Lakers sempre più convincenti

L'immagine che mezza America voleva vedere è finalmente andata in scena

45 - 50 - 45
No, non stiamo dando i numeri e la società  Lottomatica, fresca acquirente della corrispondente società  negli Stati Uniti per la sciocchezza di 4 miliardi di dollari, non ha ancora deciso di impiantare una serie di banchi del lotto sulla ruota di Los Angeles.

Le cifre che potete leggere qui sopra sono le cifre messe a referto da Kobe Bryant nelle prime tre uscite, seguite alla sacrosanta sospensione comminata per la gomitata ai danni di Mike Miller, della quale già  avevamo parlato.

Risultati
Lakers Vs Philadelphia 119 – 93
Lakers @ Clippers 112 – 109
Lakers Vs Indiana 96 – 90
Lakers @ Portland 113 – 103
Lakers Vs Cleveland 99 – 98
Lakers @ Golden State 110 - 94
Lakers Vs Heat 100 - 92

Insomma, se la discussione riguardante la candidatura del numero 8 a MVP della lega è ancora, giustamente in alto mare, con queste cifre il ruolo di miglior marcatore della lega è invece quanto mai di attualità .

La guardia angelina ha veramente fatto faville al suo rientro.

E', ad oggi, il miglior marcatore della lega con 34 punti abbondanti, il giocatore con il maggior numero di tiri tentati, oltre 32 per sera, il primo in punti totali segnati ed ha un ranking di efficienza sui 48 minuti di quasi 31 (30.99).

La cosa che si differenzia del recente passato, anche lo stesso inizio di questa stagione, è che la squadra sembra essersi adattata a questo suo stile di gioco estremamente individualista.

Nelle ultime 7 partite, i Lakers hanno portato in cascina 6 vittorie, portando il proprio record totale a 21 vinte e 17 perse. Un record non eccezionale certo, ma soprattutto in considerazione dei tanti alti e bassi, dei cambi d'umore iniziali dello spogliatoio e soprattutto del tasso tecnico non eccelso che ovviamente non è magicamente lievitato in queste settimane, davvero incoraggiante.

Sono tre in particolare le sfide che hanno davvero segnato il recente periodo in casa Lakers. Dopo le gare vinte dai Lakers grazie ad un capitano davvero a livelli mostruosi, la prima battuta d'arresto è giunta in casa di Portland.

A posteriori si può dire che la vittoria dei Trail Blazers sia stata indolore, ma la sconfitta maturata al Rose Garden ha mostrato come un Bryant pressato fisicamente, costretto a forzare e senza il necessario supporto in occasione di scarichi a tiratori, possa essere limitato e limitante per l'economia del gioco californiano.

A riprova di questo fatto, c'è da segnalare che l'eroe della serata è stato, nemmeno troppo a sorpresa il Kobe-stopper per eccellenza: un Ruben Patterson che ha lavorato si fisico e di esperienza e ha saputo aggiungere a 5 falli anche 21 punti pesanti.

La partita successiva oltre che importante è stata bellissima.

La sfida fra Bryant e Lebron James ha entusiasmato il pubblico dello Staples Center che ha potuto vedere in azioni due autentiche superstar, anzi tre.

Si perché se il finale è stato tutto dei capitani (e avremo tempo di dilungarci più tardi su come sia andata), c' è da segnalare come nei primi quarti, Lamar Odom abbia sostenuto tutta la squadra in presenza di un Kobe infortunato al polso.

Il mancino numero 7 ha sfiorato per l'ennesima volta la tripla doppia, ha giocato una gara difensiva perfetta, guidando la squadra in tutti i movimenti e trovando il tempo di segnare 20 punti con 10 rimbalzi e, appunto, 9 assist.

Nella gara della scorsa notte contro i Miami Heat il copione si è poi ripetuto.

Odom ha dato sicurezza e leadership tecnica alla squadra, togliendosi qualche sassolino che ancora gli doleva da Natale, segnando 19 punti con 10 rimbalzi e 9 assist, nel frattempo però Bryant ha potuto fare il primo violino, inchiodando 37 punti con 4 assist e 3 rimbalzi in faccia a Dwayne Wade, ad oggi probabilmente il rivale più sentito fra i giocatori della florida, ben più dell'ormai ex compagno Shaq.

Il meglio della settimana: non si può non trovare nella sequenza degli ultimi minuti della gara contro Cleveland, il momento più bello di oltre 10 giorni di basket.

Menomazione o meno, Bryant e James hanno dimostrato una capacità  di giocare sotto pressione davvero fantastica: ha cominciato proprio l'alfiere di L.A. con un tiro dai 6 metri con 1 minuto e 30 da giocare per portare il punteggio sul 93 a 95.

James ha risposto con un assist ad Ilgauskas per il pareggio con 1.09 al termine.

Come in un tie-break di tennis, Bryant ha portato i suoi sul 97 a 95 con 50 secondi sul cronometro, grazie un tiro dalla sinistra in sospensione.
Finita? Nemmeno lontanamente.

Dopo il pareggio di Gooden, altro canestro del numero 8 sulla testa del rivale diretto per il 99 a 97 e subito dopo fallo dello stesso Bryant su James per due tiri.

Ed ecco il colpo di scena: il numero 23 segna solo uno dei due tiri liberi ma i Cavs conquistano il rimbalzo e l'ultima possibilità  di vincere con 4 secondi a disposizione.

Non c'è discussione, è Lebron James che si assume la responsabilità  ma il suo tiro dal gomito sinistro marcato proprio da Bryant muore il secondo ferro e consegna la vittoria ai padroni di casa.

Onore a entrambi, dichiarazioni estasiate di Kobe verso il giovane rivale e tanto di cappello da parte del coach di Cleveland all'indirizzo del capitano di L.A.: meglio di così"

Il peggio della settimana: a costo di sembrare troppo ottimisti è dura trovare qualche cosa di negativo in questa striscia di gare per i Lakers.

Volendo essere pignoli, il nodo da sciogliere nello spot di ala grande è ancora in alto mare: Kwame Brown ha dato segni di buona vitalità  nelle scorse apparizioni, ma siamo ben lontani dallo standard atteso da una passata prima scelta assoluta.

Brian Cook ha alternato gare da doppia cifra a esclusioni dalla gara, ma deve essere ben chiaro che il giocatore da Illinois è una ala grande solo di nome, visto che il suo rendimento e la sua mentalità  restano da ala piccola atipica.

Infine da segnalare che per Ronny Turiaf, a soli 6 mesi dall'operazione al cuore, potrebbe essere arrivato il momento dell'ingresso nel roster di L.A. A fargli posto dovrebbero essere uno a scelta fra Medvedenko e Profit, entrambi fuori per il resto dell'anno.

I minuti saranno necessariamente pochi, ma data anche l'ottima esperienza in CBA, per il prodotto di Gonzaga quest'anno potrebbe essere solo il primo passo per un effettivo utilizzo nel 2007. Basterà ?

E adesso?
La tradizione recente in questa parte della California insegna che a striscia di vittorie, segue striscia di sconfitte.

Per evitare questo andamento i Lakers dovranno vincere sui campi di Sacramento e Phoenix, per poi ospitare Toronto e Golden State.

Queste partite somigliano tanto ad un esame di maturità , vedremo come lo affronteranno gli studenti della scuola zen di coach Phil.

Alla prossima"

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