Come andrà la relazione più complicata della lega?
Ci sono infortuni che cambiano una stagione di una franchigia e altri che stravolgono l'equilibrio dell'intera lega. Inutile dire che quello di Stoudemire appartenga alla seconda categoria e non può essere sufficiente vedere i Suns col miglior record prestagionale della Pacific per pensare che comunque i favoriti saranno i tiratori scelti di Mike D'Antoni.
E quindi chi parte coi favori del pronostico? Nessuno, visto che ognuna delle squadre che gioca nelle vicinanze del Pacifico ha qualche buon motivo sia per disputare una buona stagione sia per deludere i propri tifosi.
Phoenix Suns
Pro
– Non si è ancora trovato un giocatore che peggiori giocando a fianco di Steve Nash e non si vede perché i nuovi arrivati dovrebbero essere le famose eccezioni che confermano qualsiasi regola. Il canadese si trova bene come non mai nello stile D'Antoni e l'infortunio di Stoudemire obbliga i Sunas ad alzare, se possibile, ancora di più il ritmo.
– Marion avrà più palloni giocabili e potrà dimostrare una volta per tutte che giocatore è, se è l'all star che durante i playoff dello scorso anno sosteneva di essere avrà la possibilità di dominare in varie classifiche statistiche, The Matrix a lei la parola, anzi lo spalding"
Contro
– L'infortunio di Stoudemire ha cambiato totalmente le prospettive dei Suns e non è detto che sia facile per un gruppo messo assieme per andare a giocare contro gli Spurs la finale di conference reinventarsi squadra che deve lottare in ogni singola gara per centrare la post season
– Nonostante i poteri quasi miracolosi di Nash il talento degli esterni è nettamente calato. Q-Rich e Joe Johnson non sono giocatori che cambiano radicalmente una squadra ma hanno nelle mani venti punti a sera contro qualsiasi avversario. Bell, Diaw e House no, anche se sulla carta sono migliori difensori.
Sacramento Kings
Pro
– Bibby, Wells, Stojakovic, Thomas, Miller con Abdur-Rahim e Garcia (occhio al rookie cresciuto con Pitino) dalla panchina, a livello di talento la squadra di Adelman è di prima fascia. Wells darà una dimensione fisica e atletica che non c'era in passato mentre la coppia Thomas-Miller ha mani incredibilmente morbide per gli standard NBA. Se Peja rimetterà a posto la mano tenerli sotto i 100 non sarà impresa semplice per nessuno
– Mike Bibby, ovvero uno dei primi 3 playmaker NBA, con le redini della squadra in mano dall'inizio. E' finito il periodo del triumvirato, del Webber un po' più uguale degli altri. Ora la squadra e le responsabilità sono dell'ex Arizona e probabilmente, dopo anni, i Kings sono nelle mani giuste.
Contro
– Una cosa è giocare la Princeton offense con Webber e Divac a dar via la palla dal post alto, un'altra avere Thomas e Miller con uno come Wells a interpretare il gioco senza palla. I Kings probabilmente dovranno cambiare sistema con meno giochi a tre e più isolamenti per Wells e Abdur-Rahim, non è detto sia una trasformazione rapida e indolore.
– Se n'è andato Bobby Jackson ovvero un lottatore, un agonista che entrava in campo e cambiava il volto delle partite ed è arrivato lo sceriffo, ovvero il giocatore in attività con più gare di stagione regolare senza nemmeno un'apparizione in post season. Questa per Rahim è l'ennesima stagione del riscatto, i precedenti non sono proprio incoraggianti.
Los Angeles Lakers
Pro
– E' tornato sua eminenza Zen Phil Jackson, uno che di solito, quando gli va male, arriva a un paio di partite dal portarsi a casa un anello. Un ritorno che riporterà un po' di serenità in casa Lakers (oltre che in casa Bass"), non troppa però dal momento che Jackson si è lasciato non benissimo con Kobe. Si preannuncia una stagione di giochi psicologici, ci sarà da divertirsi"
– Bryant&Odom hanno molto di quello che serve per essere una grande coppia a partire dal talento e Jackson potrebbe metterli nella stessa lunghezza d'onda. Bryant ha vissuto finalmente un'estate tranquilla in cui ha potuto pensare agli allenamenti e non ai processi, le motivazioni non gli mancheranno (e nel caso Jackson qualche parolina gliela dirà ), i numeri sono quelli da primi 5 giocatori NBA, insomma se cercate qualcuno che più di tutti vuole portarsi a casa un titolo di MVP fermatevi a quello con l'otto in gialloviola
Contro
– Il rapporto Jackson Bryant corre su un filo e non è detto che entrambi siano buoni equilibristi. Jackson ora ha più potere di quando se n'è andato, Bryant ha un ego con cui nessuno può pensare seriamente di scendere a compromessi, nemmeno lo Zen Master. Il rischio che uno dei due nel bel mezzo della stagione pronunci la parola trade c'è.
– Kwame Brown, Chris Mihm, Brian Cook e Stanislav Medvedenko. Questo il pacchetto di lunghi per la stagione e la sensazione è che ci saranno molte più serate in cui tutti giocheranno sotto la sufficienza rispetto a quelle in cui tutti si meriteranno lo stipendio. Se ci si aggiunge che l'unico playmaker di ruolo è Smush Parker non ci si mette molto a capire che il problema Lakers sarà la qualità dei così detti role player.
Los Angeles Clippers
Pro
– Sono arrivati Cassell e Mobley a portare esperienza e leadership nel reparto dietro mentre sotto ci si aspettano progressi da Kaman in mezzo all'area oltre al solito contributo dai due ex Duke Maggette e Brand. Per farla breve: non sembrano i classici Clippers, ma una squadra costruita per andare ai playoff subito e non fra tre stagioni, un evento.
– Maggette è a un tiro perimetrale affidabile dall'essere un all star, con Mobley e Cassell a menar le danze si potrebbero notare meglio le sue doti e scordarsi di quel tiro che va e viene. Inutile dire che questo vorrebbe dire che si sarebbe trovata la chimica giusta e Clippers ai playoff"
Contro
– Con che spirito giocherà Cassell? Con quello di chi è venuto a tirare avanti attendendo la fine di una gloriosa carriera o con quello di chi vuole dimostrare alla NBA - e a un paio di signori a Minneapolis in particolare - che può ancora fare la differenza? Perché Livingston è un gran bel prospetto e forse diventerà un all star, ma quest'anno i Clippers dipenderanno molto dalle lune di Sam I am, rischio non da poco"
– La tradizione ha la sua importanza e quando non vai ai playoff da così tante stagioni da aver perso il conto non basta avere una squadra sulla carta da prime 8 della conference per essere ancora in campo quando conta davvero, si deve fare uno sforzo in più e non è detto che la squadra di Dunleavy ci riesca anche perché la panchina non è di altissimo livello, Livingston escluso. Mica si può chiedere a Sterling di buttar via soldi anche per chi in campo ci va poco…
Golden State Warriors
Pro
– Dall'arrivo del Barone (27 febbraio) il record dei Warriors è stato 18 vinte e 10 perse, 11 vinte nelle ultime 15 gare di stagione regolare andando una sola volta sotto i 100 punti segnati. Non le cifre che ti aspetti da una squadra che ha chiuso con 34 vittorie e ultimo posto nella division. Se il trend continuerà a Oakland la stagione avrà ancora senso dopo la pausa All Star Game.
– Baron Davis e Jason Richardson sono una delle coppie dietro più spettacolari della NBA, forse la migliore a livello atletico. Dunleavy e Murphy sono una coppia di ali intercambiabile in grado di punire la difesa da ogni posizione. Fermare questi 4 se in serata è impossibile, meglio pensare a segnarne 120 per vincere, non proprio una formalità . Non saranno i Suns dello scorso anno, ma come talento offensivo non ci vanno poi così lontano.
Contro
– Le volte in cui il Barone è in perfette condizioni fisiche difficilmente superano la dozzina all'anno, scegliete voi se per colpa della schiena o delle ginocchia. Inutile dire che i Warriors senza Davis sono un'altra squadra, quella delle 16 vinte nei primi 4 mesi della scorsa stagione. Per capire la stagione dei Warriors basterà andare alla casella partite giocate del Barone, si potrà pensare ai playoff solo se saranno attorno alle 70"
– Fisher e Pietrus potrebbero dare una buona mano dalla panchina, Diogu una volta rientrato dall'infortunio potrebbe sorprendere, ma in mezzo i Warriors difficilmente troveranno punti con continuità : Foyle è un onesto mestierante dell'area pitturata, mentre Biedrins è alla stagione del lancio ma non è detto che riesca. Poco per arrivare alla post season, ma già che si parli di playoff per i Warriors è una discreta novità (11 anni fa l'ultima apparizione).