Artest non indosserà più la canotta numero 15 di Indiana…
E così fu che la telenovela più lunga del mercato NBA si è conclusa, la trade più annunciata e quella che ha più senso per entrambe le franchigie è stata approvata anche dall'NBA.
Artest passa ai Sacramento Kings in cambio di Peja Stojakovic, altro giocatore incluso in qualsiasi ipotesi di trade dai Kings.
Già nella nottata di ieri lo scambio era dato per fatto, gli incartamenti erano già stati spediti alla NBA per ratificare lo scambio ma all'ultimo momento il turbolento Ron Ron aveva fatto saltare tutto.
Motivo? Si diceva che il protagonista dell'ormai celebre “DaBrawl” non avesse accettato la destinazione Sacramento, preferendo New York, la sua città natale.
Ma nella giornata di oggi la schiarita, dopo il colloquio tra il giocatore e Walsh, il presidente dei Pacers, alla Conseco Fieldhouse.
Cosa si siano detti non è dato saperlo, certo è che Walsh deve aver usato degli argomenti molto convincenti per far così concludere una trade che sembrava ormai saltata del tutto.
Artest prima di passare ai Sacramento Kings(che ora non credo possano essere chiamati più “Queens” dopo che hanno messo nel motore il giocatore più turbolento della lega)era stato vicinissimo a uno scambio con i Clippers per Corey Maggette, ma le condizioni fisiche di quest'ultimo non hanno convinto Indiana a mettere nero su bianco.
Timidi tentativi erano stati fatti anche da New York, ma i Pacers volevano Frye e non se n'è fatto più nulla, da Denver da sempre alla ricerca di una G di valore e da Boston.
Tutta la telenovela ebbe inizio circa un mese fa,quando Ron Ron sbalordì tutti facendo pubblica richiesta di trade verso Cleveland o New York. Da allora è stato inserito in injured list e non ha più clcato i parquet NBA in attesa di trovare una sistemazione definitiva.
La situazione a Indianapolis si era fatta pericolosa anzichenò nel frattempo, la squadra ha iniziato a perdere colpi dopo un inizio stagione positivo scivolando fuori dalla zona Playoff.
Da tempo Indiana necessitava di un fuciliere dalla linea da 3, e così quando Petrie si è presentato con quest'offerta Larry Bird non ha potuto dire di no(diversamente la pensava Artest…).
Indiana acquisisce un giocatore come Stojakovic che finalmente può trovare la sua dimensione in una squadra in cui deve deve fare da secondo violino con una conseguente diminuzione della pressione sulle sue spalle, perdendo Artest non per il primo che passa.
Sacramento ha dato via un giocatore che ha reso meno delle aspettative e ha aggiunto un giocatore che serviva come il pane:Artest pur coi suoi limiti dà cuore e difesa che mancavano dai tempi del miglior Christie, ma aggiunge anche pericolosità in attacco, è tranquillamente uomo da 20 punti.
Stojakovic l'anno prossimo andrà in scadenza e i fratelli Maloof hanno così evitato di perderlo per niente.
Sembra la trade perfetta a prima vista, Sacramento e Indiana che risolvono i propri problemi di spogliatoio e di quintetto, ma così non è.
Stojakovic ha avuto e ha tutt'ora seri problemi di ernia del disco:quali sono le sue reali condizioni? E soprattutto, Indiana riuscirà a rifirmarlo in estate?
Artest prima ha rifiutato la trade, poi ha dichiarato:”Sono emozionato di poter giocare a Sacramento”. Chi può assicurare che una testa calda come Ron tra qualche giorno non punti di nuovo i piedi e chieda una nuova cessione?
Un pubblico caldo e passionale come quello della Arco Arena come accoglierà Artest che in un primo momento aveva rifiutato la cessione?
Questi sono i punti oscuri di questa trade, che solo il tempo ci farà svelare.
Ora i Pacers con hanno trovato il tiratore che cercavano da tempo, l'erede di Reggie Miller(ma se uno ha inventato il Miller-Time e l'altro i tiri decisivi in linea di massima tende a sbalgliarli direi che non ci siamo) ma a patto che sia sano. La rincorsa ai Playoff a Est non è ora così proibitiva, magari se la sfortuna smettesse di falcidiare il roster dei Pacers di infortuni la qualificazione alla Post Season è più che alla portata.
A Sacramento invece si è voltata pagina definitivamente.
Nello spazio di 13 mesi sono stati ceduti o scambiati tutti i condottieri di quella fantastica squadra che sfiorò l'anello nel 2002.
Del quintetto(Divac-Webber-Stojakovic-Christie-Bibby, sesto uomo di lusso Bobby Jackson) che all'epoca giocava forse il miglior basket e che fece tremare più di chiunque altro i Lakers della Combo è rimasto solo Mike Bibby, che insieme a Brad Miller e Ron Artest costituirà il nucleo del futuro dei Kings.
Questa stagione ormai sembra compromessa, ma mai dire mai, nella prossima l'obiettivo è rifirmare Wells e prendere un intimidatore d'area, magari scambiando Kenny Thomas e Shareef Abdur-Rahim che tuttavia potrebbe fungere da sesto uomo 5 stelle. Le premesse per puntare all'anello nel 2007 ci sono tutte.
THE END(OR NOT?)