Ilgauskas decisivo contro i Pacers
Si è concluso il lungo viaggio a Ovest del Mississipi per i Cavaliers, viaggio che li ha portati ad affrontare 6 trasferte consecutive contro Lakers, Denver, Portland, Golden State, Phoenix e Utah.
Questo viaggio avrebbe dovuto dare un'esatta dimensione della solidità , della coesione dei Cavaliers contro squadre di buon livello e in un lungo periodo lontano dalla propria arena “on the road”, una sorta di esame di maturità per la squadra e per il suo leader LeBron James
Come siamo andati?
Felici di essere di nuovo sulla East-Coast, 9 giorni di traferta, sei partite, 5 sconfitte e una solo vittoria a Utah grazie ai 51 punti di Lebron James, motivato da una sua prestazione in tono minore, 14 punti con 5 su 22 al tiro, contro i Golden State Warriors.
La trasferta a Ovest, affrontata senza Larry Hughes occorre ricordarlo, ha prodotto 5 sconfitte, sconfitte di misura, sconfitte risicate, sconfitte combattute, ma pur sempre sconfitte.
Contro i Lakers, sconfitta di un punto, 98 a 99 con Lebron che sbaglia un paio di tiri liberi nel finale e Bryant che segna il jumper per la vittoria; a Phoenix non c'è stata partita, troppa la pallacanestro generata da Nash e compagni per i Cavaliers, in edizone da esportazione e privi di Hughes, risultato finale 115 a 106.
Sconfitta 87 a 89 a Portland, con Lebron limitato nel secondo tempo da Ruben Patterson a un 3 su 16 dal campo che non gli ha permesso di aiutare i compagni nel momento decisivo.
Sconfitta numero 4 a casa del suo amico Carmelo Anthony a Denver, tre secondi alla fine: Cleveland a meno 3, James mandato in lunetta, segna il primo libero, sbaglia il secondo intenzionalmente, cattura il proprio rimbalzo, di nuovo mandato in lunetta, ancora 1 su 2 ai liberi e sconfitta 89 a 90.
Quinta tappa del viaggio, quinta sconfitta, sulla baia di San Francisco, cotro gli Warriors, pur privi del Barone e con un pessimo James da 14 punti.
Chiusura del viaggio dai mormoni nello Utah e prima vittoria, 108 a 90 dei Cavaliers, 51 punti a referto per James che non poteva lasciare l'ovest dell'NBA senza lasciare la sua firma su almeno una delle tappe della trasferta.
Rientro a casa di Cleveland, vittoria contro Indiana, alle prese con la cessione di Artest e con Tinsley e O'Neal limitati dagli infortuni a 6 e a 7 punti. Poi vittorie in trasferta contro gli Hawks, 106 a 97 ad Atlanta, e di nuovo vittoria in trasferta contro i Pacers 93 a 89 con Ilgauskas decisvo con i suoi tiri liberi segnati negli ultimi due minuti di gara.
Cleveland si conferma squadra umorale e di striscia, nelle ultime 10 partite 6 sconfitte consecutive e poi 4 vittorie consecutive, il calendario contribuisce a creare queste situazioni ma certamente la psicologia del gruppo di Cleveland contribuisce al perdurare di questa situazione.
Se Bryant ama prendersi il tiro decisivo, e difficilmente lo sbaglia, James non ha ancora, grazie al cielo altrimenti sarebbe davvero un marzinao, nei finali di gara la capacità di gestire i finali di gara come riessce invece a gestire la routine del resto delle partite.
I 21 anni di James si vedono, ripeto fortunatamente, in queste minime esitazioni
nei tiri decisivi, dalla lunetta o dal campo, e ciò è destabilizzante per la squadra: per 46 minuti ha un chiaro e univoco padrone, tecnico ed emotivo, negli ultimi due minuti di gare punto a punto i Cavaliers non sono più così certi di chi sia il go-to-guy.
Lebron spiega basket, vede linee di passaggio che solo Magic Johnson ha esplorato prima di lui, ha una dimensione fisico tecnica in grado di garantirgli un tiro contro chiunque ed in qualsiasi momento, quindi il giocatore non è, e non può essere messo in discussione, deve riuscire a portare la gestione dei finali al livello delle altre fasi del gioco.
Questo perchè è già chiaramente il riferimento dei compagni sul terreno di gioco e se non lo rimane anche nei finali di partita i suoi comapagni rischiano di perdersi.
Questo processo di crescita avverrà sicuramente: il materiale, fisico e intellettivo, a disposizione è troppo perchè ciò non accada, e lo scoprire qualche scalfittura nella corazza del 21enne più forte del mondo lo rende più umano e vicino ai comuni mortali.
Cleveland, come squadra, sta portando avanti un processo di stabilizzazione delle rotazioni, dei giochi e delle attitudini necessario per arrivare a dei livelli di esecuzione necessari per emergere nelle partite punto a punto e, soprattutto, nelle gare di play-off.
I punti, sia fatti sia subiti, sono in diminuzione per i Cavaliers, che stanno cercando di porre più attenzione sulla fase difensiva del gioco, specie nei finali di partita, poichè se è vero che James è un canestro pronto ad accadere ogni volta che ha la palla in mano, è altrettanto vero che gente in grado di segnare la si incontra ogni sera nell'NBA e senza un minimo di organizzazione difensiva non sempre è possibile fare più punti degli avversari, bisogna avere delle armi difensive che permettano alla squadra di gestire situazioni in cui non arrivano punti a tabellone.
Vedremo se questo progressivo miglioramento di Cleveland in fase difensiva si concretizzerà e si stabilizzerà nel corso della stagione dando una nuova dimensione alla squadra dell' Ohio; non saranno probabilmente mai, a livello difensivo dei Pistons o degli Spurs ma almeno non saranno più la squadra porosa e con poca attenzione difensiva visita ad inizio stagione.
Adesso il record è di è 25 vinte e di 17 perse i play-off sembrano sempre più una possibilità che si concretizza, adesso Cleveland e Lebron devo lavorare in queste partite per limare i propri difetti, per mettere assieme regole difensive in grado di dargli delle opportunità di vincere anche nei play-off.