Chris Webber corsaro

Miller ha segnato tanto da fuori ma, come tutti i lunghi dei Kings, ha sofferto sotto canestro

E' sempre brutto presentarsi al cospetto del tuo ex fidanzato un po' spelacchiati ed in evidente difficoltà . Specie se, al contrario, il tuo interlocutore appare in grande spolvero. E' passato quasi un anno dalla trade che cambiò il mondo: Chris Webber è tornato in città  con i suoi Sixers.
Rispetto alla prima volta s'è anche portato via la vittoria, la prima sa quando è avversario dei Kings.

Il 111-98 finale frustra un timido tentativo di reazione, arrivata con due vittorie contro Clippers e Boston Celtics: un tiro dal gomito del figliol prodigo di fatto ha sancito la sconfitta a 3'35" dal termine della partita con 14 punti da recuperare.

E' stata una partitaccia: un parziale di 12-0 all'inizio del secondo questo ha illuso Sacramento. Il 40% al tiro e la solita inferiorità  sotto canestro hanno determinato la sconfitta.

L'unico a non starci è stato Brad Miller, autore di 36 punti con 13 su 20 nei primi tre quarti. L'ex Purdue ha visto i primi cinque minuti dell'ultima frazione in panchina con quattro falli. Al suo rientro la difesa di Philadelphia s'è adattata e il centro ha trovato solo due tiri, peraltro sbagliati. "Quando la loro difeasa sul pick n roll s'è fatta più aggressiva - ha spiegato Rick Adelman - qualcuno avrebbe dovuto farsi avanti e sfruttare lo spazio concesso. Non è successo e abbiamo perso."

Mike Bibby veniva da due partite eccezionali, 71 punti fra LA e Boston, ma s'è fermato a 4 su 20 al tiro. Il play ha passato la sera prima della partita proprio con Webber. Non è un mistero che l'ex Vancouver fosse tra i più arrabbiati nei momenti successivi allo scambio. "Sapevo - ha detto Bibby parlando dei 20 punti con 16 rimbalzi di C-Web - che sarebbe tornato un grande giocatore. L'unica cosa strana è trovarselo davanti con un'altra maglia."

Il pubblico di Sacramento ha regalato una grande ovazione al giocatore simbolo dei momenti più felici della franchigia. Evidentemente il nome di Webber in città  tira ancora se il giocatore ha trovato il tempo di "posare la prima pietra" del suo nuovo ristorante a carattere sportivo. "Avevo detto - ha spiegato l'ex Michigan - che sarei rimasto legato alla comunità  di Sacramento" Se poi ci si può anche guadagnare, meglio.

La forza della disperazione Sacramento s'è presentata allo Staples Center per la partita con i Clippers nel peggiore stato possibile: fuori Rahim con la mascella fratturata, fuori Wells e Stojakovich con infortuni di varia natura all'inguine. Chi si aspettava di vedere una vittima sacrificale s'è sorpreso della vittoria degli uomini di Adelman 110-93.

Di Bibby s'è già  detto: 38 punti per il giocatore che non sarà  un leader naturale ma è di sicuro l'unica boa a cui questa squadra può aggrapparsi.

Suoi 15 punti del decisivo parziale di 20-8 nel terzo periodo. "Abbiamo tenuto il ritmo alto - ha spiegato il play – e non abbiamo forzato" Gli uomini copertina di questa mini rivolta sono però Kevin Martin e Kenny Thomas. L'uomo arrivato per sostituire Webber ha segnato 29 punti nella vittoria 116-112 contro i Celtics. Kevin Martin sta intanto confermando d'essere giocatore di impatto se ha minuti: il sophomore ha segnato 15 punti di media nelle gare in cui è stato titolare.

Sacramento potrebbe quindi sembrare un vero rompicapo: perdente con titolari e giocatori di valore come Rahim, Stojakovich e Wells, vincente, almeno nel breve periodo con le seconde linee che, dalla panchina, s'eran spesso dimostrate inefficaci. "La gente ha poca memoria - è l'analisi di Thomas - e non ricorda cosa succedeva l'anno scorso quando avevo minuti a disposizione." Chiaro che non c'è giocatore Nba che non dice: fatemi giocare e vedrete.

Detta così però è un po' semplicistica: "E' difficile contraddire - ha spiegato prima della partita con Philadelphia - chi dice che ci si poteva aspettare di più da questo gruppo." Forse perché i giocatori che sono chiamati a far dimenticare Webber, ma anche Divac, Christie e Jackson non hanno dimostrato, per ora, di avere lo stesso carattere. E di mettere nel gioco la stessa passione.

Non sarà  che, messi alle strette dalla situazione e dal record, per due sere Sacramento s'è scossa, giocando come una squadra che non ha più nulla da perdere? Vedremo se a questa piccola rivolta seguirà  un deciso cambio di rotta.

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