Garcia si fa largo sotto canestro. Il rookie sta lavorando sul suo tallone d'achille: il tiro da tre
Se due indizi non fanno ancora una prova, i sospetti comunque si infittiscono. Peja Stojakovich, Bonzi Wells e Shareef Abdur Rahim sono fuori con infortuni assortiti; i resti della squadra conquistano un'importante vittoria casalinga 119-90 contro i Phoenix Suns. Kevin Martin con 25 punti e 8 su 14 al tiro, Francisco Garcia con 21 punti e 10 rimbalzi e Kenny Thomas con 22 punti e 15 rimbalzi hanno dato un contributo fondamentale per una di quelle gare che potrebbero cambiare il corso della stagione.
I Kings avevano bisogno riconquistare il pubblico, dopo le contestazioni seguite all'orrenda gara contro i Pacers, e di trovare una ragione per credere in loro stessi. "Non c'è motivo - ha spiegato coach Rick Adelman - perché partite di questo tipo non si verifichino più spesso. Siamo una squadra di talento ma dobbiamo dimostrarlo tutte le volte che andiamo in campo."
Prima della partita Brad Miller ha parlato a lungo con Brian Colangelo, nelle vesti di selezionatore della nazionale; sceso sul campo ha risposto con 18 punti, 12 assist e 9 rimbalzi, corroborati da un'insolita energia in difesa e nel portare i blocchi per i compagni.
Mike Bibby si è quindi potuto limitare a una "normale" partita da 19 punti, dopo i 42 necessari per battere gli Orlando Magic 104-100.
La gran parte degli addetti ai lavori ritiene un mistero l'inizio di stagione di Sacramento; ma troppi segnali dicono che il rookie Garcia, il secondo anno Martin e il mestierante dell'Nba Thomas conferiscono alla loro squadra quell'anima che le tre stelle fuori per infortunio non riescono a dare.
"La gente pensa - ha spiegato recentemente Kenny Thomas - che sul campo siamo poco disposti a fare fatica; in realtà è solo un problema di concentrazione per una squadra giovane assemblata da poco." Sull'argomento s'è espresso anche Adelman quando gli hanno fatto notare che le 11 sconfitte patite finora all'Arco Arena eguagliano il bilancio complessivo della passata stagione: "I ragazzi rimangono delusi - ha detto – quando pensano che giocare in casa sia un vantaggio: siamo noi che dobbiamo renderlo tale giocando con energia e trascinando il nostro pubblico". Ammettendo quindi indirettamente che queste cose non sempre sono successe.
"Negli ultimi giorni - ha raccontato Garcia ai giornalisti - i nostri allenatori ci hanno fatto vedere molti dvd delle nostre partite; sono stufi di vedere sempre gli stessi errori." Se la squadra deve crescere, il rookie ispanico ne incarna lo spirito: spesso i veterani lo prendono in giro dicendogli di spegnere le luci a fine allenamento. Garcia infatti ha preso l'abitudine di fermarsi e lavorare sul suo tiro dalla lunga distanza.
I risultati si sono visti a Houston, nella vittoria 88-80 contro i Rockets privi di Mc Grady, Yao e Swift: una sua tripla a 2'50" dalla fine è stata decisiva per rintuzzare la rimonta degli avversari. Il suo 3 su 4 in quella partita è in netta controtendenza con il 21% complessivo dall'arco. "Questa vittoria - ha commentato alla fine Corliss Williamson, protagonista con 19 punti – è importante perché finora non eravamo stati capaci di vincere brutte partite." Più che altro è solo la seconda vittoria in stagione in partite in cui Sacramento non ha segnato almeno 100 punti. Perche, anima o non anima, la difesa rimane sempre un'entità astratta per questa squadra.
Il messaggio del veterano sulla mentalità necessaria però è chiaro; non si tratta di tirare la croce addosso agli assenti. Wells, Rahim e Stojakovich al loro rientro dovranno dimostrare di potersi inserire in questo contesto non solo dal punto di vista emotivo ma anche tecnico.
Tutti gli infortuni patiti non hanno fatto che ribadire l'assoluta importanza di Mike Bibby e Brad Miller: "Quando loro due giocano male - ammette Rick Adelman - non abbiamo molte possibilità di vincere. La squadra non ha il talento di precedenti versioni e quindi è molto più basata su di loro."
Sia Bibby che Miller però non hanno ancora mostrato la personalità tecnica per prendere il proscenio quando in squadra ci sono altri giocatori che richiedono spazio offensivo; ecco perché, paradossalmente, si sentono maggiormente responsabilizzati alla guida di un quintetto così rabberciato.
La prova definitiva non potremo averla fino a quando non rientreranno gli infortunati: Stojakovich, che ha appena annunciato di essere in attesa del secondo figlio, si sta sottoponendo ad alcuni trattamenti al famigerato cortisone con l'obiettivo d'essere in campo nella partita contro i Los Angeles Lakers.
Per gli altri due i tempi sono più vaghi. "Dobbiamo rimanere uniti - ha spiegato Adelman - sapere che la stagione è lunga e che possono succedere ancora tante cose." L'unità sarà fondamentale in vista del primo consistente viaggio sulla East Coast: Miami e Philadelphia sono le fermate più complicate di un tour che prevede anche New York, Boston, Toronto e Orlando. Non squadre di primo livello che però dovranno essere affrontate nel giro di nove giorni.
E' evidente che il tentativo di riportarsi su un record vicino al 50% passa anche dall'esito positivo di queste partite. "Siamo un po' preoccupati - ha spiegato Joe Maloof in un'intervista radiofonica concessa per dissipare le ansie e i primi livori della comunità di Sacramento nei confronti della proprietà - ma anche fiduciosi si avere una squadra forte e un'organizzazione vincente."
Sull'attuale rapporto fra tifosi e fratelli Maloof si potrebbe aprire un dibattito; sulle possibilità della squadra di essere vincente nei fatti, e non solo a parole, si attendono a breve prove tangibili.