Pau Gasol: new look, nuova grinta
Per una franchigia che da anni era accantonata nel mucchio delle perdenti arrivare ai Playoff è certamente un ottimo risultato. Se in più ci aggiungete arrivarci per due anni consecutivi e dopo aver cambiato di città , il risultato vi sembrerà ancor più straordinario.
Non tutti però la penseranno come voi e anzi, ci sarà qualcuno, come Jerry "the logo" West, che si darà molto da fare per cambiare le cose.
E di fatto da fare se l'è dato davvero il caro vecchio West.
Dopo il rinnovo la scorsa estate di Gasol l'obbiettivo era chiaro: circondare il talentuoso giocatore spagnolo di "role players" con un buon livello per cercare di superare il primo turno dei Playoff e consolidare la posizione della franchigia di Memphis nel panorama della NBA.
La scorsa stagione però non è andata troppo bene, sia come risultati (qualificazione in extremis e "sweep" per il secondo anno consecutivo) sia come "feeling", c'erano troppi problemi nello spogliatoio. Fratello aveva già fatto vedere durante la stagione di non gradire certi giocatori e Jerry West lo ha accontentato sbarazzandosene.
Il risultato è stato un'estate molto movimentata per la franchigia della città di Elvis. Come tutti sappiamo se ne sono andati Wells, Posey, Swift, Williams, Watson e sono arrivati Stoudamire, Jackson e Jones. Le aspettative create da quest'estate tumultuosa erano decisamente basse. La sensazione era di essersi tolti un peso con le partenze di giocatori polemici come JWill e Wells, ma di aver perso anche molto talento.
Memphis si presentava all'inizio della stagione come un grosso punto di domanda.
Il primo bilancio però, dopo quattordici partite, è tutt'alto che negativo. Infatti nella casella delle "W" gli Orsi collezionano ben nove partite contro cinque "L". Un risultato che ha sopreso più di un esperto analista. Infatti la squadra di Memphis era data come una candidata a finire nella lotteria del draft. Al giorno d'oggi invece, col bilancio attuale, si trova in un più che degno quinto posto, a sole due vittorie dai leader della Conference: i Dallas Mavericks.
Proprio i Mavs sono stati l'ultima vittima dei Grizzlies, che hanno vinto con un chiaro e tondo 112-92. Grazie soprattutto a una prestazione superlativa di Pau Gasol: 36 punti e 15 rimbalzi.
Non è stata l'unica vittoria di peso però, in questo mese scarso di competizione i Grizz hanno avuto il tempo di battere King James e i Cavaliers, i Suns dell'MVP e i Rockets orfani di T-Mac.
In tutte queste vittorie il grande protagonista è stato lo spagnolo Pau Gasol, che per ora sta facendo una stagione da All-Star con statistiche eccezionali. Non è in punti e rimbalzi, dove si muove su cifre alle quali ci ha già abituato (19.8 e 8.9 rispettivamente), ma è nelle altre statistiche dove soprende: 4.1 assist e 2.64 stoppate a partita.
Numeri che denotano una notevole crescita in tutti gli aspetti del gioco che si traduce in un miglioramento in tutte le statistiche principali. Inoltre sembra che finalmente Gasol si stia togliendo di dosso la fama di giocatore "blando", è non è solo al suo look aggressivo (grazie alla barba incolta), anche Eddie Jones ha dichiarato che quest'anno Gasol sembra diverso e deciso a farsi rispettare sotto canestro.
Ma non è certamente il solo giocatore che ha sorpreso quest'anno. Infatti lo stesso Jones, arrivato grazie al maxi-trade di quest'estate, sta dimostrando di essere un giocatore molto affidabile dalla lunga distanza con un ottimo 45.9% dalla linea dei tre punti che conferma la buona impressione che aveva lasciato l'anno scorso in Florida.
Anche Battier sta vivendo la sua miglior stagione in quanto a punti per partita (esclusa quella da rookie) e fa sfoggio di un sorprendente 56.6% nei tiri dal campo.
L'unico giocatore che invece sta deludendo le aspettative è Damon "mighty mouse" Stoudamire che ha cominciato la stagione tirando molto male e non riuscendo a prendere le redini della squadra, tant'è che si è visto più volte surclassato da un convincente Bobby Jackson. Mike Miller, dal canto suo, è stato messo in ombra da Jones e attualmente parte dalla panchina insieme al suddetto veterano Jackson.
Il miglioramento di questa squadra va attribuito in gran parte a Mike Fratello, un allenatore della scuola "tatticista", che ha sempre dimostrato di saper spremere al meglio ciò che si trova per le mani, seppur con uno stile discutibile.
Per lui quest'anno non ci sono scuse, i bistrattati Bonzi Well e "cioccolato bianco" Williams sono partiti e l'unica pecca pesante che si può trovare nel roster è la mancanza di un vero lungo da affiancare a Gasol che dia garanzie, visto che Lorenzen Wright per ora è più che deludente, tanto che Fratello ha spesso messo in campo un quintetto da "small ball" con Gasol centro, Battier come ala grande anomala, Miller, Jones e Stoudamire.
Qual è il limite di questi Grizzlies? È difficile dirlo ora, li avevano scartati troppo presto e orasarebbe un errore fare previsioni avventate. I Playoff devono essere l'obbiettivo, non c'è tempo per stagioni di transizione, è arrivato il momento per i ragazzi di Fratello di dimostrare quello che valgono. L'incoraggiante inizio di stagione ha risposto a molti quesiti che ci aveva lasciato la tumultuosa estate, ma ne rimangono ancora molti da risolvere.
Sicuramente però questa squadra merita fiducia, se Gasol esplode definitivamente e Fratello gestisce con abilità i giocatori che ha a disposizione questo non sarà il primo grugnito Grizzly della stagione.