La rinascita degli Hornets

Chris Paul è la giovane guida degli Hornets

E' fatta. Quota .500 è stata raggiunta. Dopo quaranta partite, il record è tornato in perfetta parità : 20-20. Con la vittoria sui New York Knicks di sabato notte, i New Orleans Hornets, hanno raggiunto per la terza volta in stagione un bilancio tra vittorie e sconfitte in equilibrio, difficile da immaginare ad inizio stagione.

Dopo un avvio non facilissimo ma non troppo, la squadra più sfortunata d'America (e i motivi li sapete") sta cominciando a volare alto.

Le cinque vittorie nelle ultime sei partite stanno lì a dimostrarlo. Ma cosa più importante è che gli Hornets, forti dell'apporto del pubblico di Oklahoma City, dove sono stati costretti ad emigrare causa uragano Katrina, finisse ora la stagione regolare sarebbero qualificati per i Playoffs. Si, avete capito bene. La stessa squadra che dodici mesi fa aveva un record di 2-29 e che lottava per non fare peggio dei Philadelphia 76ers stagione 1972/73, ora si ritrova in piena lotta per entrare nella post season.

Un salto di qualità  semplicemente impressionante tra una stagione e l'altra. Un salto di qualità , soprattutto, dovuto alla grande unità  e il grande affiatamento che questo gruppo è riuscito a trovare. Ma dovuto anche in gran parte, al talento del rookie da Wake Forest, Chris Paul.

Il giocatore ideale per New Orleans, e a dir la verità  per ogni altra squadra. Playmaker vecchio stampo con una straordinaria visione di gioco, Paul, è stato scelto all'ultimo draft di giugno con il quarto pick assoluto.

Molti lo giudicano come il miglior regista della Western Conference dietro a sua maestà  Steve Nash, e le cifre non fanno niente per smentire questa ipotesi. 16.4 punti e 7.3 assist a partita, i suoi numeri.

Piccola considerazione: prendendo in esame i più grandi playmaker della storia del gioco, nei loro anni da rookie, solo Magic Johnson e Isiah Thomas hanno fatto meglio del talento verde-azzurro. Magic faceva 18 punti a serata, mentre il bad boy dei Pistons, 17. Intanto non c'è dubbio che a Gennaio sia lui il rookie of the year.

I suoi compagni non esitano a ripetere quanto Chris Paul sia fondamentale per loro. Anche dopo la vittoria contro i Knicks, in cui la matricola ha sfoderato una prestazione maiuscola da 27 punti, 13 assist e 7 rimbalzi, il suo amico e compagno David West ha detto entusiasta: "Sembra quasi che Chris abbia un motore. Non si stanca mai, è un talento incredibile.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche coach Byron Scott, che dice: "Credo che si stia divertendo tanto in questa esperienza. Sta giocando bene, duramente. Sapeva perfettamente che questa era una partita da vincere a tutti i costi e l'ha vinta"

Ma, fatti i dovuti elogi al numero tre verde-azzurro, ora torniamo a focalizzare la nostra attenzione su tutto il team. Il periodo di grazia dei Calabroni della Lousiana è coinciso, guarda caso, proprio con l'avvento dell'anno nuovo. In questo primo scorcio di 2006, gli New Orleans/ Oklahoma City Hornets hanno vinto ben otto delle undici partite fin qui disputate.

Un bottino invidiabile, anche se il calibro delle avversarie non è stato certo di primo piano. Sul loro cammino, infatti, dal 2 gennaio ad ora, le uniche avversarie di un certo prestigio sono state Miami, Detroit e se vogliamo Washington. Ma poco importa. Quel che è davvero importante è, che in meno di quaranta partite, sono riusciti a fare meglio di quello che aveva fatto la squadra 2004/05 in tutta le regular season. Vincere diciannove partite.

I progressi fatti dai ragazzi di Scott sono sotto gli occhi di tutti. Se ci fosse un premio di squadra più migliorata dell'anno, state sicuri, che per questa stagione non ce ne sarebbe stato per nessuno.

La maestria con cui amministrano i minuti decisivi è da squadra navigata. Esempio perfetto ne è la partita, vinta, venerdì contro i Menphis Grizzlies di Pau Gasol, tenuto senza punti per l'intero quarto quarto. I Grizzlies, pur tentando di provare a rimanere aggrappati alla partita, sono dovuti capitolare sotto le penetrazioni di Speedy Claxon e le triple di Paul. Senza contare la straordinaria difesa, che ha concesso alla squadra del Tennesse solo 79 punti.

L'altra nota lieta si chiama David West. Il ragazzo al terzo anno tra i pro, prodotto di Xavier, sta vivendo anche lui una stagione magica. Una dopo l'altra le sue prestazioni sono andate in crescendo, fino a farlo diventare il miglior realizzatore della squadra, con 16.7 punti a serata. E' reduce da una stagione molto tribolata, dove ha passato più tempo in infermeria che in campo, ma ora sta tornando quel giocatore che aveva convinto New Orleans ad investire su di lui.

In più si sta anche assumendo il ruolo di go-to-guy, l'uomo dei tiri pesanti. Come dimostrano i dieci punti sui dodici totali, realizzati nel quarto quarto della sfida contro Menphis.

Il suo coach, tuttavia, non è così sorpreso dalla stagione che sta vivendo West.

"David è un giocatore ottimo. Direi che sta tornando sui suoi livelli, come ai tempi del college." – dichiara Byron Scott – "E' quel tipo di uomo che quando è al massimo può fare quello che vuole, o quasi."

Ma oltre al duo Paul-West, che sta viaggiando su questi numeri sin da novembre, un plauso speciale va anche a Speedy Claxon e Rasual Butler, entrambi autori di uno splendido inizio d'anno. Il primo ha fatto registrare un incremento nella media punti tra dicembre e gennaio di 3.1 punti, mentre Butler di addirittura 4.3. E' stato loro l'apporto che ha permesso agli Hornets di cambiare passo.

Arrivati al giro di boa, il rischio in cui possono incorrere gli Hornets, è principalmente uno: l'appagamento. Infatti, il rovescio della medaglia delle venti vittorie potrebbe essere proprio questo.

Il record in parità , l'attuale ottavo posto ad Ovest e tutte le situazioni derivate, potrebbero risultare un'arma a doppio taglio per i calabroni. Proprio per scongiurare questa possibilità , Scott sta provando in tutti i modi a tenere alta l'attenzione nel gruppo. "Ancora non abbiamo fatto niente." dice convinto "Questo per noi deve essere un punto di partenza, non d'arrivo."

D'accordo anche Desmond Mason, che non fa altro che sottolineare i concetti già  espressi dal suo allenatore.

"Siamo indubbiamente sulla strada giusta. Ma non possiamo ritenerci soddisfatti a questo punto. La maggior parte delle squadre si rilasserebbe, credendo che gli basti scendere in campo per vincere. Ma noi non faremo così. Noi rimarremo concentrati e faremo meglio di .500."

Saranno tuttavia i prossimi quindici giorni a dirci dove realmente possono arrivare questi pazzi Hornets. L'upcoming schedule, infatti, ha in serbo un tour de force niente male per gli evacuati della Lousiana. Fino al 6 febbraio Paul e compagni,infatti, avranno sfide molto ravvicinate e con avversarie di tutto rispetto. Tra le altre, se la vedranno con i San Antonio Spurs, con i Lakers di super Kobe Bryant e con i caldissimi New Jersey Nets, reduci da una striscia di dieci successi.

Parlare di ambizioni da Playoffs potrebbe risultare avventato, al momento. Soprattutto ad Ovest. Ancora c'è da verificare la tenuta mentale e fisica di una squadra ormai non più abituata alle zone nobili delle classifiche"

Insomma le incognite ci sono. Ma indipendentemente da come vada a finire questa stagione, va reso merito ad una franchigia martoriata da sfortune di ogni genere, che ha saputo rialzare la testa dopo un periodo buio.

Quante altre squadre ci sarebbero riuscite?

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