Allen Iverson pensieroso: sarà il solito trascinatore per i 76ers?
Obiettivi
I Sixers di quest'anno sono una squadra strana che, in linea di principio, vista la presenza di due superstar come Chris Webber e Allen Iverson, dovrebbe avere un potenziale per lottare per i traguardi più importanti ma in realtà ha come obiettivo credibile quello di raggiungere i playoffs senza patemi e magari passare il secondo turno. La particolarità dei Sixers sta nel fatto che nonostante le due superstar e un gruppetto di giovani talenti molto interessanti, si ritrova con una panchina troppo corta per pensare di arrivare a lottare per il titolo.
Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic
Arrivi: Steven Hunter (Phoenix Suns FA), Lee Nailon (New Orleans Hornets), Deng Gai (Fairfield), Shavlik Randolph (Duke)
Partenze: Aaron McKie (Los Angeles Lakers), Marc Jackson (New Jersey Nets)
Scelte al draft: Louis Williams
Probabile quintetto:
Playmaker: Allen Iverson
Shooting guard: Andre Iguodala
Small Forward: Kyle Korver
Power Forward: Chris Webber
Center: Samuel Dalembert
NUM PLAYER POS HT WT DOB FROM YRS
21 Matt Barnes (FA) F 6-7 226 03/09/1980 UCLA 2
5 Michael Bradley F 6-9 227 04/18/1979 Villanova 4
1 Samuel Dalembert C 6-11 250 05/10/1981 Seton Hall 3
23 Josh Davis (FA) F 6-8 235 08/10/1980 Wyoming 2
35 Deng Gai F 6-9 250 03/22/1982 Fairfield R
33 Willie Green (FA) G 6-2 201 07/28/1981 Detroit Mercy 2
45 Steven Hunter CF 7-0 240 10/31/1981 DePaul 4
9 Andre Iguodala GF 6-6 207 01/28/1984 Arizona 1
3 Allen Iverson G 6-0 165 06/07/1975 Georgetown 9
26 Kyle Korver F 6-6 211 03/17/1981 Creighton 2
24 Jamal Mashburn F 6-8 247 11/29/1972 Kentucky 11
12 Kevin Ollie G 6-2 195 12/27/1972 Connecticut 8
42 Shavlik Randolph F 6-10 240 11/24/1983 Duke R
54 Rodney Rogers F 6-7 270 06/20/1971 Wake Forest 12
7 John Salmons G 6-6 207 12/12/1979 Miami (Fla.) 3
4 Chris Webber F 6-10 245 03/01/1973 Michigan 12
23 Louis Williams G 6-2 175 10/27/1986 South Gwinnett R
HEAD COACH Maurice Cheeks (College – West Texas State)
ASSISTANT COACHES John Kuester (College – North Carolina) Jim Lynam (College – Saint Joseph's) John Loyer (College – Akron) Bernard Smith (College – East Stroudsburg (PA))
ATHLETIC TRAINER Kevin N. Johnson (College – Indiana State)
Commento
Al termine della scorsa stagione, conclusasi con l'eliminazione al primo turno dei playoffs da parte dei Pistons di Larry Brown, gli obiettivi per il managment dei Sixers erano chiari fin dall'inizio: confermare Dalembert e Korver. Da questo punto di vista Philadelphia non ha tradito, nel senso che è riuscita a rifirmare i due giovani giocatori, confermando così l'ossatura della squadra della seconda parte della scorsa stagione.
I Sixers, infatti, la mossa di mercato decisiva l'avevano già fatta a febbraio, quando, in cambio di Kenny Thomas e Corliss Williamson, hanno ottenuto dai Kings Chris Webber. Questa scelta del gm Billy King ha attirato molte attenzioni e sollevato molti dubbi, soprattutto riguardo alla salute di Webber e alla sua possibile coesistenza con Iverson.
Gli ultimi tre mesi della stagione non hanno risposto in modo definitivo a questi interrogativi che, dunque, si ripresentano all'inizio del nuovo anno. Arrivando a febbraio Webber si è trovato spaesato, dopo aver trascorso una vita in una franchigia, ma soprattutto in un sistema, come quello dei Kings che lui letteralmente conosceva a memoria e che probabilmente gli era più congeniale. Webber ha dovuto reinventare il proprio gioco e sicuramente non è stato favorito da una condizione fisica imperfetta soprattutto a causa del suo ginocchio che, nonostante sia molto migliorato dopo l'operazione, non si può ancora definire totalmente recuperato.
Per queste ragioni l'ex di Sacramento sta in un certo senso imparando di nuovo a giocare, riabituandosi al proprio corpo che non risponde più ai suoi stimoli come una volta; questo riadattamento è inoltre complicato dalla necessità di cambiare stile di gioco ed imparare a giocare con Allen Iverson. A sua parziale discolpa per questo inserimento lento, infatti, c'è da considerare che Iverson é sì un giocatore encomiabile del quale è impossibile non innamorarsi, ma è anche, allo stesso tempo, un compagno di squadra difficile, non solo a livello caratteriale, ma anche a livello tattico e d'intesa sul parquet.
Il primo obiettivo dunque per il nuovo coach Maurice Cheeks sarà quello di riuscire a far giocare insieme le due stelle della squadra, trovare dei punti in comune e un sistema di gioco che riesca a sfruttare appieno tutti e due anche considerando il fatto che Iverson viene dalla stagione con più assist in carriera ed in generale ha mostrato un atteggiamento migliore, dimostrando più fiducia nei confronti dei suoi compagni.
In questo contesto s'inserisce il discorso sui due confermati dell'estate, Korver e Dalembert, che hanno entrambi ottenuto un contratto di sei anni e che, insieme ad Iguodala, costituiscono il presente e il futuro della franchigia. Il biondino dell' Iowa ha mostrato nell'ultima stagione dei progressi veramente notevoli e si è confermato un tiratore da tre punti micidiale, tanto da essersi guadagnato la chiamata per la gara del tiro da tre punti all'All Star Game di Denver. Per quanto riguarda più specificatamente i Sixers, Korver è riuscito a guadagnarsi la stima di Iverson (impresa tutt'altro che semplice) con il quale si integra molto bene, tanto che il numero tre, nei finali di partita tirati, l'ha più volte considerato la seconda opzione dell'attacco (dopo sé stesso), lasciandogli in varie occasioni il pallone decisivo.
Per quanto riguarda l'haitiano Dalembert, il suo contratto è, da un certo punto di vista, più un investimento in prospettiva che nell'immediato, nel senso che Samuel ha fatto vedere solo sprazzi del suo talento mostrando però la necessità di lavorare tanto in palestra sui fondamentali e sulla tecnica individuale sia in attacco, per costruirsi dei movimenti affidabili sotto canestro, che in difesa, dove tende a cercare troppo spesso la stoppata.
Ma il terzo componente del trio dei giovani di Philadelphia è sicuramente quello più promettente, vale a dire Andre Iguodala, atteso da un'estate in cui ha lavorato sul suo gioco e che si presenta alla nuova stagione con un carico di aspettative superiore rispetto allo scorso campionato. Il ragazzo da Arizona ha dimostrato nel suo primo anno di essere più pronto del previsto, di non essere solo un saltatore ma di saper anche giocare a basket ad un buon livello.
Certo è che con questo terzetto di giovani Iverson ha finalmente un cast di supporto non troppo ingombrante e che è complementare a lui. Insieme a questo trio di ventenni ci doveva essere Willie Green, anche lui free agent quest'estate che però, proprio quando aveva il contratto con Phila pronto da firmare, si è infortunato gravemente al ginocchio e il suo recupero sarà lungo e laborioso.
I Sixers hanno avuto solo due partenze quest'anno, una dolorosa dal punto di vista affettivo, quella di Aaron McKie (accasatosi a i lakers), tagliato grazie alla nuova regola dell'amnistia. Come detto sopra a livello tecnico questa non è una perdita molto rilevante sia perché Mckie ormai non era più il giocatore che aveva firmato quel contratto e che aveva giocato una grande stagione nel 2001 conclusasi con la finale proprio contro i Lakers, sia perché i Sixers hanno lavorato bene con i giovani ed ora hanno delle forze nuove che non faranno sentire la mancanza del veterano.
La seconda defezione rispetto all'anno scorso è anch'essa di poco conto, visto che Marc Jackson ha abbandonato la città dell'amore fraterno per trasferirsi in New Jersey. La perdita di Jackson non è importante anche considerato il fatto che è stato immediatamente sostituito da Steven Hunter, ragazzo che proviene da Phoenix e ha giocato una buona seconda parte di stagione. Hunter non è certo un giocatore di talento, ma può essere utile, lavora bene a rimbalzo, é un ottimo stoppatore e di sicuro non farà rimpiangere il partente Jackson.
In panchina a completare la squadra insieme ad Hunter ci saranno il giovane Salmons, atteso anche lui ad un impatto maggiore sulla squadra, il veterano giramondo Kevin Ollie e i giovani Deng Gai, Shavlik randolph e Louis Williams che non potranno dare un contributo almeno in questa stagione e sono più che altro dei progetti per il futuro, troppo acerbi e a corto di basket vero per pensare di dare un contributo alla causa.
Se infatti bisogna trovare un difetto al roster di Philadelphia è chiaramente rappresentato dalla panchina molto corta che però è stata un po' rimpolpata nel mercato di settembre con l'arrivo di Lee Nailon, certo non un fenomeno ma sicuramente un giocatore che potrà dare una grossa mano ai Sixers.
In conclusione a Philadelphia sono tutti molto soddisfatti per un'altro motivo: il ritorno in panchina di Maurice Cheeks, destinato a sedersi sul pino dei Sixers da anni e che finalmente è riuscito ad ottenere il posto di lavoro nella città che lo ama sin dai tempi in cui era giocatore. Cheeks si ritrova in una squadra a metà tra la voglia di combinare qualcosa ed il ricambio generazionale e nel giudicare il suo lavoro sarà fondamentale il suo rapporto con Iverson, già buono da quando Maurice era assistente di Brown.
A questo proposito sarà stata molto utile anche l'esperienza fatta a Portland, dove Cheeks si è sicuramente fatto un corso accelerato su come gestire giocatori dalla testa un po' troppo calda. Cheeks deve dare quella stabilità in panchina che è mancata a Philadelphia dopo la partenza di Brown, sapendo di avere un bonus di credibilità da spendere senza però scordarsi che a Phila i fan e la stampa sono scatenati, non fanno sconti a nessuno e non accetteranno una squadra che non ottiene risultati.