Manu Ginobili è ancora frenato dalle non perfette condizioni fisiche…
Sono passati 20 giorni dal nostro ultimo aggiornamento sulle vicende di Duncan e soci, ma la musica, da allora, non è cambiata di una virgola in casa sperone: vittorie e successi; bel gioco e difesa ferrea. In parole ancora più semplici: otto vittorie ed una sola sconfitta (per altro arrivata in un rocambolesco finale contro i Chicago Bulls) che hanno portato i campioni del mondo in carica al vertice della lega più importante del pianeta. Un vero massacro insomma, che ha permesso ai nero-argento di conquistare 14 vittorie e rimediare solamente tre sconfitte.
17 novembre: San Antonio Spurs - Houston Rockets 86-80
19 novembre: San Antonio Spurs - Phoenix Suns 97-91
21 novembre: Sacramento Kings - San Antonio Spurs 93-96
23 novembre: Golden State Warriors - San Antonio Spurs 89-113
25 novembre: San Antonio Spurs – Chicago Bulls 99-106
29 novembre: San Antonio Spurs - Los Angeles Lakers 90-84
1 dicembre: Dallas Mavericks - San Antonio Spurs 90-92
3 dicembre: San Antonio Spurs - Philadelphia 76ers 100-91
5 dicembre: Orlando Magic - San Antonio Spurs 85-100
Chi riuscirà a fermare una corazzata così collaudata? Chi riuscirà a trovare il tallone d'Achille (se mai davvero esiste) in un roster così profondo e affidabile? Chi potrà solo impensierire un sistema, un ambiente, una realtà che ad oggi sembra davvero invincibile?
Difficile da dire. Ad oggi forse solo i soliti, eppur rinnovati, Detroit Pistons di Flip Saunders o gli incredibili Los Angeles Clippers dell'MVP di novembre Elton Brand potrebbero avere qualche chance di vittoria e, anche in questo caso, non è detto che in una serie di sette partite potrebbero spuntarla.
Proprio qui sta il problema per chi vorrà battere i San Antonio Spurs: trovare l'antidoto in una serie al meglio delle 7 gare non sarà facile. Se infatti gli uomini di Gregg Popovich sono affrontabili in una gara secca, in cui tutto può accadere, in una serie di playoff tutto diventa molto più complicato, considerando poi che gli uomini decisivi di questa squadra danno il meglio di loro nei momenti che contano (Duncan e Horry in primis).
E di motivi per sorridere Gregg Popovich e staff ne hanno a bizzeffe.
A cominciare dal trio: Tony Parker, Tim Duncan e Manu Ginobili.
Tony Parker quest'anno sembra finalmente essere diventato una vera "all star". Il ragazzo franco-belga ha messo in fila una serie di prestazioni fantastiche che gli hanno permesso di raggiungere la prestigiosa quota di 20.9 punti di media, 3.8 rimbalzi e 5.8 assist a partita. Numeri da leader. Numeri da campione. Statistiche però insufficienti a spiegare quanto di buono stia facendo il play di origini americana: Parker infatti ha maturato, in particolar modo, una gestione personale, sia nel breve che nel lungo periodo, eccellente.
Basti considerare le gare disputate dagli Spurs dal 17 novembre. Contro gli Houston Rockets ha messo a referto 17 punti (6/15 dal campo e 5/7 ai liberi) e 8 assist contribuendo in maniera netta alla vittoria contro Ming e McGrady. Nella successiva gara contro Phoenix, Parker ha realizzato 19 punti (8/18 dal campo), 3 assist, 3 rubate e 5 rimbalzi, piazzando, tra l'altro, il canestro decisivo a 35 secondi dalla fine.
Contro Sacramento, il 21 novembre, il francesino ha compiuto un'ulteriore step: 23 punti (9/16 dal campo e 5/7 ai liberi), 2 rimbalzi e 2 assist, concedendo però qualche pausa di troppo in difesa (35 punti nell'ultimo periodo per i Kings). Due giorni dopo, contro gli ottimi Golden State Warriors di Baron Davis, ulteriore progresso per il play d'oltralpe che incamera 26 punti con un'eccezionale 11/13 dal campo. Il tutto condito ottimamente con 5 rimbalzi e 6 assist. Impressionante, soprattutto perché Parker riesce a capire quando è il momento di colpire e a prendere in mano le sorti degli speroni in giornate in cui, magari, Duncan e Ginobili non girano a mille.
Nelle successive gare contro Chicago e Los Angeles, Parker ha ripreso un po' fiato e non è un caso se, in entrambe le occasioni, gli Spurs hanno faticato un po' di più rispetto al normale. Nel primo caso è arrivata la prima sconfitta in cinque contro i tori dell'Illinois, mentre nel secondo, la vittoria contro gli altalenanti Lakers, è giunta solo nel finale. Nelle ultime tre partite però, Parker è tornato ai suoi livelli e forse anche di più: 30 punti contro Dallas (massimo in stagione e prestazione incredibile negli ultimi cinque minuti) e 20 sia con Philadelphia che con gli Orlando Magic per un totale di 28/48 dal campo.
Ci sono poi le solite, ma non per questo meno emozionanti, prestazioni di Tim Duncan (20.8 punti e 11.9 rimbalzi di media). Le migliori sono state quelle contro Sacramento e Orlando. Nella prima Timoteo ha realizzato 24 punti (9/16 dal campo e 4/4 ai liberi), 19 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate. Nella seconda l'ex nuotatore ha messo a referto 26 punti (9/17 dal campo e un insolito 8/9 ai liberi), 12 rimbalzi, 4 assist e 5 stoppate. Impressionante è l'aggettivo adatto.
Chi ha visto i match ha avuto un'impressione di onnipotenza, di strapotere cestistico al quale niente e nessuno poteva porre rimedio. Non solo per quanto riguarda l'attacco, ma soprattutto per quanto concerne la difesa. Lì dietro Duncan è stato abbagliante: posizione, aggressività e intelligenza tattica, tanto da far sembrare l'area una tana per topi. Un piacere sublime per gli occhi dei veri appassionati della "palla al cesto" che si crogiolano molto più nei vari e armoniosi movimenti "duncaniani", piuttosto che in 1000 schiacciate al volo o in 2000 crossover e spin-move.
Infine Manu Ginobili. Dopo un inizio difficile a causa dell'infortunio muscolare alla coscia, il campione olimpico di Atene aveva trovato nuovo smalto verso metà novembre quando, finalmente, era tornato ai livelli della passata stagione. Eppure, una brutta botta alla caviglia rimediata contro i Lakers lo ha di nuovo fermato non consentendogli di scendere in campo per le prime due partite di dicembre con Dallas e Phoenix. Ginobili è poi tornato in campo contro Orlando ma di certo il suo apporto non è stato fondamentale (solo quattro punti in 21 minuti).
I NUOVI: Michael Finley e Nick Van Exel
Ma le note positive, ovviamente quando si tratta di speroni, non si fermano ai soliti noti, ma soprattutto a quelli che dovrebbero essere i nuovi e che, almeno in teoria, dovrebbero fare più fatica ad inserirsi nel gruppo.
Così non è stato per Michael Finley, che in questo avvio di stagione, è stato quasi sempre efficace. Dopo l'infortunio all'inguine subito il 7 novembre contro Chicago, Finley è tornato a disposizione nel match contro Phoenix, quando, entrando dalla panca, ha garantito 11 punti in 21 minuti.
La migliore prestazione è però arrivata per l'ex Dallas proprio contro i suoi ex compagni di squadra: 15 punti (5/12 dal campo, 1/3 dall'arco e 4/6 ai liberi), 3 rimbalzi, 3 assist e 2 rubate. Il tutto in 35 minuti in cui Finley ha avuto un notevole impatto anche in difesa.
Stesso discorso dicasi per Nick Van Exel che, contrariamente a quanti avevano pronosticato un suo scarso rendimento difensivo, ha invece avuto nel reparto arretrato i migliori progressi. Ottime le prestazioni con Dallas (6 punti), Philadelphia (8 punti) e Orlando (3 punti) in cui Van Exel ha fatto quello che Popovich gli aveva chiesto: movimento, difesa, pressione e tanta corsa. Bellissima quella contro Chicago: 15 punti (massimo in stagione) con 6/10 dal campo, 4 rimbalzi e 3 assist, purtroppo però inutile per agguantare la vittoria.
IL FUTURO
Nei prossimi giorni nuove importanti sfide attendono gli speroni. Importante sarà capire se Ginobili avrà recuperato definitivamente dall'infortunio e interessante sarà vedere Duncan e Parker di nuovo all'opera. Questo il programma dei prossimi 10 giorni.
7 dicembre: San Antonio Spurs – Miami Heat = 98-84
9 dicembre: San Antonio Spurs – Boston Celtics = 101-89
10 dicembre: Atlanta Hawks - San Antonio Spurs = 94-84
13 dicembre: San Antonio Spurs - Los Angeles Clippers = 95-87 (d1ts)
15 dicembre: Minnesota Timberwolves - San Antonio Spurs = 88-90
17 dicembre: San Antonio Spurs - Sacramento Kings = 90-89
18 dicembre: New Orleans Orleans - San Antonio Spurs = 89-76