Denver vola assieme a Camby

Marcus Camby sta registrando cifre tra le migliori di carriera al suo nono anno di Nba.

L'inizio di campionato dei Denver Nuggets è stato quantomeno incerto e contraddistinto da un record di 1-3 che stonava con i pronostici positivi fatti per la squadra in sede di pre-stagione.

La franchigia del Colorado ha subito dato al tutto un colpo di spugna, rendendosi protagonista di 6 vittorie nelle ultime 9 partite disputate con una striscia di 4 successi consecutivi interrotta solo dallo stop di Detroit, striscia che ha permesso loro di raggiungere la vetta della Northwestern Division a mezza partita di distacco dai T-Wolves.

Il merito di ciò è attribuibile alla nuova mentalità  portata da George Karl, già  protagonista di un'ottima seconda parte di stagione 2004 alla guida della squadra quando aveva compilato il miglior record ogni epoca dopo la pausa All-Star, al sistema difensivo molto migliorato, ad un Carmelo Anthony desideroso di riscatto dopo una stagione inferiore alle (grandi) attese, ma soprattutto ad un centro che in questo momento è definibile come il migliore nel ruolo di tutta la Nba per quanto riguarda questa prima dozzina di partite, ovvero Marcus Camby.

Il centro dei Nuggets sta giocando, per parafrasare coach Karl, come un uomo in missione, come un uomo cosciente del fatto che se è in salute può fare tanta, troppa differenza grazie ad un fisico atipico che gli permette di combinare la statura all'agilità  e l'abilità  di catturare i rimbalzi ad una mano alquanto educata anche dai 4-5 metri fronte a canestro; la sua struttura esile e snella non gli preclude di essere un rapace difensivo, grazie all'ottima mobilità  di piedi in rapporto ai centimetri e grazie a braccia e gambe lunghissime, smisurate, che gli permettono di sorvolare qualsiasi attività  offensiva degli avversari e di rispedire a casa diverse conclusioni del malaugurato di turno, nonché di percorrere il campo con estrema efficacia.

In questo delicato momento della stagione di Denver, con Nenè fuori per la stagione e con Martin a riposo per 5 partite a causa di tendinite al ginocchio, Camby è diventato il punto di riferimento dentro l'area verniciata ed ha offerto una serie di prestazioni tali da considerarlo senza discussioni l'Mvp dei Nuggets di questa prima serie di partite.

I suoi numeri sono impressionanti: 23 punti con 17 rimbalzi e 6 stoppate contro Portland, 18 punti e 22 rimbalzi contro Minnesota, 21 punti ed altrettanti rimbalzi nella recente vittoria contro Memphis, 17.0 punti di media (career high), 14.3 rimbalzi di media (primo di tutta la lega) 3.58 stoppate rifilate a match (seconda miglior media Nba), 10 doppie doppie in 13 apparizioni, tutte cifre da sicuro All-Star.

Nella sopracitata vittoria contro i Grizzlies, Camby ha registrato per la seconda volta in maglia Nuggets e per la quarta volta in carriera una partita con almeno 20 punti e 20 rimbalzi entrando in un club esclusivo della franchigia che comprende nomi quali Dikembe Mutombo, Antonio McDyess, Fat Lever e George McInnis, tutti autori di tale impresa almeno due volte.

Ma il contributo di Marcus non è misurabile solo con le statistiche alla mano, va ben oltre: questa settimana contro i Washington Wizards, già  autore di 24 punti, 14 rimbalzi e 4 stoppate, ha effettuato la giocata decisiva preservando il vantaggio di 3 punti che Denver aveva allo scadere riuscendo a fermare nientemeno che Gilbert Arenas, il quale prima di tentare il tiro del pareggio da oltre l'arco aveva già  segnato 36 punti.

Dopo il timeout e la conseguente rimessa in gioco a Camby è stato assegnato il compito di andare a marcare proprio Arenas, e lo schema studiato appositamente da Karl ha funzionato al meglio: con la guardia dei Wizards appostata in posizione frontale rispetto al canestro, Camby è riuscito a sporcargli il possesso del pallone, facendoglielo recuperare con difficoltà ; quindi Arenas ha apparentemente superato il centro alzandosi per la conclusione del pareggio da dietro l'arco, ma Camby ha recuperato la posizione da dietro stoppando la conclusione a fil di sirena decretando così la terza vittoria consecutiva di Denver all'Mci Center.

"Eravamo sopra di tre punti", ha detto il protagonista della giocata, "e volevo commettere fallo su Gilbert per evitare che tirasse da fuori; sono riuscito a deviare il pallone e quindi a recuperare la posizione per stoppargli il tiro. Ero nel posto giusto al momento giusto. Per quanto riguarda il momento della nostra squadra ed il mio ruolo in tutto ciò vorrei parlarne il meno possibile e semplicemente ringraziare i miei compagni, che mi stanno servendo i palloni nelle posizioni che preferisco e che assieme a me stanno facendo un grandissimo lavoro. Se siamo dove siamo è merito della squadra, io mi impegno al massimo ma da solo non conterei nulla."

E come dargli torto, dando un'occhiata alle statistiche di squadra dei Nuggets?
La squadra ha infatti confermato l'alta posizione nei rankings difensivi ottenuta anche nel 2004 per quanto riguarda tiri stoppati e palloni recuperati, mentre ha nettamente migliorato le voci concernenti i rimbalzi e nella percentuale al tiro concessa agli avversari trovandosi quasi al top di ogni singola categoria statistica difensiva.

I risultati delle continue strigliate di Karl sono dunque evidenti ed il coach, memore del difetto difensivo che portava la squadra ad applicarsi con decisione solo nel quarto periodo, ha cominciato a tartassare le menti dei suoi giocatori sin dal training camp promettendo a ciascun elemento del roster che chi non difendeva adeguatamente non avrebbe mosso il fondoschiena dalla panchina.

"Il coach sa che abbiamo diverse qualità " – continua Camby - "ovvero che sappiamo giocare in transizione, che sappiamo colpire gli spazi giusti quando si creano, ma vuole che restiamo concentrati al massimo sulla difesa. Lui ce lo ricorda in ogni momento, sa che abbiamo fatto dei progressi ma sappiamo che lui pretende che diventiamo il miglior team difensivo della Nba e per farlo c'è tanto da lavorare."

Quello che sta giocando Camby è il quarto campionato con i Denver Nuggets: proveniente da Massachusets, fu eletto giocatore dell'anno per il 1995/1996 ed ebbe avuto il ruolo principale nell'approdo nello stesso anno della sua università  alle Final Four restando nella storia della Ncaa quale quarto giocatore in assoluto a superare il traguardo delle 300 stoppate nella carriera collegiale.

Scelto dai Toronto Raptors nel draft del 1996 partì titolare in 39 delle 63 partite disputate saltandone 19 per infortunio e segnando 14.8 punti a partita con 6.3 rimbalzi e 2.08 stoppate, quest'ultima miglior prestazione di squadra.

Tuttavia l'esperienza canadese durò solo un biennio, e all'inizio del suo terzo anno da pro, precisamente nella notte del draft 1998, Marcus venne scambiato con i Knicks per Charles Oakley ed i diritti su Sean Marks; a New York Camby raggiunse la Finale Nba nella stagione azzoppata dal parziale lockout dei giocatori perdendo in 5 partite contro i San Antonio Spurs, ma quella stagione fu senz'altro da ricordare in quanto lo vide tra i protagonisti della cavalcata vincente in postseason di una squadra che si era piazzata all'ultimo posto disponibile della griglia e che affrontò delle dure battaglie sgominando Miami nel primo truno in una serie epica, eliminando gli Hawks senza mai perdere e sconfiggendo Indiana nella finale di Conference proprio con Camby ad emergere quale sostituto più che degno di un Pat Ewing infortunatosi durante la serie.

Gli anni che seguirono confermarono sia le sue qualità  che le sue tendenze ad infortunarsi ed a saltare un numero elevato di partite (dal 2000 al 2002 presenziò a 151 gare rispetto alle 246 giocabili), fattore che indusse con ogni probabilità  i Knicks a liberarsene mandandolo a Denver assieme ai diritti su Nenè Hilario in cambio di Antonio McDyess ed i diritti su Frank Williams.

Oggi Camby è il giocatore che più di tutti, Carmelo Anthony compreso, sta facendo la differenza in positivo per i Denver Nuggets e sta riuscendo nell'intento di dimostrare quanto possa apportare alla propria squadra quando riesce ad essere lontano dagli infortuni, ovvero quando le sue doti fisiche in velocità  ed in salto verticale possono essere utilizzate al massimo.

Per lui questa stagione potrebbe essere da ricordare: al nono anno di Nba può portare i Nuggets molto lontano e dare fastidio, anche nei playoffs, a squadre che non possono contare su un elemento atipico come lui, che può creare problemi in transizione ai centri avversari più grossi essendo più scattante ed agile, e che con la statura a disposizione può arrivare dove nessuno, in questo inizio di campionato così incerto per quanto riguarda molte delle super potenze della Western Conference, è riuscito ad arrivare.

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