fronte ai rivali svedesi.
Ma non c'è tempo per disperarsi. La corsa ai Play Off incalza. Saprà ancora stupirci il simpatico Frankie?