Ottava di passaggio per Boston

Tony Allen è tornato, e con lui si spera di vincere di più

Non si può dire d'essere felici nonostante il fatto che i Celtics non sono andati in negativo. Alcune partite potevano essere vinte, ma si può sorridere lo stesso perché è tornato Tony Allen.

Risultati

Boston Celtics @ L.A. Clippers 111-92
Boston Celtics @ Denver Nuggets 110-120
Charlotte Bobcats @ Boston Celtics 106-109
Atlanta Hawks @ Boston Celtics 103-98

Commento

Nonostante questa settimana ci sia un bilancio tra vittorie e sconfitte, il popolo biancoverde non è proprio soddisfatto.

Il motivo è da ricercarsi nel modo in cui sono arrivati i risultati, ovvero la sensazione di poter portare a casa il risultato positivo alla fine non è stata confermata dal risultato finale.

Se una vittoria sana quasi tutti gli errori commessi in quella sera, una sconfitta li amplifica, quindi non si può non notare come una Denver mancante di Marcus Camby sia riuscita a ribattere l'assalto bostoniano, mentre Atlanta, una delle peggiori squadre NBA, sia riuscita a vincere il secondo scontro diretto consecutivo contro i Celtics.

Vero è che la vittoria contro i Clippers, molto in forma in questo periodo, abbia dato una notevole iniezione d'ottimismo e la vittoria contro Charlotte è stata considerata soltanto "dovuta", però analizzare gli errori può aiutare a correggerli, quindi andremo ad esaminarli nel dettaglio.

Da dove iniziare? Potremo farlo da quello che appare come la mancanza più grossa, ovvero la difesa. Si pensi che Pierce in settimana ha avuto modo di dire che se con O'Brien si lavorava il 90% del tempo sulla difesa, con Doc Rivers si lavora il 90% sull'attacco. Non è che sia una rivelazione sconcertante, era lampante che Rivers preferisca privilegiare l'attacco, è stato questo il motivo della sua assunzione, il problema è che un minimo d'impegno in allenamento per la difesa ci vuole, altrimenti i giocatori non trovano motivazioni per difendere in campo.

Tuttavia è altresì vero che la difesa, per una parte non indifferente, è attitudine mentale, la quale si può insegnare solo parzialmente, quindi il giocatore o ce l'ha o non ce l'ha, ed in ogni caso l'impegno personale è determinante, ma se l'allenatore non mette in risalto certi aspetti in allenamento, è ovvio che poi i giocatori faticano a metterli in pratica.

Un altro aspetto che ha suscitato non poche perplessità  è la gestione del roster, in particolare dei giovani. Tutti sanno che Rivers non ama molto i giovani, preferisce lavorare con i veterani, ma Doc già  sapeva al momento dell'assunzione che avrebbe lavorato con molti di essi. Perché allora c'è la sensazione che cerchi in tutti i modi di far giocare il meno possibile chi è al di sotto dei 24 anni?

Ad inizio stagione utilizzava una ormai sicura futura stella come Al Jefferson col contagocce, nonostante il giovane confezionasse spesso prestazioni divine. Ora i minuti per lui si stanno alzando lentamente e non è più possibile non notare la sua classe cristallina, ma anche ora che parte in quintetto la soglia dei 30 minuti a gara è un miraggio. Stessa sorte è toccata a Kendrick Perkins, promosso in quintetto ma con minutaggio basso, sono però bastate un paio di partite sottotono per relegarlo in panca, raggiungendo il ridicolo quando è stato utilizzato per un solo secondo nella gara contro Atlanta.

Per fortuna che non c'è un veterano come play, altrimenti Delonte West faticherebbe a raggiungere i 20 minuti per gara. Diversa sorte ha avuto Tony Allen, meritevole di una carta d'identità  migliore agli occhi di Rivers, infatti Allen è un anno più vecchio di West.

La competenza e la furbizia del general manager Danny Ainge ha progressivamente sostituito i veterani ed i bolliti in roster con forze giovani, e quando questi ultimi davano segnali di poter proseguire con le proprie gambe, tutti i veterani nel ruolo sparivano dal roster con mancate rifirme e cessioni.

Il caso più emblematico è stato quello di West. La mancata firma di Payton aveva preoccupato gli osservatori meno attenti, lamentando la mancanza di un play vero. Ora nessuno osa dirlo più, West ha dimostrato sul campo che può tenere ottimamente quel ruolo (durante l'ultima gara ha ritoccato il suo record di punti con 23), cosa che già  su queste righe è stata messa nero su bianco l'anno scorso, in tempi non sospetti.

Ora che ci attende il futuro? Sicuramente Ainge continuerà  a valutare quali giovani possano camminare da soli, e ad allontanare i veterani che occupano quei ruoli. Se come play, guardia ed ala piccola i Celtics sono a posto, mancano i due ruoli più alti e se arriverà  qualche scambio, potete scommettere che sarà  per liberare lo spazio ai giovani emergenti in quei ruoli.

E se avesse qualche problema Rivers? Sono nate molte voci immediatamente dopo la partita contro Atlanta, infatti nel terzo quarto l'allenatore non si è presentato in panchina e la partita è stata gestita dall'assistente Tony Brown. Poi nel finale di gara l'allenatore si è ripresentato come se nulla fosse successo. Nel dopogara si è saputo che Rivers aveva avuto dei sintomi influenzali e non voleva farsi vedere non al top della condizione fisica, ma varie illazioni sono nate come funghi, come problemi mentali, problemi fisici al cervello, debolezza fisica cronica ecc. Al momento rimangono solo illazioni, ma se qualcosa risulterà  vera ne faremo parola.

Un altro problema da correggere sono le palle perse. In tutta la Lega solo i New York Knicks ne hanno perse di più, basta solo questo dato per indicare la gravità  del problema (più di 17 a gara solo questa settimana), mitigato peraltro dalla percentuale realizzativa, seconda soltanto ai San Antonio Spurs. Questi dati giustificano solo in parte il tipo di gioco molto veloce che vuole adottare Rivers, la cosa sicura però è che è necessario ridurre le palle perse.

Se i giovani sono stati trattati con criteri discutibili, cosa ne è successo del giovane per eccellenza, tale Gerald Green? Vi abbiamo già  riferito che il più giovane dei biancoverdi è rimasto per tutto questo tempo a lavorare in palestra per rafforzare un corpo decisamente troppo esile per sostenere i colpi che sicuramente riceverebbe su un parquet NBA, ma avrebbe almeno meritato qualche minuto come premio per i suoi sforzi. Invece no, anzi, ora che è tornato Allen, è stato dirottato nella lega di sviluppo NBDL, in pratica un purgatorio.

Sebbene ai Celtics sia stata assegnata la squadra dei Florida Flames, poiché in quella squadra esistono già  vari giocatori a roster nel suo ruolo, i Celtics hanno visto accettata la loro richiesta di dirottare Green nei Fayetteville Patriots, nel North Carolina. Ora le intenzioni dei dirigenti Celtics sono quelle di permettere a Green di prendere confidenza col suo nuovo corpo più robusto, e lo farà  in una squadra che gli permette ampi minutaggi.

"Lo sviluppo di Gerald rimane una delle nostre maggiori priorità " ha dichiarato Ainge "sta progredendo proprio come ci aspettavamo e pensiamo che questo sia un passo verso la giusta direzione. Questo permetterà  a Gerald d'avere più di un'opportunità  per continuare a sviluppare il suo gioco". Nulla da dire, questa dichiarazione sgombra il campo da illazioni su presunte disaffezioni della dirigenza sulle potenzialità  del ragazzo, vero è che molti pensano, e noi con loro, che Green potrebbe fin d'ora provare a calcare un parquet NBA. In ogni caso i Celtics possono richiamarlo in ogni momento.

Infortuni

Già  da tempo occupava queste pagine Tony Allen, accompagnato talvolta da altri giocatori, ma nessuno grave a parte lo sfortunato Dickau.

Ora però sembra che questa sezione sarà  sguarnita, perché Allen ha finalmente messo piede in campo contro Atlanta. Esattamente a 21 secondi dalla fine del primo quarto ha calcato di nuovo il parquet e quella sera ha giocato ben 30 minuti. "È stata tutta adrenalina, ecco come ho giocato stanotte". I suoi numeri non sono stati esaltanti, non tanto nei punti (9) e nei rimbalzi (7), quanto nella percentuale (3 su 10), ma era il primo giorno e non era previsto che giocasse così tanto, ma non ha avuto nessun problema, quindi è stato lasciato in campo.

Adesso è da valutare se potrà  giocare anche nella gara successiva contro Washington, in programma sabato notte. "Vedremo come reagirà  (il ginocchio) domani dopo il volo" ha detto Allen subito dopo la gara. A fargli spazio tra i 12 è stato Ryan Gomes. Noi avremo preferito che il prescelto fosse Scalabrine oppure Reed, la dirigenza Celtics ha invece optato diversamente. Peccato.

Nel futuro se proprio devono apparire notizie in questa sezione, speriamo che ne entrino solo di questi toni: Paul Pierce ha partecipato alla sessione di interviste dopo la gara contro Atlanta con un taglio sulla fronte di poco meno di 20 centimetri. Il giocatore non ha voluto dichiarare come si è procurato il taglio; Mark Blount, sempre nella gara contro Atlanta, ha subito un taglio al labbro che però non ha comportato l'uso di punti.

Curiosità 

In settimana i Celtics hanno giocato contro Denver allenata da George Karl, e sempre, quando Paul Pierce e Karl s'incontrano, nascono storie, commenti, illazioni sul burrascoso rapporto tra i due durante lo sfortunato mondiale ad Indianapolis con la nazionale americana nel 2002. Anche questa volta non ci si è sottratti a questo rituale e noi non ci tiriamo di certo indietro, perché stavolta ci sono delle novità . "È finita del tutto per me" ha detto Pierce su una presunta rivalità  con Karl. In passato infatti, quando Karl allenava Milwaukee, Pierce cercava di giocare il meglio possibile, ora invece il tempo ha sistemato le cose per la nostra stella, ma anche per l'allenatore. Karl infatti ha dichiarato: "mi piacciono i ragazzi che possono essere da tripla doppia" alludendo al fatto che Pierce più volte quest'anno ha sfiorato quest'ambita statistica. Tutto a posto quindi, almeno fino al prossimo incontro.

Superstizione? No grazie, noi siamo Celtic, badiamo alla sostanza, ma qualcuno lo insinua. Durante la vittoriosa partita contro Charlotte il presidente dei Boston Celtics Wycliffe Grousbeck indossava un abito nero con piccole bande verdi verticali. Il presidente ha detto che il vestito è stato fabbricato su misura (c'è chi può") a Firenze ed i Celtics hanno vinto 5 volte e nessuna persa quando ha indossato quel vestito. Ovviamente è solo un caso, un Celtic vince per la sua bravura, non per un vestito portafortuna.

Il migliore della settimana

Nomination affollate in questa tornata, infatti sono ben 4 i giocatori meritevoli del premio: Pierce, Jefferson, West e Davis. Jefferson beneficia della promozione in quintetto e benché il suo minutaggio non sia elevato, sta comunque migliorando, come migliora anche il suo rendimento, cosa prevedibile visto quante volte abbia offerto buone prove nei mesi scorsi. Tutto questo però non è servito a resistere al primo taglio, doveroso per iniziare a scremare i pretendenti al riconoscimento.

Contrariamente al solito, questa settimana sarà  tolto dai candidati anche Davis, che ha avuto due cadute di tono di troppo, peraltro da livelli molto alti, quindi il suo rendimento rimane su posizioni molto accettabili, però non sufficienti a resistere al primo taglio.

Rimangono quindi Pierce e West. Calato leggermente Pierce, salito di molto West, il loro rendimento è stato sinceramente così simile che la tentazione di dare ad entrambi il premio è stata fortissima. Poiché in questa sede è stato scelto di evitare conclusioni di questo genere, dobbiamo per forza di cose aggrapparci ai dettagli. Quello che è risaltato più degli altri è uno dei più importanti, ovvero il rendimento quando la palla scotta, e nella settimana appena trascorsa chi ha giocato meglio in questi frangesti è stato Delonte West, al quale va il riconoscimento settimanale. Complimenti al giocatore, che spezza il duopolio Pierce-Davis.

Classifica:
7 Paul Pierce
2 Ricky Davis
1 Delonte West

Appuntamenti e classifiche

Altre quattro partite per la seconda settimana dell'anno:
sabato a Washington
lunedì in casa contro Dallas
martedì ad Atlanta
venerdì a Philadelphia

Due partite relativamente facili con squadre in crisi (Washington) o senza talento medio di livello ma contro cui abbiamo già  perso due volte (Atlanta) intervallate da altre due con squadre discrete (Philadelphia) e decisamente forti (Dallas). Previsioni? Impossibile. Con questi Celtics non è possibile azzardare una benché minima ipotesi. La speranza è che si possa chiudere la settimana almeno in pareggio.

L'elemento che risalta di più guardando la classifica è che Boston, nonostante la stagione non esaltante, sia a parimerito con l'ottava nell'Eastern Conference (nella fattispecie Chicago), le speranze quindi di partecipare ai playoff sono ancora solide. Il problema è che è probabile che la soglia minima per la partecipazione alle gare di aprile avanzato s'innanzi, quindi se Boston non inizia a far girare in positivo l'andamento annuale, il rischio di non parteciparvi è presente.

La speranza di inizio campionato di vittoria dell'Atlantic Division a questo punto risulta proibitiva, ma ora siamo ancora ben al di sotto di metà  stagione, quindi tutti i giochi sono ancora da farsi. Vero è che le sei lunghezze da New Jersey non sono poche e recuperarle sarà  difficile, ma non è ancora il momento di alzare bandiera bianca.

Alla prossima, sempre di sabato sera.

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