Incredibile ma vero, un ex agente dei servizi segreti è oggi il miglior coach dell'NBA
1) Gregg Popovich
Possiamo finalmente dire che l'allievo ha superato il maestro (Larry Brown)? A mio modestissimo parere direi di si, perché gli attuali Spurs sono una delizia da guardare a livello tecnico, Greg Popovich è riuscito nel rendere le cose semplici redditizie al massimo livello. Per i puristi del gioco non sarà difficile capire che le soluzioni tecniche adottate dagli Spurs non sono niente di trascendentale, ma l'elevazione a livelli di perfezioni di tante soluzioni viste in 60 anni di NBA.
Un esempio ? Il famoso alto / basso Horry Duncan era usato molto spesso dai Minneapolis Lakers quando avevamo Mikan in mezzo, diversi decenni fa, quindi nulla di nuovo solo l'aver perfezionato tutto quello che c'era.
I progressi fatti dagli Spurs a livello offensivo nelle ultime due stagioni sono impressionanti, non più tardi di due anni fa quando trionfarono in finale contro i Nets, gli Spurs erano una squadra asettica, che spesso faticava a vincere quando la difesa concedeva più di 90 punti, oggi insieme ai Pistons sono l'unica squadra dell'NBA che riesce ad essere efficace adattandosi a qualsiasi ritmo imposto dalla squadra avversaria. Il tutto nato ovviamente dalla mente del vulcanico ex agente della CIA, oggi il miglior allenatore al mondo.
2)Larry Brown
Prima parlavamo del maestro, ed eccolo qua, uomo poliedrico per eccellenza, l'unico coach a vincere sia al college che nell'NBA, l'allenatore puro nel senso stretto della parola, poi però il coach di una squadra NBA spesso trova le difficoltà maggiori nel gestire un gruppo di ragazzi egocentrici e bizzosi e qui forse sta la differenza tra lui e Popovich, in quanto Brown nel suo passato spesso non è riuscito a gestire fior di talenti arrivando a cederli.
Per il resto a differenza di Popovich si è ricamato successi in ambienti diversi, portando i Clippers ai playoff negli anni bui, portando i Pacers a livelli di eccellenza assoluta, fermato solo dal solito Jordan, portando i Sixers tutto cuore e poco talento (Iverson escluso) ad un soffio dal titolo, e poi vincendo un anello strameritato con i Pistons. Adesso il profeta fa l'ultima scommessa della sua carriera cercando di risvegliare un dinosauro addormento da oltre 30 anni. Auguri Larry, ne hai proprio bisogno.
3) Rick Carlisle
Se non fosse per un fattore di anelli, Carlisle a mio modo di vedere vale assolutamente i due sopra. Coach con le idee chiare da sempre, al punto che Bird dopo il suo triennio di Head Coach ai Pacers disse che gran parte del merito del suo lavoro andava diviso con Rick. Indiana è una squadra tutto cuore, parte dalla difesa, ma in attacco ai suoi perché senza dubbio. Se c'è un esempio di squadra mai da dare per doma i suoi Pacers, e la loro serie di maggio contro i Pistons, quando senza Artest e con Jermaine O'Neal a mezzo servizio, si portò addirittura sul 2-1, ne è un biglietto da visita di tutto rispetto.
Amato dai giocatori ma allo stesso tempo molto esigente, è secondo me quello che tra gli allenatori di alto livello che ha ancora margini di miglioramento importanti. Tatticamente non ha schemi prefissati ma è il tipo di allenatore che fa di tutto per adattare il suo gioco al meglio a seconda delle caratteristiche dell'avversaria riuscendoci quasi sempre. Autentico maestro degli adattamenti, fattore assolutamente determinante nei playoff.
4)Phil Jackson
Voi mi direte, ma come il secondo allenatore più vincente di sempre solo 4°? Eh si, perché se ne facciamo un fattore di gestione dello spogliatoio nel suo complesso Phil Jackson da tre piste a tutti, fine psicologo, sa stimolare come pochi i suoi giocatori andando a toccare i nervi scoperti, ma come allenatore in senso stretto Jackson va detto che si è sempre avvalso di una mente di prim'ordine come Tex Winter, a cui quasi sempre ha delegato la gestione prettamente tecnica.
Questo non vuol certo ridurre il ruolo di Jackson a quello di un manager diplomatico, ma è evidente che tutta la filosofia del triangolo che gli è valsa nove titoli parte da un'idea altri messa a punto tra l'altra persona e applicata non scordiamocelo in squadre che hanno vinto l'anelli avendo a roster in tutte e nove le occasioni il miglior giocatore NBA del momento. Da questo punto di vista la stagione in corso per lui è un momento in cui per la prima volta dovrà mettersi a nudo, senza Tex Winter e senza lo Shaq dominante di inizio millennio, o il Jordan anni 90.
5) Jerry Sloan
Un solo credo: eseguire eseguire eseguire. Il coach che mette in campo sicuramente il playbook più ampio, con una varietà di soluzioni incredibile. Il suo credo cestistico è la corretta esecuzioni dei giochi da lui chiamati, sistema di gioco che spesso a fatto sopravvalutare qualcuno che in quel contesto aveva fatto bene e che poi in sistemi di gioco più liberi ha faticato non poco.
Ormai da una vita sulla panchina dei Jazz dopo un passato da giocatore nei Bulls, sembrava sul punto di cambiare squadra, ma ha deciso di rimanere ancora coi Jazz, e di sicuro visto il personaggio sarà un percorso ancora lungo. A mio modo di vedere non ha nulla da invidiare a quelli sopra, ma se vogliamo trovare il pelo nell'uovo non ha mai messo insieme un'organizzazione difensiva di primissimo ordine, per il resto produce basket per palati fini, e quando ha avuto gli interpreti giusti ha fatto vedere sempre gran bel gioco.
6)Flip Saunders
Potremo tranquillamente definirlo l'uomo del momento, visto che i suoi Pistons stanno andando a mille all'ora dopo che in molti in preseason la avevano quasi esclusi dal novero delle contender, con la bella novella che senza Larry Brown avrebbero perso molto. Ma Saunders non è solo questo ovviamente, perchè quello visto a Minnesota aveva messo in mostra una larghezza di vedute fuori dal comune per gli standard NBA odierni andando per primo a sperimentare soluzioni difensive derivanti dalle zone molto usate nel vecchio continente, in attacco ha sempre proposto una discreta varietà di soluzioni, il suo lavoro a Minnesota a mio modo di vedere è stato enormemente sottovalutato.
7)Eddie Jordan
Il vero giovane emergente, profeta assoluto della Princeton Offense nata dalla mente di Pete Carril, attuale assistente a Sacramento, Jordan oggi a Washington, è stato la mente oscura ma poi nemmeno tanto dietro ai due titoli di Conference vinti dai Nets nel 2002 e nel 2003, quando era assistente di Byron Scott, da quando lui si è spostato a Washington i Nets hanno sempre faticato e i suoi Wizard sono cresciuti molto.
Molto amato dai suoi giocatori, Jason Kidd in primis, è forse il miglior allenatore per far convivere giocatori più giocatori di talento insieme. Atteso alla consacrazione definitiva, intanto la passata stagione ha portato i Wizard in semifinale di conference dopo 20 anni di disastri a cui hanno assistito nella capitale.
8)Mike Dunleavy
E' chiaramente l'uomo del momento nell'NBA, perchè i Clippers ai vertici dell'Ovest è qualcosa a cui tutt'oggi molti stentano a credere, ma invece sono l'ennesima dimostrazione che tante volte programmi di ricostruzione totale ci mettono anni per decollare a causa della mancanza di coach all'altezza.
Ma Dunleavy nel suo passato aveva già , una finale persa nell'ultimo anno in cui giocò Magic Johnson, una sfiorata con i Blazers nel 2000, e un titolo di coach of the years nel 99. Dunleavy è il classico coach che sa creare il tipo di gioco in base alla materia umana da allenare, se gli si può trovare un punto nero nella carriera è forse il non aver portato a compimento il lavoro con i Blazer, ma a sua discolpa va detto che quel roster aveva troppe variabili impazzite da gestire.
9)George Karl
Anche qui va fatto un discorso di valutazione strettamente relativo al modo di allenare una squadra, e metterla sul campo, e non di gestione di uno spogliatoio NBA. Se ci si limita al campo Karl è un signor allenatore che nella sua carriera ha giocato una finale con i Sonics fermandosi solo davanti a sua Maestà Jordan, ne ha sfiorata un'altra con i Bucks del trio Cassell Allen Big Dog e sta attualmente facendo benissimo a Denver. Coach che non ha una sua filosofia di basket precisa, ma che sa benissimo adattarsi alle esigenze. Se poi ne facciamo un problema di gestione di gruppo sorgono spesso problemi, perchè Karl è quel tipo di allenatore che spesso stanca alla svelta i propri giocatori.
10)Mike D'Antoni
Personalmente ritengo il suo attuale basket “Run & Shot” qualcosa di molto vicino all'utopia cestistica, e applicabile solo avendo a roster giocatori specifici come Nash, ma da italiani che lo abbiamo visto tanto all'opera anche in un contesto diverso sarebbe molto riduttivo ridurre tutto il suo sapere cestistico a quello che fa con una squadra tutta particolare come gli attuali Suns, tant'è che nella sua precedente esperienza NBA a Denver praticava un basket molto diverso da quello attuale. Di sicuro è un coach che predilige i ritmi alti, il tiro dalla distanza, sfruttando poco o nulla il gioco spalle a canestro, e magari fino a che non arriverà al titolo sarà sempre visto come un sognatore, ma se quel sogno un giorno si avverasse potrebbe cambiare le sorti di questo sport.