Steve Francis contro Dwyane Wade: spettacolo!
Fino a ieri su Nba.com figuravano le classifiche delle sei division, in base alle partite del pre-campionato, con tanto di numerini dall'1 all'8 delle squadre che, se la stagione finisse oggi, sarebbero nei playoff 2006.
Si va beh. E allora a 'sto punto diciamo pure subito “Primi i San Antonio Spurs” così andiamo in vacanza che è già estate.
E invece no. I nero-argentati hanno disputato una pre-season all'insegna della sconfitta, con una pessima percentuale di vittorie che li avrebbe visti fuori da ogni discorso playoff.
Tutto 'sto casino per dire una cosa che sa molto di scoperta dell'acqua calda: la pre-season non conta una mazza.
Tuttavia la costa Est presentava una situazione ben diversa e decisamente più esplicativa. Per esempio, nella Southest division, al termine della pre-season, alla fase finale sarebbe approdata" una sola franchigia. Gli Orlando Magic.
Un quadro che tutto sommato rispecchia abbastanza gli equilibri di forza della Division. Dai, su. Noi tutti sappiamo che effettivamente, nella Southest, una sola è la squadra che sicuramente andrà ai playoff, roba da 100%: i Miami Heat.
Inutile starci a girare più di tanto. Shaq vuole l'anello, Wade pure. Figurarsi Pat Riley. Quest'anno ci riprovano e non è detto che non ci riescano. Sulla carta gli Heat sono secondi solo agli Spurs. Antoine Walker, James Posey, Jason Williams e Gary Payton sono da quintetto in una qualunque altra squadra. Probabilmente, in campo con O'Neal e Dwyane alla prima contesa ci andranno però solo Posey e J-Wil. Gli altri due seduti, si parte dalla panchina: stare 40 minuti in campo assieme alla Combo Shaq-Wade potrebbe significare alterarne gli equilibri e gli umori.
Miami ha bisogno di gente disposta al sacrificio per raggiungere il titolo. Mourning l'anno scorso si è adeguato (e Zo non è che sia un agnellino quanto a personalità ). Posey è pronto. Jason potrebbe esserlo. Payton e Antoine devono esserlo. Altrimenti sarà stato solo tempo buttato, soldi gettati e inchiostro sprecato. Ah, occhio a Jason Kapono: potrebbe essere lui l'erede di Damon Jones.
Detto questo, dietro di loro, c'è il nulla. Come in pre-season con Orlando.
Vabeh. Quasi. Gli stessi Magic e Washington sono buone squadre. Atlanta e Charlotte miglioreranno quasi sicuramente il loro record. Ma, a dire la verità , trattasi per certi versi di carne da macello per Shaq, gli Wallace, Jermain O'Neal e soci.
Nella Eastern conference ci sono anche i Cavs, i Pacers, i Pistons, i Bulls e non vanno dimenticati nemmeno i Celtics, i Knicks e soprattutto i Nets. Questi sono battaglioni da playoff, decisamente più loro di quelli nella Southest.
Partiamo dalla capitale. I Wizards hanno disputato un 2004-2005 quasi miracoloso, ma questo, oltre che ai numeri di Arenas e alla solidità di Jamison, è stato possibile grazie all'evoluzione, tattica e atletica, di Larry Hughes, giocatore universale capace di 20 punti di media ma anche di atletismo difensivo quasi irreale, che lo ha fatto diventare la spalla ideale di Gilbertone.
Ora Hughes non c'è più. Al suo posto, Chucky Atkins, Caron Butler e Antonio Daniels. Sì certo, tutti bravissimi giocatori, tutti da Nba e che teoricamente hanno i numeri per sostituire LH. L'impressione però è che a Washington non servano tanto i numeri che portava Hughes quanto la sua incredibile capacità di risultare la spalla ideale di Gilbertone, nonché guardia perfetta nel sistema Wizards. Atkins darà tiro da fuori, Daniels una marcia in più dalla panchina, Butler è un bravo difensore, Arenas confermerà quanto di eccellente fatto vedere la stagione scorsa, ma insomma, con Hughes, sarebbe stata tutta un'altra cosa. Anche perché là sotto Haywood non dà l'impressione di avere ancora margini di miglioramento. Playoff raggiungibili, ma niente di più.
Orlando non ha cambiato pressoché nulla dall'anno scorso ma è una squadra futuribile (sì ma quante volte lo è stata negli ultimi anni? E sempre con giocatori diversi, tra l'altro) ha D12 con una stagione giocata alle spalle che potrebbe fare cose extraterrestri già al suo secondo anno.
C'è sempre Steve Francis che dovrebbe aver smaltito la rabbia per la separazione dal suo amico Cuttino. In posizione di guardia ci sono Dooling, all'occasione della sua vita dato che a Miami non aveva tanto spazio, e Stevenson, che quando ha giocato minuti importanti qualcosa di buono l'ha fatto vedere.
Jameer Nelson migliorerà ed è fra i più promettenti nel ruolo di playmaker -altro ruolo che sta lentamente perdendo i suoi migliori attori-. Turkoglu e Grant Hill -non ci sentiamo di dire che l'ex Duke sia stato completamente recuperato perché la sua nuova caviglia ha pur sempre 1 anno di vita- se la giocheranno in ala piccola, probabilmente, con gli stessi buoni risultati dell'anno scorso e sotto canestro, con Howard ahimè, arrivano le note desolanti.
Battie è un combattente, Cato ha del talento che probabilmente non vedremo mai e Kasun, ecco, ha fatto sì un buon europeo ma personalmente io non me lo vedo nemmeno a marcare Krstic. Dooling, Stevenson, Nelson, Kasun. Ehm. Sì d'accordo, faranno anche bene, saranno sì promettenti.
Però li avete letti i nomi. Questa è gente che i playoff non sanno nemmeno che profumo hanno. E' vero che Chicago l'anno scorso lo ha fatto con 10 esordienti su 12. Però i Bulls di Gordon e Curry erano tutt'altra pasta. Nel nostro preview il loro obiettivo è scritto come meglio non si poteva fare. Playoff, sissignori siamo d'accordo.
Ma considerata com'è andata l'anno scorso, i Magic ci pensano in silenzio. E non va escludo che questo traguardo venga raggiunto arrampicandosi con le unghie sugli specchi. Ci siamo capiti.
Un gradino sotto, i Bobcats e gli Hawks. Che sprizzano di talento giovanissimo da tutti i pori. Che miglioreranno sicuramente il loro record -si fa per dire- di vittorie della scorsa stagione (entrambe le squadre sotto le 20, disgustorama). E poi che bello sarà vedere i progressi di Okafor, altro virgulto potenzialmente da roba extraterrestre sul campo, di Childress, di Rush, di Josh Smith.
E com'è grande la curiosità per i tanti rookie che affollano Atlanta e Charlotte. Felton, May, Marvy Williams, Salim Stoudamire (qualcuno dice che farà meglio lui di Marvellous, io questa ipotesi non la escluderei a priori). Insomma tutto bello, tutto rigoglioso e interessante. Ecco diciamo però tra un paio d'anni. Questo forse è meglio di no.
A loro i playoff piacerebbe molto. Ma è meglio lavorare giorno per giorno. Allenamento per allenamento e partita per partita. Perché accedere alla fase finale con gente come Brezec, Rush e Wallace in quintetto sarebbe davvero un mezzo miracolo.
E Joe Johnson lavorerà sodo per essere la point guard che manca agli Hawks, la cui perdita di Collier potrebbe anche essere una spinta in più per fare meglio (in questo gli americani sono bravissimi) Pachulia ha fatto una pre-season stupefacente. Chissà se Harrington vorrà ancora andarsene quando vedrà Childress e Smith diventare sempre di più un fattore con il proseguio della stagione. Fermiamoci qui.
Non diamo loro limiti. Se ne vincono 25, gli Hawks, come i Bobcats, sarà già qualcosa. Se ne vincono 40, allora benvenuti nel giro che conta. Finalmente.