Una notte magica per Kobe…
Fenomeno. Non ci sono altre parole per definire Kobe Bryant, giocatore controverso, attualmente di sicuro il più forte rappresentate della palla a spicchi del pianeta.
Stanotte l'otto in gialloviola, quello più odiato ed amato dai tifosi di tutto il mondo, quello per cui non esiste via di mezzo, ha sfornato un'altra prestazione da divino del basket; ha sfoderato un'altra performance che entra ufficialmente e a pieno diritto nella storia del gioco: 81 punti in un match NBA.
Solo Wilt Chamberlain, la notte del 2 marzo 1962, fece meglio di lui. Nessuno poi era mai riuscito solamente ad avvicinarsi a tale quota. Battuto il record di franchigia dei Lakers. Disintegrata la seppur fantastica performance contro i Dallas Maveriks del 21 dicembre 2005.
Ma allora una domanda sorge spontanea: se avesse giocato quel quarto periodo contro i ragazzi di Marc Cuban? Se avesse decisio di entrare in campo e tirare, cosa sarebbe successo? Il ragazzo partiva nell'ultimo periodo con un bottino di 62 punti sulle spalle e aveva 12 minuti per compiere un'impresa. Eppure disse di no. Disse basta, perché non era necessario scendere nuovamente in campo in quanto la partita infatti era già andata in ghiaccio. Dunque non sapremo mai cosa sarebbe successo. E ci sta anche bene.
Sappiamo però che oggi il nuovo massimo in carriera di Bryant è di 81 punti, frutto di un tiro al piccione (in senso positivo ovviamente) in cui il ragazzo di Philadelphia non ha fatto prigionieri. Andiamo dunque ad analizzare una partita che negli annali verrà ricordata come quella del record.
LA TABELLA DEI RECORD.
1) Wilt Chamberlain, Philadelphia 76ers 2 marzo 1962 contro NY 100 punti.
2) Kobe Bryant, Los Angeles Lakers 22 gennaio 2006 contro Toronto 81 punti.
3) Wilt Chamberlain, Philadelphia 76ers 8 dicembre 1961 (3OT) contro LAL. 78 punti.
4) Wilt Chamberlain, Philadelphia 76ers 13 dicembre 1962 contro Chicago 73 punti.
5) Wilt Chamberlain, S.F. 16 novembre 1962 contro NY 73 punti.
6) David Thompson, Denver 9 Aprile 1978 contro Detroit 73 punti.
7) Wilt Chamberlain, S.F. 3 novembre 1962 contro LAL 72 punti.
8) Elgin Baylor, Los Angeles Lakers 15 novembre 1960 contro NY 71 punti.
9) David Robinson, San Antonio Spurs 24 aprile 1994 contro Clippers 71 punti.
10) Wilt Chamberlain S.F. 10 marzo 1963 contro Syr 70 punti.
Ventisei punti nel primo tempo, 27 punti nel terzo quarto, 28 punti nel quarto periodo. Questo il box score della partita di Bryant. Dunque 55 punti nel secondo tempo (solo quattro in meno rispetto al record di Chamberlain che ne fece 59 e 14 punti in più di tutta Toronto che mette a tabellino solo 41 punti), 28/46 dal campo (60%), 18/20 ai liberi (90%) e 7/13 dal perimetro (54%).
E dire che la partita dei Lakers era iniziata malissimo. Dominati dai Toronto Raptors. Distrutti in un primo tempo scandaloso in cui i compagni di Bryant hanno provato a fare qualcosa, ma sono riusciti a fare nulla (33% dal campo e 30% dall'arco). L'8 gialloviola ha tenuto a galla i suoi. Dopo un primo quarto da 14 punti sedeva per metà secondo periodo in panca, quando finalmente Phil Jackson decideva di rispedirlo nella mischia. Bryant riusciva a tenere in partita i lacustri e a mantenere il distacco sul -14 (63-49), che, a chiunque avesse visto la partita, era sembrato un affare colossale.
Al rientro in campo si è osservato ed ammirato un Bryant arrabbiato, che non ci stava a perdere e che voleva ribaltare la partita. Ha preso per mano i suoi e ha tirato qualsiasi cosa. Ha segnato di più e ha riscaldo un ambiente che a fine primo tempo sembrava l'Antartide.
Un susseguirsi di emozioni, una “climax” incredibile di palpitazioni, tanto da rendere questa partita un poema epico da raccontare a figli e nipotini. Tre, se ci permettete di scegliere in questo fiume di emozioni, sono stati gli attimi indimenticabili, che i presenti (beati loro) e non, difficilmente rimuoveranno dalle loro menti. Tre i momenti che resteranno indelebili.
Il primo è sicuramente quello in cui Bryant scardina il suo primato personale di 62 punti. 6:03 sul cronometro del quarto periodo, Kobe riceve palla da Sasha Vujacic e, da dietro la linea dei tre punti, inzia il suo solito “tourbillon” di finte. Tiro da tre tentato e fallo subito da Jalen Rose. Tre tiri liberi e Rose che incredulo si morde il paradenti: se difende poco aggressivo Brynt segna, se difende tanto gli arbitri fischiano. Cosa fare? Niente. Solo fruststrazione per lui.
Kobe va in lunetta, sono i punti del record personale: 61, 62, 63…e pubblico in delirio.
Ma non è finita. 5:34 sul cronometro. Non sono passati neanche 30 secondi dal record che ecco l'8 gialloviola segnare un'altra tripla. 67 punti e il record di Elgin Baylor è ormai ad un passo. Non stiamo parlando di un massimo in carriera, non stiamo parlando di una semplice prestazione singola. Stiamo parlando del massimo per una delle franchigie più pregistose della NBA.
Il tiro al bersaglio prosegue. 4:56 sul cronometro, Kobe sfrutta un blocco di Kwame Brown, si porta dietro la linea da tre, si libera di Rose (poverino) e segna l'ennesima tripla: la settima consecutiva. 70 punti e quarto giocatore a salire sopra i 70 punti (Chamberlain, Baylor, Thompson e Robinson prima di lui e non Jordan). Solo un punto per pareggiare Baylor.
Ci siamo. Ecco il secondo momento. Uno di quelli che quando lo vivi ti accorgi che la storia sportiva di uomo ti passa davanti. Bryant si libera sulla media e piazza il jumper in fade-away in faccia a Mo Peterson. Solo rete, 72 punti e record di franchigia in ghiacco. Pubblico in deliro…sui tabelloni lampeggia la scritta MVP a caratteri cubitali, Kobe sembra non crederci neanche lui.
Ma il bello deve ancora arrivare. Non solo la storia, non solo i record, ma addirittura l'Olimpo, quello cioè che compete agli dei. 1:52 sul cronometro, Kobe si libera ancora di Rose e tira da dietro l'arco. Palla fuori dal cesto, ma tre liberi per l'ex Lower Marion. La storia è lì ad un passo: 77, 78, 79: “Ladies and gentelman the second greatets performance in the histoy of the NBA”…parole indimenticabili…
Ma l'ultimo obbiettivo voleva Kobe Bryant. Salire lì dove solo Wilt Chamberlain aveva fatto. Sopra gli 80 punti. 43 secondi dalla fine della partita dividevano il ragazzo di Philadelphia dal sogno. Nel successivo possesso palla a Kobe che penetrando rimediava l'ennesimo fallo. Tiri liberi: 80…e 81!!! Con 4.1 secondi sul cronometro la folla dello Staples, i 20.000 gialloviola cantavano tutti: “M-V-P, M-V-P”.
F-A-V-O-L-O-S-O!!!
Al terminine della gara questi i principali commenti, da Kobe fino Jerry Buss, proprietario di questi pazzi Lakers:
"È accaduto.Non riuscivo nemmeno a sognare da bambino una performance così - commenta al termine Kobe - mi sembra incredibile"
Smush Parker:
Noi tutti sapevamo che aveva dentro di sè una prestazione del genere.
Sam Mitchell, allenatore dei Raptors:
È stato implacabile. L'abbiamo marcato uomo a uomo, box and one, e a zona. L'ho anche fatto marcare d'anticipo da un piccolo per non farlo ricevere, ma non c'è stato nulla da fare.
Jerry Buss, proprietariio dei Lakers:
Sei seduto a guardare, ed è come vedere un miracolo al quale non puoi credere. Ricordo prestazioni da 50 punti. Oggi ha segnato 55 punti nel secondo tempo.
Phil Jackson:"Ho assistito a tante partite nella mia carriera - chiude il tecnico dei Lakers, Phil Jackson - ma non ho mai visto nulla del genere".