NFC – Week 13 Report

I Cowboys non sono riusciti a fermare Strahan e compagni. E i Giants volano in testa alla NFC East.

NFC East

New York Giants 8-4, Dallas Cowboys 7-5, Washington Redskins 6-6, Philadelphia Eagles 5-7

Di Philadelphia ve ne ha parlato il nostro caporedattore nel suo resoconto. A noi invece il compito di parlare della partita forse più interessante, con Atlanta-Carolina, di questo tredicesimo turno. Ovvero New York Giants contro Dallas Cowboys.

Per una volta non costretti ad inseguire, non lasciando quindi la responsabilità  della vittoria tutta sulle spalle dell'attacco, New York è andata presto in vantaggio costruendosi un cuscinetto di 17 punti che la difesa ha conservato fino alla fine.

La difesa? La 24° difesa NFL ha vinto la partita contro il 13° attacco? Esattamente. Merito soprattutto della strategia di Tom Coughlin che, sapendo del vantaggio che godevano i suoi difensive ends sui diretti avversari, non ha adottato una tattica aggressiva con troppi blitz lasciando che fossero i tempi della partita a dettare le scelte in attacco.

Così un Bledsoe già  di suo non molto mobile è finito 4 volte tra le mani di Strahan e Umenyiora (3 sacks totali fra i due) non trovando mai i tempi giusti per lanciare e commettendo errori (2 lost fumble e 2 intercetti) che sono stati decisivi nell'economia della partita.

Dallas, dal canto suo, avrebbe potuto approfittare della giornata negativa dell'attacco dei Giants, nel quale si è salvato il solo Tiki Barber, per controllare il cronometro e dettare i tempi. Ma l'essere sotto nel punteggio ha costretto Parcells ad abbandonare, talvolta, il gioco di corsa (27 portate) a favore di Bledsoe (39 tentativi di lancio) esponendolo ad errori.

Il calendario ora propone per Dallas la sfida casalinga contro i Chiefs reduci da tre vittorie consecutive mentre i Giants voleranno vicino a Philadelphia. Un'eventuale vittoria di New York contemporaneamente ad una sconfitta dei Cowboys porterebbe i Giants ad avere due partite di vantaggio su Dallas con tre gare rimaste.

E visti gli avversari di Bill Parcells (a Washington e fuori contro i Panthers per chiudere in casa contro i Rams) viene da pensare che la partita di domenica ci può dare la seconda vincitrice di division.

In vantaggio per l'ennesima volta ad inizio dell'ultimo quarto i Washington Redskins non hanno perso la testa portando a casa un'importante vittoria che tiene aperte tutte le porte che possono portare ad un posto come wild card ai playoffs o anche al primo posto nella AFC East.

Washington era andata sopra nel punteggio subito nel secondo drive della partita con la corsa più lunga della stagione di un ritrovato Portis (136 yards finali e 2 segnature) finalmente messo nella condizione di produrre (27 portate rappresentano il dato maggiore della stagione escludendo le 29 corse della settimana scorsa) insieme all'altro running back Cartwright.

Con il grande lavoro della linea offensiva i Redskins hanno messo distanza fra loro ed i Rams andando poi in blitz frequentemente alla caccia del quarterback avversario (3 sacks subiti da Fitzpatrick) e tenendo St. Louis alla peggiore prestazione offensiva (in termini di yards) di tutta la stagione.

Boccata d'ossigeno necessaria per Washington ora ha un incontro tutt'altro facile la settimana prossima in Arizona con due scontri di division decisivi nelle settimane successive (in casa contro i Cowboys e poi a East Rutherford contro i Giants).

NFC North

Chicago Bears 9-3, Minnesota Vikings 7-5, Detroit Lions 4-8, Green Bay Packers 2-10

La 13° settimana proponeva due sfide di divisione con i Bears che ospitavano al Soldier Field i Packers, imbattuti fra le mura nemiche dal lontano 1993, e Minnesota che andava a Detroit nella squadra presa in mano dal chiaro allenatore ad interim Dick Jauron.

Hanno vinto le due squadre che, non per niente, sono in testa alla division con Chicago a fare filotto (impresa che non riuscivano a mettere in piedi dalla stagione 1985 quando partirono 12-0) e Minnesota con la quinta doppia V in altrettante partite.

La particolarità  è che le due strisce hanno un comune denominatore: la difesa. Quella di Chicago ha tenuto i Packers a un solo touchdown (il 5° in sei partite del RB Gado) costringendo Favre a lanciare 58 volte (quasi attentato il record carriera di 61 lanci) e intercettandolo due volte.

Quella di Minnesota invece continua a sfruttare le opportunità  che gli attacchi avversari concedono intercettando, nell'occasione, Garcia sì solo una volta ma quella decisiva. Infatti i Lions, per quanto sorprendente possa sembrare, erano tornati sotto nel secondo tempo quando la S Chavous intercettava un passaggio del quarterback sulle proprie 7 a meno di un minuto dalla fine.
I Vikings, dunque, sono sempre più in corsa per un posto come wild card grazie anche ad un Brad Johnson attestato su livelli buoni (8 TDs a fronte di 2 INTs) che, a differenza di Culpepper, non forza passaggi e decisioni non esponendo l'attacco a facili turnovers.

Cosa che invece Brett Favre continua a fare. Un po' per la sua natura un po' per la situazione attuale di Green Bay del quale già  la settimana scorsa vi avevamo parlato.

Due parole anche sui Lions anche se preferiremmo risparmiare alla tastiera lo stress derivante dalla pressione delle dita dello scrivente sulla stessa. Ma d'altronde la NFL è composta da 30 squadre mica per niente.

Dunque Detroit: coach nuovo, vita nuova pensava Matt Millen (20-50 il record della sua squadra da quando ne è presidente). Invece i Lions presentano gli stessi problemi legati all'inconsistenza della squadra, la mancanza di fiducia reciproca dei giocatori, l'alternarsi nel ruolo di quarterback di Garcia e Harrington, Kevin Jones infortunato, Charles Rogers inattivo sebbene scoppi di salute".
Insomma avete capito.

Chiudiamo l'analisi della division con una domanda: cosa succederà  ai Bears quando si troveranno di fronte una formazione forte difensivamente ma che ha la capacità  di mettere punti sul tabellone? Ha Chicago le qualità  per giocare una partita rincorrendo nel punteggio?

La risposta a queste domande è il viatico per capire chi si giocherà  il Championship il 22 gennaio per rappresentare la NFC al Super Bowl.

NFC South

Carolina Panthers 9-3, Tampa Bay Buccaneers 8-4, Atlanta Falcons 7-5, New Orleans Saints 3-9.

Sette giorni e cosa è cambiato? Meno di niente. Certo abbiamo visto Carolina togliersi la scimmia dalla spalla con la vittoria contro i Falcons che Santini ha ben raccontato ma la situazione è ancora incerta.

Dicevamo del primo round andato ai Panthers che, quando riescono a correre, sono la miglior squadra nella NFC. Contro Atlanta il RB Foster è andato sopra le 130 yards migliorando notevolmente la miglior prestazione di un running back di John Fox quest'anno (il precedente erano le 81 yards di Davis) mentre la difesa si produceva nel 24°, 25°, 26°, 27° e 28° sacks dell'ultime cinque partite mandando in confusione l'attacco dei Falcons.

Per chiudere una curiosità  statistica. L'ultima squadra ad apparire nel Super Bowl con un gioco di corsa così basso (24° della lega con 94.7 yards a partita) furono i Patriots del 1996.
Che, per inciso, quella partita la persero.

Da dove si inizia per commentare una partita cha ha visto una squadra segnare solo un field goal e l'altra, nettamente superiore, fare altrettanto con l'aggiunta di un TD pass grazie soprattutto alla magica stagione che stava avendo uno dei suoi ricevitori?.

Ma dalla fine ovviamente con il gioco della partita ovvero il pick di Barber (il terzo della domenica) su un lancio in end zone di Brooks che, se ricevuto, avrebbe portato le due squadre in parità  e la prospettiva di un overtime che non avrebbe reso giustizia a quello che si era visto in campo.

Cioè una sola squadra, i Buccaneers. Bravissimi nello sfruttare la giornataccia di Aaron Brooks, solidi difensivamente, appena sufficienti in attacco con il QB Simms che, però, non commetteva errori facendo felice coach Gruden con una buona gestione del cronometro e un ottimo coinvolgimento del reparto corse.

La chiave per i Saints infatti risiedeva infatti nella pressione che i propri difensori avrebbero saputo mettere su Simms forzandolo in situazioni difficili e capitalizzando suoi eventuali errori. Ma la linea difensiva di New Orleans è arrivata a Simms solo una volta.

La chiave della partita è tornata nelle mani e nella testa di Brooks che, una settimana dopo la brillante prestazione contro i Jets (forse proprio perché giocava contro i Jets!!!), è tornato alla normalità  sprecando anche tre drives che vedevano i Saints sulle 25 di Tampa Bay (due volte) e sulle 30 (una volta).

NFC West

Seattle Seahawks 10-2, St. Louis Rams 5-7, Arizona Cardinals 4-8, San Francisco 49ers 2-10

Vorrà  dire che per parlare di Seattle il vostro dovrà  aspettare di vedere uno dei due divisional playoffs games che vedranno protagonisti la squadra dello stato di Washington.

Dopo la vittoria contro Philadelphia nel Monday Night che Teo ha ben riassunto nel pezzo che potere leggere qui su playit, Seattle è la prima formazione della NFC ad arrivare in doppia cifra nella colonna sinistra.

Dietro la formazione di Mike Holmgren c'è bagarre per" il secondo posto, che non dà  diritto a niente se non alla classica medaglia di cartone o quantomeno al riconoscimento di essere la seconda formazione della NFC West.

Perché da salvare c'è poco. Andiamo in ordine sparso con la consapevolezza di non fare torto a nessuno. Ci piacciono i Cardinals innanzitutto. Qualcuno storcerà  il naso. Ma come fa a piacere un squadra che ha vinto un terzo delle partite fin qui disputate e la cui esatta metà  è venuta contro la peggior squadra della lega?.

E' bastato guardare la ricezione di Boldin e le 54 yards corse fino al tuffo in meta per capire che, offensivamente, Arizona c'è, con la coppia di ricevitori ancora sopra le 100 yards, con Warner ancora sopra le 350 passate.

Ma le cose buone si fermano qui se è vero che la difesa della squadra guidata da Dennis Green aveva fatto fare un figurone al rookie quarterback Alex Smith che aveva chiuso il primo tempo con un rating di 114.6. Ovvero del 554% migliore di quello con cui aveva iniziato la partita.

Dall'intervallo buio totale però. Con Arizona più attenta nella gestione (11 penalità  per 80 yards alla fine) San Francisco tornava ad assomigliare alla squadra che abbiamo visto all'opera in questo 2005 con tackles sbagliati se non mancati, una secondary senza esperienza, un running game praticamente inesistente.

Il gioco di corsa è comunque una costante, negativa, delle tre squadre in fondo alla division. Se però da una parte Cards e 49ers non hanno, oggettivamente, tanta carne al fuoco nello spot di running back i Rams non possono dire altrettanto.

E ci ostiniamo a non capire come possano i vari allenatori dei Rams a non chiamare più giochi per Jackson e Faulk (anche contro i Redskins 12 giochi di corsa contro 44 passaggi) anche tenendo in considerazione che a lanciare c'è una persona che sì sarò laureata ad Harvard ma che, non a caso, era stato scelto nel girone dell'Inferno al draft di quest'anno.

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