Suns ancora altalenanti

Steve Nash suona la carica, sera dopo sera…

Dall'ultimo Report sono successe molte cose, otto partite, sei fuori casa, il più lungo Road Trip della stagione e i Suns hanno anche ormai oltrepassato l'equatore della stagione: le 41 partite.
Se nel titolo dell'ultimo report definivo i Suns come una squadra a "corrente alternata", beh, in questo potrei tranquillamente usare lo stesso titolo.

Infatti dopo la vittoria contro i Lakers, o meglio contro Bryant, è seguita un'altra sconfitta, ormai classica e stancante, ai supplementari contro i Sonics, non certo una squadra che punta al titolo. Almeno stavolta sono bastati due supplementari per arrivare a un'impressionante 152-149.

Il grande protagonista della serata: Ray Allen. Che ha siglato la vittoria dei suoi con un incredibile tiro da tre da vari metri oltre la linea dei tre punti.
"Cosa si può fare di più? Puoi solo cercare di infastidire il suo tiro - affermava Marion nel post-partita - ma stasera è entrato."

Sulla stessa falsariga si esprimeva il compagno Raja Bell: "Shawn ha fatto un ottimo lavoro andando incontro a Ray, ma quel tiro era destinato a entrare. Non ci puoi far nulla. È un peccato perché era una partita da vincere questa."

Proprio la guarda delle Isole Vergini è stata una delle note positive di queste ultime settimane. Nel mese di Gennaio infatti Raja ha segnato 18 punti di media, tirando col 50% dal campo e col 48.5% dalla linea dei tre punti.

"Raja ha fatto un grande lavoro per noi - affermava D'Antoni nell'intervista dopo la partita contro L.A. - sia in difesa che in attacco. Ma non posso dichiararmi sorpreso, è quello che fa sempre, però è vero che nelle ultime 10-12 partite è stato semplicemente eccezionale."

Per quanto riguarda il Road Trip, "mà¡s de lo mismo" (ancora lo stesso) direbbero gli Spagnoli, altalena di risultati.
Quattro vittorie e due sconfitte, tutto sommato un bilancio ragionevole, se non fosse che le due sconfitte sono una contro i Magic e una contro Cleveland in una partita che i Suns erano arrivati a condurre di 18 punti.

Quest'abitudine di sprecare grossi vantaggi è quasi una costante sin dalla "Premiere Week" nella quale i ragazzi di D'Antoni buttarono via grossi vantaggi con Sacramento e Dallas per esempio.Un vizio che è costato appunto la sconfitta contro James e quasi costava la vittoria contro i Celtics, soprattutto per merito di Pierce.

"Cerco sempre di spiegare ai miei giocatori - dichiarava D'Antoni dopo la vittoria contro Boston - che un vantaggio di 20 per noi è come un vantaggio di 10 per chiunque altro. Non ci si può rilassare."

Parlando delle vittorie, c'è poco da dire su quella contro gli Hawks, che era prevista, anche se è stata sofferta più del dovuto; quella contro i Sixers idem, visto che non c'era Iverson e i Suns hanno tirato col 58% dal campo e limitando i Sixers al 44% in una delle poche partite nella quale i Suns hanno fatto sfoggio della difesa, decisamente in calo ultimamente.

L'unica vittoria degna di una speciale attenzione è quella contro gli Heat, che stavolta avevano Wade. Una partita nella quale, di nuovo, Pat Riley non ha saputo come fermare il devastante attacco dei Suns (65% nel primo tempo).
"Mi prendo la responsabilità  della sconfitta - dichiarava Pat - non sono riuscito a trovare soluzioni al gioco di questa squadra."

Così dopo il Road Trip i Suns si ritrovano con un record di 30-16, poco oltre l'equatore della stagione. Con una proiezione di 52 vittorie circa. Niente male per una squadra orfana di un certo Amaré Stoudemire. Nessuno nella Valle del Sole credo possa dichiararsi scontento a questo punto.

La chiave in questa metà  Regular Season, ormai andata, è stata, senza dubbio, Steve Nash. Il playmaker canadese sta vivendo la sua miglior stagione, dopo aver vinto l'MVP. È il primo giocatore dai tempi di Magic ad avere medie superiori ai 19 punti e 11 assist. Non dobbiamo però sottovalutare il grande aiuto di Shawn Marion che ha "Career Highs" in quasi tutte le voci statistiche.

Le sorprese della stagione, tante. Ma una su tutte: Boris Diaw e il suo basket "totale.
Durante le trasferte il giocatore francese ha anche messo a segno la sua prima tripla doppia della carriera (dopo averla sfiorata varie volte) contro i Sixers: 14 punti, 11 rimbalzi e 13 assist.

"Non lo stavo cercando - sostiene "3D" Diaw - è semplicemente successo. E devo dare grazie ai compagni, senza di loro non ci sarei riuscito. Comunque la cosa importante è che abbiamo vinto".

All'orizzonte: quattro partite in casa contro Chicago, Minnesota, Memphis e Sacramento. Sarebbe l'ora di dare una dimostrazione di forza e vincere qualche partite consecutiva, visto che è dalla fine di Dicembre che i Suns non sono capaci di vincere più di tre partite consecutive.

Amaré Report

Questa settimana c'era grande attesa sul fronte Stoudemire. Era prevista per Giovedì una "MRI" (risonanza magnetica), un test chiave per conoscere l'evoluzione della riabilitazione e di conseguenza, le probabilità  di un ritorno a Marzo.

Il test ha rivelato che il ginocchio sta rispondendo perfettamente ai tre mesi di riabilitazione e si sta recuperando in maniera più che soddisfacente.
Cosa significa tutto questo? Semplicemente che Stoudemire può cominciare la prossima fase dell'allenamento e che, se tutto procede come adesso, ovvero senza problemi, sarà  di ritorno a Marzo.

Dopo i risultati, Stoudemire potrà  oggi correre per la prima volta, e progressivamente potrà  esercitarsi in situazione di cinque contro uno, uno contro uno, e due contro due.
Inoltre, per quanto riguardo gli esercizi di agilità , ora può fare movimenti multi-direzionali.

Stoudemire, dal canto suo, si è mostrato, come di consueto, prudente: "Voglio prendermi il mio tempo. Dipende solo da come mi sentirò quando arriva Marzo. Se ci sarà  dolore nel ginocchio, aspetterò, ma se non c'è tornerò in campo".

La sua voglia di tornare è palpabile in un'altra sua dichiarazione: "Per fortuna i miei compagni stanno vincendo - dice l'esplosivo giocatore – ma quando capitano partite in cui soffriamo, vorrei tanto entrare in campo e dargli una mano".

Poi, nel corso della stessa intervista, qualcuno gli chiede: "Quanto credi che ti ci vorrà , quando torni a giocare, a prendere il ritmo per i Playoff?", al che Amaré risponde: "Circa una partita", facendo sfoggio ancora una volta della sua determinazione senza limiti, la stessa che lo portò alla NBA e a vincere il trofeo di Rookie dell'anno a discapito di un certo Yao Ming.

Around the valley

Questa settimana abbiamo qualche curioistà  su Steve Nash. Tutte prese da un bellissimo articolo di Sports Illustrated. In questo articolo il giornalista fa un excursus atraverso tutta la vita di Nash, dall'inizio del sogno di diventare un giocatore della NBA, fino alla sua magica stagione che lo ha portato a vincere l'MVP.

Scopriamo che Nash aveva un fratello che era considerato, ai tempi della scuola, migliore di lui, era più alto e più forte di lui. Però è lui stesso, Martin Nash, più giovane di Steve, che ci svela il segreto del successo di suo fratello: "Mi ricordo ancora quando guardavo fuori dalla finestra e vedevo Steve esercitarsi sotto la pioggia. Io non ho mai avuto la sua spinta, la sua voglia di raggiungere il suo sogno.”

La confidenza che c'è tra i due fratelli viene rivelata quando Nash racconta della chiamata di Martin, il giorno seguente alla proclamazione di Steve come "Canada's outstanding athlete of 2005". "Mi fece i complimenti e poi mi disse: 'Però sappiamo entrambi molto bene chi è il migliore!' - racconta Nash nascondendo un sorriso - La sua superiorità  è rimasta uno scherzo ricorrente tra noi".

La perseveranza di Nash ci viene confermata dal suo allenatore a Santa Clara, l'unica scuola che offrì un opportunità  al playmaker, che sognava di andare a Syracuse o a Washington.
"A volte mi chiamava la sera per chiedermi le chiavi della palestra, per andare a tirare e allenarsi da solo o con un paio di amici".
"Semplicemente - dice Nash - mi sento scomodo a stare fermo."

Naturalmente non mancarono le difficoltà , e non sempre la ferma decisione e la sua perseveranza bastavano. Il canadese ancora ricorda le parole di incoraggiamento che più lo hanno aiutato ad andare avanti, quando i Suns fecere una trade per Kidd quando avevano già  Steve e Kevin Johnson a coprire lo stesso ruolo.

"Tu sei bravo quanto chiunque altro playmaker nella lega, se non di più", gli disse lo stesso Johnson, una leggenda dei Phoenix Suns.
"Fino a quel momento, anche se ero già  nella NBA - ammette Nash - Non credevo ancora nel mio stesso sogno".

L'articolo ci svela anche una piccola curiosità : vi siete mai chiesti perché Steve Nash quando esce dal campo si sdraia per terra invece di stare seduto in panchina?
La risposta è "spondilolistesi", una disfunzione per la quale una vertebra scivola sopra alla sottostante causando dolori alla schiena, un dolore che non ha impedito a Nash diventare uno dei migliori.

Altre notizie qua e là , più o meno conosciute da tutti: la selezione di Nash, da parte dei fan, per entrare a formar parte del quintetto All-Star per la prima volta nella sua carriera, un privilegio che sicuramente si è meritato questa stagione.

L'altra notizia è l'atterraggio di Nikoloz Tskitishvili nella valle, via trade con Minnesota. Il giocatore di 22 anni, che molti ricorderanno agli ordini di D'Antoni a Treviso, si è mostrato più che contento della sua nuova squadra.

"Onestamente, mi sento come a casa. - sostiene l'ala georgiana – Mi sento come se fossi a Treviso con Mike". Il giocatore, scelto al numero 5 nel Draft del 2002, ha ancora molto da dimostrare negli States, ma si dichiara fiducioso di poterlo fare a Phoenix.

"Qua è la situazione ideale - afferma "Skita" - c'è Mike che è il migliore a darti fiducia e a metterti in una situazione nella quale sentirti comodo. E con lui e Steve Nash, è come essere in un sogno".

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