Nate McMillan avrà il suo bel da fare a Portland…
Obiettivi
Di sicuro l'obiettivo primario è tornare ai playoffs dopo un 2005 assolutamente disgraziato che ha interrotto una delle più lunghe strisce di partecipazioni consecutive alla postseason di tutti gli sport made in Usa. Portland, città in cui ha sede la più famosa multinazionale di articoli sportivi, la Nike, oltre che i Trail Blazers, adora la squadra e il Rose Garden è uno dei palazzi che annovera il maggior numero di tifosi di tutta la Nba.
Inoltre, la squadra è sostenuta da un proprietario che risulta tra gli uomini più ricchi del globo terracqueo, quel Paul Allen che ha fatto la fortuna più grande della sua vita finanziando i progetti di un signore che all'anagrafe fa Bill di nome e Gates di cognome. Il roster è giovane ed ora è guidato dal miglior allenatore emergente dell'Nba insieme a Mike D'Antoni, quel Nate McMillan che ha lasciato i Sonics dopo una stagione che poteva portare ben più che la semifinale di Conference se gli infortuni non avessero falcidiato il suo roster (vedi Radmanovic, Lewis e in parte Ray "He Got Game"Allen).
CONFERENCE: Western Conference
DIVISION: Northwest Division
ARRIVI:
Juan Dixon (Washington Wizards FA), Sergei Monia (CSKA Mosca), Charles Smith (Scavolini Pesaro), Steve Blake (Washington Wizards FA)
PARTENZE:
Damon Stoudamire (Memphis Grizzlies FA), Nick Van Exel (San Antonio Spurs FA), Shareef Abdur-Rahim (Sacramento Kings FA), Derek Anderson (Houston Rockets FA)
ROOKIES:
Martell Webster, Jarrett Jack
Probabile Quintetto Base:
Playmaker: Sebastian Telfair
Shooting Guard: Martell Webster
Small Forward: Darius Miles
Power Forward: Zach Randolph
Center: Theo Ratliff
ROSTER
NUM PLAYER POS HT WT DOB FROM Y RS
Steve Blake G 6-3 172 02/26/1980 Maryland 2
3 Juan Dixon G 6-3 164 10/09/1978 Maryland 3
14 Richie Frahm G 6-5 210 08/14/1977 Gonzaga 2
4 Jarrett Jack G 6-3 202 10/28/1983 Georgia Tech R
38 Viktor Khryapa F 6-9 210 08/03/1982 Russia 1
23 Darius Miles FG 6-9 210 10/09/1981 East St. Louis HS 5
12 Sergei Monia F 6-8 220 04/15/1983 Russia R
25 Travis Outlaw F 6-9 210 09/18/1984 Starkville HS (MS) 2
21 Ruben Patterson FG 6-5 223 07/31/1975 Cincinnati 7
10 Joel Przybilla C 7-1 255 10/10/1979 Minnesota 5
50 Zach Randolph F 6-9 253 07/16/1981 Michigan State 4
42 Theo Ratliff CF 6-10 235 04/17/1973 Wyoming 10
5 Ha Seung-Jin C 7-3 305 08/04/1985 South Korea 1
7 Charles Smith G 6-4 200 08/22/1975 New Mexico 4
31 Sebastian Telfair G 6-0 160 06/09/1985 Abraham Lincoln 1
8 Martell Webster GF 6-7 210 12/04/1986 Seattle Prep HS R
STAFF TECNICO
HEAD COACH Nate McMillan (College – North Carolina State)
ASSISTANT COACHES Tim Grgurich (College – Pittsburgh)
Maurice Lucas (College – Marquette)
STRENGTH-AND-CONDITIONING COACH Bob Medina (College – UNLV)
ATHLETIC TRAINER Jay Jensen (College – Loma Linda
Commento
Erano parecchi anni che i Blazers mancavano l'accesso ai playoffs e che avevano una scelta alta al draft, addirittura una Lottery Pick. Al Madison, la sera delle scelte, l'entourage di Portland ha pensato bene di scendere nell'ordine di chiamata perché erano ben consapevoli che il loro prediletto, Marvin Williams from UNC, andava via nelle prime due e con la la tre dovevano, o prendere un playmaker, oppure rischiare su un progetto futuro, magari un high schooler. Impraticabile la prima opzione se hai già in casa un Sebastian Telfair, hanno preso sì un high schooler, ma uno già bello pronto, fatto e finito: il martello, Martell Webster.
A mio avviso, la dirigenza dei Blazers ha fatto bene a scambiare la scelta per chè era inutile prendere un giocatore così in alto quando era pressochè sicuro che sarebbe stato disponibile anche alla sei e in più ci hanno guadagnato, dopo una serie di scambi che ha coinvolto, oltre ai Jazz anche i Nuggets, Jarrett Jack, un playmaker che sarà sicuramente pronto per dare una mano subito e aiutare Telfair, che mette a disposizione di McMillan tiro, difesa e cuore, caratteristiche che già lo hanno avvicinato ad Eric Snow.
Tornando a Webster, credo sia un giocatore pronto subito, a differenza dei Curry, Brown e Chandler del passato, ma anche di Gerald Green, per rimanere alle scelte dell'ultimo Draft, che può dare un impatto solido dalla prima partita ma che, nonostante l'età , non sembra avere grossi margini di miglioramento e un talento avvicinabile a quello di Green. Tiratore eccellente, sia piazzato che in uscita dai blocchi, presenta una buona armatura che gli permette di finire anche dopo aver subito il contatto.
Con la partenza di Nick The Quick e di Damon Stoudamire, le chiavi del bolide targato Blazers vanno in mano a Sebastian "Bassy "Telfair: passatore eccelso, newyorkese, cugino di Steph Marbury e fratellastro di Jamel Thomas, talento ammorbante, visione di gioco ottima, il bambino prodigio della Lincoln High e amico di Jay-Z, deve dimostrare di valere una scelta alta spesa dai Blazers lo scorso anno e saper guidare una squadra Nba.
Ha la piena fiducia di staff, compagni e coach, ha tutto ciò che serve per salire nell'olimpo dei grandi. Deve solo migliorare nel tiro da fuori per essere maggiormente pericoloso e aumentare la sua massa muscolare cosicchè possa attaccare di più il canestro resistendo ai contatti di quei cristoni di centro area Nba.
Attorno a Bassy, oltre ai rookies, troviamo la Russian Connection, direttamente da Mosca, Monia e Khriapa (il secondo c'era già lo scorso anno), D-Miles, Zach Randolph, Theo Ratliff, Przybilla, Ruben Patterson e i neo arrivati Juan Dixon, Steve Blake e il ragno, Charles Smith. Randolph è un talento assurdo, come il suo predecessore, Sheed Wallace, è un po' un accendi-spegni ma le mani sono dolcissime e il corpo è perfetto.
Dopo un'annata a duellare con Abdur-Rahim e i problemi fisici, deve dimostrare, anche per la partenza dello sceriffo, di meritarsi il titolo di franchise player tornando alle cifre di due stagioni fa, quando vinse il Most Improved Award.
Per il resto si può sottolineare come Ruben "Kobe Stopper" Patterson sia l'unico sopravvissuto della grande epurazione voluta da Allen ma che riesce sempre a dare una scarica di energia uscendo dal pino. Stesso discorso deve valere per Dixon, Przybilla e i due russi: uscire dalla panchina e contribuire con atletismo e punti immediati.
Il capitolo Miles è un po' scomodo: il talento è tutto lì da vedere, ma spesso e volentieri non è sostenuto da voglia e attenzione, cose che lo hanno sempre fatto diventare merce di scambio. Per Darius potrebbe essere l'ultima chance e l'augurio è che possa riuscirci perché altrimenti saremmo di fronte all'ennesimo caso di spreco di talento.
Solitamente si lascia per ultima la stella della squadra, e così facciamo per coach Nate McMillan, il grande affare dell'estate dei Blazers. È riuscito a riportare i Sonics, la "Sua" squadra, ai playoffs dopo un anno travagliato, con un sistema di gioco sostanzialmente europeo: prima, seconda e terza opzione il tiro da tre punti.
Facile direte voi con Allen, Lewis e Radmanovic, ma diciamo anche che il resto non era di main level: Sexy James, Evans, Fortson, Potapenko. Ora ha a disposizionme una squadra giovane ma di grosso talento che deve amalgamare per bene, darle un'identità e fare una sola cosa: vincere.
Good Luck Nate.