Responsabilità : Shareef Abdur Rahim sta per assumere il ruolo che fu di Chris Webber
E' normale che dopo tre ore e mezza di allenamento continuato non ci sia troppa voglia di parlare; Daniel Shapiro sta calcando la mano con quella che noi chiameremmo preparazione precampionato, il resto lo fa Adelman. Il coach chiude ogni seduta con un esercizio di tiro dalla lunetta: due tiri per ogni giocatore. Ad ogni errore tutti sulla linea di fondo e suicidio. L'altro giorno Stojakovich, Wells e Rahim già stavano pensando alla doccia quando il rookie Eric Sandrin ha sbagliato la seconda conclusione: un sospiro di disappunto dei veterani e l'ultimo sforzo della giornata.
Sacramento sta bruciando le tappe; c'è da costruire una squadra nuova. C'è da definire tutto a partire dalle coppie per gli esercizi e le marcature, sino alla rotazione definitiva della squadra.
Al momento Bibby e Hart, Miller e Skinner, Stojakovich e Thomas, Rahim e Williamson si sfidano giorno per giorno; a Kevin Martin è capitato Bonzi Wells. Da quest'appunto si desume una rotazione a nove giocatori, di per se un lusso nella Nba pluri espansa di questi anni.
Curioso che Adelman non voglia assieme i due protagonisti del vero dualismo di quest'inizio stagione: Abdur Rahim e Kenny Thomas si stanno giocando minuti e lo spot da titolare. "Si tratta di due giocatori - spiega Adelman - abituati a giocare molti minuti. Non so ancora cosa decideremo di fare. Quello che posso dire è che mi aspetto dei professionisti che accettino le mie decisioni con atteggiamento positivo. Stiamo comunque palrando di giocare in una squadra vincente guadagnando milioni di dollari."
Per l'ex Portland tra l'altro, come già detto, essere in questo tipo di squadra è una novità . Thomas invece viene da programmi di basket migliori, è passato dalla scuola di Larry Brown; se ne facciamo un fatto di talento non c'è corsa; tutto dipenderà da quanto Rahim impiegherà a calarsi nella nuova realtà . Per ora si allena duramente; nelle pause "cura" le ginocchia con le sacche di ghiaccio che eravamo abituati a vedere sulla panchina dei Bulls dei tempi belli, allacciate alle gambe di Jordan, Pippen e Rodman.
"Non ho mai corso così tanto come in questa prima settimana", assicura Bonzi Wells. Il giocatore dovrebbe esser motivato per la sostanziale e inopinata epurazione da Memphis. In teoria ogni giocatore di dei Kings ha qualcosa da dimostrare. Peja Stojakovich ad esempio: il serbo è uscito con la dichiarazione del secolo: " Mi sento un Kings a vita - ha detto al primo giorni di training camp - spero di rimanere ancora per molto." Primo particolare: non era proprio così un anno fa di questi tempi. Secondo e più importante: il giocatore a fine anno potrà uscire dal suo contratto che, come abbiamo più volte spiegato, è inferiore al suo reale valore.
Il balletto è già iniziato con una dirigenza che, per forza di cose, vuole vedere qualcosa di concreto dal giocatore che due anni fa fu il secondo miglior marcatore della regular season. Brad Miller è quasi un veterano in questo gruppo notevolmente rinnovato: "L'anno scorso - ha detto l'ex Indiana - è stato il più duro della mia carriera: la partenza incerta, le polemiche, le trades e l'infortunio. E' stato davvero difficile anche se sono tutte situazioni che fanno parte del nostro mondo."
La voglia di rivincita dei singoli potrebbe essere la scintilla di un "fuoco di squadra", importante perché al solito il roster è zeppo di talento, ma scarsino alla voce "animus pugnandi". "Qui abbiamo - dice Adelman - undici giocatori che sanno fare tante cose: tutti parlano di capacità di realizzazione. Per esempio Rahim è un passatore sottovalutato. E c'è voglia di giocare per la squadra senza egoismi." Lo stesso coach, ex Golden State, in carriera ha insegnato più attacco che difesa.
Ma è troppo presto; l'esordio stagionale con i Mavs e la successiva coi Clippers sono solo due passi in una stagione che, comunque vada, segnerà una svolta.