Darcy Tucker congratulato dai compagni dopo un goal
Inizia il mese di dicembre e oltreoceano è sempre grande hockey. Prima però i Lightning al St.Pete Times Forum colgono un altro prezioso successo, il 30 di novembre, contro i solidi Maple Leafs che proprio in Florida, ma contro i Cats, avevano centrato il successo numero 14 in stagione. La squadra di coach Tortorella ha impostato la gara sulla solidità in penalty killing, condizione di per sé difficile ma che si complica se gli avversari sono i migliori in powerplay in trasferta.
Le foglie d'acero però falliscono 6 opportunità su 6 in 5-contro-4 (compreso più di un minuto in doppia superiorità ) e subiscono il gol del tracollo da Pavel Kubina, che proprio in powerplay ha bucato il record-man Belfour (rimasto a 447 vittorie, secondo posto assoluto insieme a Sawchuk): per il ceco è il primo gol stagionale, gol che ha spezzato l'equilibrio creato da Antropov e St.Louis. Finisce 2-1 e per Tampa Bay continua il momento d'oro.
La sfida fra le derelitte del SouthEast dice Panthers i per i Capitals è buio totale. La gara di Sunrise è il recupero di quella posticipata qualche settimana fa a causa dell'uragano Wilma e alla fine i numeri bocciano pesantemente Washington che ormai è alla quinta sconfitta di fila: 29esimo powerplay della lega e anche contro i Cats vanificate 6 occasioni su 7, Ovechkin a secco da 6 gare (il russetto continua a ripetere che deve lavorare duro per migliorarsi) e Johnson che non riesce ad essere un adeguato sostituto di Kolzig.
Di contro un Luongo positivo (parata straordinaria su Ove a pochi secondi dalla fine), Horton che dopo aver saltato 10 partite per infortunio trova il gol e in generale seconda vittoria in quattro partite dopo le famigerate 12 sconfitte di fila. Le reti sono nate dalle stecche di Weiss, del succitato Horton e di Jokinen, mentre per gli ospiti Muir e Cassels hanno cercato di raddrizzare la partita. Niente da fare, Washington affonda.
"Il loro powerplay è il loro pane e burro" ha detto a fine gara una sconsolato Bob Hartley che ha visto i suoi Thrashers soccombere contro la franchigia che fuori casa meglio di tutte sa sfruttare le situazione di powerplay: i Maple Leafs di coach Quinn. I blu dell'Ontario hanno vinto infatti 4-0 in casa di Atlanta, col primo shutout in carriera del giovane goalie Tellqvist che nei primi 40 minuti ha stoppato ben 26 tiri degli avversari, ma soprattutto con 3 gol in superiorità e 1 in shorthanded.
Show dunque di Toronto che ha bucato Garnett due volte con Tucker, una col rookie Steen e una con l'ottimo Ponikarovsky, quattro gol per una partita che di certo non è stata nervosa come quella violentissima in cui i Leafs vinsero 9-1 contro i Thrashers. Gara che comunque ha visto un Atlanta particolarmente nervosa (5 penalità solo nell'ultimo periodo) e che alla fine ha fatto capire come i georgiani diano il meglio solo nel 5-contro-5. Lo avevano capito e infatti avevano ripreso a vincere.
A St.Louis ha risposto Seabrook, a LeCavalier ha replicato Bell. Poi negli shootout Grahame blocca proprio il tiro di Mark Bell e Brad Richards buca Anderson regalando così a Tampa Bay ancora due punti e l'ottava vittoria nelle ultime dieci partite. Ecco, sembrerebbe tutto normale ma i più attenti avranno notato che qualcosa non va.
E no perché la sfida tra i Blackhawks e i Lightning che è finita 3-2 era attesissima per il ritorno a Tampa di Khabibulin, il goalie dei miracoli che solo un campionato e due anni fa ha condotto i fulmini alla Stanley Cup. Ma il coach di Chicago, tale Trent Yawney, ha deciso di metterlo in panchina e per Khabi non ci sono stati problemi: "Abbiamo una partita domani e probabilmente ha fatto la cosa giusta; non sarebbe stato facile concentrarsi". E così rimane soltanto la vittoria di Tampa e il fatto che Grahame, a ben vedere, non fa per niente rimpiangere il portierone russo.
Ancora fuori casa gli Hurricanes volano a Dallas e di trasferte ora ne mancano 4. I ragazzi di Laviolette giocano maluccio e alla fine soccombono agli shootout contro un ottimo Hedberg, backup di Turco. Il gol decisivo che ha battuto Gerber è nato da una giocata controversa di Modano che ha leggermente frenato la sua corsa e che, per di più, non è riuscito a far passare il puck oltre la linea di porta: evidentemente per gli arbitri non è andata così e gli Stars si concedono la terza vittoria su tre ai tiri finali.
Nei tempi regolamentari era finita 4-4: la partenza shock dei Canes fa volare Dallas che va sul 3-1 con una doppietta di Modano. Poi il ritorno degli ospiti col giovane e sorprendente Ladd, ancora a segno, Stillman e Williams, il tutto condito dal gol di Morrow. Poi all'overtime Carolina usufruisce di ben 2 minuti di 5 contro 3 ma non ne approfitta e così cade ancora. Crisi?
Si, crisi. A Glendale, Arizona, gli uragani del North Carolina girano completamente a vuoto e consentono a ben 13 giocatori dei Coyotes di mettere a referto almeno un punticino. Ben 3 gol di Nagy più altri due assist, il suo compagno di linea Johnson fa doppietta e alla fine i ragazzi allenati da Gretzky bucano 8 volte Ward, e per ben 5 volte lo fanno in powerplay: tutti record per i Coyotes che non facevano tanti gol in generale e in powerplay da quando la franchigia non era di casa a Winnipeg e gli Hurricanes non subivano tanti gol in inferiorità numerica da quando non si chiamavano Hartford Whalers.
Insomma un 8-4 pesante per i rossi che hanno pure perso Ladd, ancora incredibilmente in gol, che nel secondo periodo è uscito per infortunio. A bucare Joseph, che intanto ha raggiunto la vittoria numero 408, ci ha pensato poi Staal, Brind'Amour e Kaberle… una magra consolazione per dei giocatori che stanno chiaramente tirando il fiato.
I paperi più famosi dell'hockey non sono una squadra che le franchigie del sud-est incontrano spesso. Forse sarebbe meglio così visto che i californiani battono i Thrashers portando così a 5 le vittorie consecutive e lasciando Kovalchuk e compagni nello sconforto. Il russo poi voleva dimostrare che i Ducks non sono la sua bestia nera (1 assist in 5 partite) ma, come volevasi dimostrare, Bryzgalov ha parato tutto, anche i tiri dell'Ilya più famoso dell'hockey.
Per Anaheim, che giocava la quinta partita della sua storia tra le mura amiche il sabato sera, i gol sono arrivati dalla mazza di Lupul e di McDonald che in powerplay ha spezzato l'equilibrio creato dai gol del suo compagno di squadra e di Larsen, al primo centro stagionale. Alla fine è 2-1 ma oltre alla prova opaca i Thrashers mettono a taccuino anche l'infortunio di Bondra, all'inguine. Chissà per quanto ne avrà .
E come spesso accade a un po' tutte le franchigie lontane dalla Florida, i Blackhawks vanno a Sunrise per completare il binomio di partite nella penisola assolata. Ma dopo la sconfitta agli shootout contro i Lightning, Chicago si inchina anche ai Panthers e anche questa volta conquistando un punto: il gol vittoria per i Cats è stato firmato dal solito Jokinen, gol per altro fortunoso.
E così gli Hawks perdono la quinta di fila e Khabibulin subisce ben 5 gol, di cui 2 ad opera dell'ormai ristabilito Horton che non la finisce di sottolineare quanto sia importante per lui giocare con due tipi come Roberts e Jokinen. I Panthers ormai rivedono la luce e ciò è testimoniato dalla terza vittoria in cinque partite, Luongo rida le giuste garanzie (35 parate) e se proprio ci deve essere una critica questa va posta nei troppi powerplay concessi agli avversari (5 nel solo ultimo periodo). Finisce 4-3 (a segno per i Cats anche Kolnik) e a Florida torna il sorriso.
"Devo dimenticare la mia esperienza a Washington". Parole di JJ, al secolo Jaromir Jagr che così ha risposto ai boo dei tifosi di Washington, squadra che contro i Rangers gioca un hockey meraviglioso. Kasparaitis non si spiega infatti come i Caps abbiano questo record e alla fine le aquile della capitale sono molto soddisfatte: il più di tutti è Ovechkin, ritornato al gol e autore anche di 3 assist, il meno felice Kolzig, ad un passo dal 34esimo shutout in carriera, trafitto a poco più di un minuto dalla fine da Prucha. Il festival del gol ha avuto inizio con Ovechkin, che poi ha servito il puck per i gol di Zubrus, Eminger e Halpern (in powerplay); il 5-0 parziale porta la firma di Pettinger. Per i newyorkesi la fortuna è che la prossima partita contro i Capitals è a marzo (in tre gare due sconfitte e una vittoria agli shootout dopo 15 round) e che una serata così a Lundqvist (5 gol presi in 21 tiri) non capirà tanto spesso.
I Senators ne avevano vinte 16 su 16 quando al termine dei primi 40 minuti conducevano la partita. Non ci è voluto molto a capire quindi in che direzione stesse andando il match quando i quotatissimi canadesi stavano conducendo per 4-2 contro i Panthers sul ghiaccio del BankAtlantic Center.
Ma per una volta i protagonisti non sono Heatley o Spezza, Alfredsson ha realizzato solo uno dei sei gol dei Sens e il duo difensivo Chara - Redden era fuori per infortunio. Alla fine è il sostituto di Havlat, tale Bochenski, a realizzare una tripletta storica: "Non avevo mai sentito parlare di questo ragazzo, ora lo so" ha detto Luongo tra il serio e il faceto a fine gara. A trafiggere Hasek, sponda Panthers, ci hanno pensato Hagman, Van Ryn e Nieuwendyk, ma non è bastato dunque a far evitare la sconfitta a coach Martin che ha perso di nuovo contro i suoi ex giocatori. Ora lo spettro di Wilma è alle spalle, questa è stata la seconda partita delle due recuperata. I Cats guardano avanti.
Bob Hartley lo ripete e ancora lo ripete: "Bisogna imparare a vincere nella stessa maniera in cui bisogna imparare a giocare a hockey". Vincere un partita, in altre parole, non è conseguenza naturale dell'essere i più forti. I giocatori dei Thrashers avranno ascoltato le parole del loro coach alla noia dopo la deludente gara in Arizona in cui i Coyotes, già castigatori dei Canes, hanno vinto per 5-2 contro Atlanta.
Eh già perché gli ospiti erano andati addirittura sul 2-0 nel secondo periodo grazie al 200esimo gol in carriera di Hossa e al gol di Kozlov, due powerplay gol. Ma poi qualcosa è andato storto: vabé che Nagy - Johnson è un duo esplosivo ma i Thrashers sono letteralmente crollati sotto i colpi dei coyote di Wayne Gretzky, consentendo così a Joseph di mettere a segno ancora una vittoria. E per i georgiani è di nuovo black-out.
Solite storie di goalie. C'è Gerber e ci sono i Ducks: due ex innamorati, ora separati. E poi c'è la partita: Gerber, ora con la maglia rossa di Carolina, para tutto o quasi, e la sua nuova squadra sbanca Anaheim, i cui goalie fanno due brutte figure (3 gol subiti a testa per Bryzgalov e Giguere). Poi a ben vedere il protagonista è un altro: un tale Kevin Adams che dopo la tripletta di qualche settimana fa ne infila un'altra (i primi tre gol della gara) e fa così il quarto, quinto e sesto gol stagionale.
Curioso modo di segnare, a colpi di tripletta. E poi ci sono i gol di Hedican, Williams e Staal, e ancora due shorthanded gol (a siglarli Adams e Hedican) e alla fine il tabellone dell'Arrowhead Pond dice così: Anaheim 2 - Carolina 6.
Ultima gara di questo recap quella dei Thrashers che contro i rigenerati Sharks perdono la quinta partita di fila. Facile, fin troppo, dire che San Josè sta vivendo una certa rinascita grazie al neo-acquisto Joe Thornton, e il coach ex Caps Ron Wilson lo ha ribadito più volte, ma è pur vero che concedere un doppio powerplay mentre tenti di recuperare uno svantaggio è deleterio oltre che stupido.
I Thrashers sono fatti così: grandi partite e altrettanto maestosi flop ed è così che ora la squadra di Atlanta spera di ritrovare la verve giusta sul ghiaccio amico contro i Blue Jackets. Larsen e due volte Hossa hanno cercato di raddrizzare una partita che è stata sempre in salita e il ritorno dalla California darà da pensare a Kovalchuk e soci: un 5-3 così deve far pensare.
Riassumendo dunque troviamo in testa alla Division ancora una volta Carolina (17-8-2) che zoppica ma continua a racimolare punti, seguita da Tampa Bay (15-10-3) che in settimana ne ha vinte due su due e che dunque tampina ancor più da vicino gli Hurricanes. Nei bassifondi Atlanta (10-16-3), Florida (9-15-4) e Washington (9-15-2): i primi sono in piena crisi, i secondi singhiozzano ancora mentre i capitolini continuano (a furia di dirlo sto diventando monotono) nella loro claudicante marcetta. Bene così.