Gli Spurs di Tim Duncan sono sempre più la squadra da battere…
La corsa verso il titolo della Southwest division vede ancora protagoniste, come da un paio di stagioni a questa parte, dall'era della mitica Midwest , le tre squadre texane: i campioni Nba di San Antonio, i Cuban's players diDallas e Yao & Co per Houston.
A inseguire troviamo i Memphis Grizzlies e gli Oklahoma/New Orleans Hornets, dove i primi hanno il duro compito di riconfermare la presenza alla post-season che dura ormai da due primavere mentre i secondi possono solo migliorare dopo il disastro della scorsa stagione: gli stimoli sono molti a partire dall'uragano Katrina, che fanno degli Hornets una squadra in missione.
Inutile dire che gli Spurs partono ai blocchi di partenza della stagione, oltre che favoriti per il titolo di division, anche per quello assoluto. Già erano forti, in più si sono portati a casa un altro gaucho, Fabricio Oberto, uno dei migliori lunghi del vecchio continente per l'intelligenza e la visione di gioco che possiede.
Se fosse solo per Oberto potremmo chiudere un occhio, ma dal momento in cui si vestono da mattatori del mercato e si portano a casa per due soldi anche Nick "The Quick" Van Exel e Michael Finley, allora sull'equilibrio che tanto Stern va pubblicizzando per la sua Lega, scende la notte. Sembrano inattaccabili, forti in ogni reparto, e oltretutto diventa insostenibile per gli avversari la facilità con cui attirano free agent desiderosi di gloria. Nemmeno Shaq ha più questa forza attrattiva.
T-Mac sta ancora aspettando di vincere una serie di playoff: col cuginetto Vince Carter sono usciti al primo turno coi Knicks, con Orlando ha fatto Superman ma ha sempre trovato la criptonite tra Detroit, Phila, ecc, nella prima con i Rockets, e Yao a fianco, s'è bevuto un vantaggio di due a zero sui Mavs.
McGrady è un fenomeno paranormale, un talento infinito ma ha dimostrato ormai che di killer instinct proprio non ne ha. Purtroppo è ciò che lo distanzia da Kobe, che di voglia di vincere ne ha a pacchi, pure troppa, ma anche da Iverson, che ha un cuore che fa provincia. Yao aveva ottenuto i playoffs fin da subito, con una squadra meno forte, talento parlando, dell'ultima edizione, ma più solida nonostante la pazzia di Steve Francis.
I Rockets hanno aggiunto il debordante atletismo di Stro Swift, il talento in playmaking di "Skip to my Lou" Alston e la solidità del rookie Luther Head. Sono sicuramente i numeri due della griglia.
Dallas ha ormai smantellato il nucleo di inizio millennio fatto da Bradley, Nash, Finley e Don Nelson a dirigere l'orchestra. Cuban ha dato in mano la squadra al reduce Wunder Dirk, franchise player designato dei Mavs, e ha messo in panchina Avery Johnson, allenatore emergente ma dotato di grande determinazione, tanto da meritarsi il soprannome di "Little General", nickname affibiatogli dall'ammiraglio David Robinson ai tempi degli Spurs.
Si attende l'esplosione totale dei ragazzini terribili, Josh Howard e il "Marchese" Daniels, in più è arrivato Doug Christie, un esempio, difensore fantastico, che può giocarsi le ultime carte della carriera da operaio specializzato: con Doug ci si porta in casa anche l'appiccicosa moglie Jackie.
Dal pino, pronti a uscire Doctor Stack e Van Horn, mentre deve dare un'importante impronta del suo talento il play da Wisconsin,Devin Harris, reduce da una stagione da matricola accendi-spegni. I Mavs sono ingiudicabili ai nastri di partenza: i Rockets sembrano più attrezzati ma se i giovani spaccano, allora anche uno Yao col contratto rinnovato potrà fare poco.
Memphis si presenta alla nuova stagione con un roster rinnovato, con coach Fratello che può gestire la squadra fin dal training camp e con ancora il voglioso Jerry West a menare le danze dietro la scrivania.
Sono partiti Jason Williams, James Posey, Bonzi Wells, Stromile Swift ed Earl Watson, un quintetto, praticamente. Sono arrivati giocatori esperti come D-Man Stoudamire, Bobby Jackson ed Eddie Jones. Nel cambio ci si accorge di aver ceduto giocatori dall'immenso talento ma dal carattere non sempre gestibile e dal rendimento troppo altalenante; sono arrivati giocatori esperti ma che, come Jones e soprattutto Jackson, hanno perso parte del loro atletismo, basilare nel loro gioco.
La spinta arriva dal draft da cui si è pescato il superatleta Hakeem Warrick e il solido Lawrence Roberts, due ali dalle caratteristiche differenti: il primo agile, veloce, versatile, stoppatore e rimbalzista eccellente venendo dal lato debole, Roberts più bravo nel lavoro spalle a canestro ma un po' piccolo, sui 2 metri scarsi, per giocare vicino a canestro. Una sorta di Othella Harrington. Difficile migliorare il risultato degli ultimi due anni, considerando che si parte sempre per arrivare quarti nella division: sarebbe già un successo riconfermare le positive ultime due annate.
Gli Hornets ripartono da Oklahoma City, da un disastro atmosferico che ha falcidiato un'intera regione, da un roster molto giovane, da un coach da sempre considerato sopravvalutato, da un record pessimo annoverato lo scorso anno ma soprattutto dal fatto di essere una squadra in missione, di giocare per milione di sfollati e superstiti alla furia di Katrina.
Gli Hornets ripartono dalla loro prima scelta, Chris Paul, giocatore immenso a livello collegiale, un TJ Ford con la dimensione del tiro dall'arco, una cattiveria bryantesca, secondo molti la cosa più vicina ad Allen Iverson vista negli ultimi anni.
Il backcourt è completato da Jr Smith, ragazzo che ha ricevuto da madre natura una quantità di talento illimitata, un atleta spaventoso, ragazzo che lo scorso anno si era promesso a quella North Carolina che poi avrebbe vinto il titolo ma che in giugno si era confrontato con coach Roy Williams per comunicargli la decisione di passare pro lasciando perdere le maglie color del cielo di UNC. Gli Hornets ripartono da loro e poco altro: i veterani, Lynch, PJ Brown e Magloire farebbero bene a cercarsi una squadra che possa dar loro una chance di vincere. Sarà una lunga e dura stagione che è iniziata con il ritiro del GM Allan Bristow per motivi di salute.
È sembrato fin troppo facile redigere questo pezzo ma la realtà è questa: per fermare gli Spurs non credo bastino Rockets, Mavs oppure Grizzlies e Hornets. La speranza è che Pistons e Heat riescano a battagliare con questo super team che non sembra avere veramente punti deboli.
Vincitrice Division: San Antonio Spurs
MVP Division: Tim Duncan
Allenatore Division: Greg Popovich
Giocatore sorpresa: Jr Smith e Fabricio Oberto
Delusione: Pau Gasol
Rookie Division: Chris Paul