Rick Adelman ha a disposizione molte facce nuove, ma i Kings puntano sempre in alto
C'erano una volta i Sacramento Kings, quelli delle occasioni ghiotte sprecate, quelli che potevano arrivare in Finale, quelli che divertivano qualsiasi pubblico andasse a vederli con il loro gioco a memoria e con valanghe di punti segnati in mille modi diversi.
La stagione 2004/2005 ha registrato un profondo e significativo cambiamento in buona parte del roster di questa squadra, segno che il ciclo vincente iniziato ormai 6 anni fa aveva già raggiunto il suo apice con quella dannata gara 7 di finale di Conference persa contro i Lakers nel 2003.
Geoff Petrie non è certo stato con le mani in mano negli ultimi mesi, e le operazioni di mercato da lui gestite, mirate alla costruzione di un nuovo nucleo senza dover rifondare mantenendo alto il livello della squadra, ha voluto dire il sacrificio di tre elementi storici di questo gruppo, Chris Webber, Vlade Divac e Doug Christie.
In ordine temporale Vlade Divac è stato il primo: free agent al termine del 2003/2004, è stato lasciato libero di tornare ai Lakers, dove aveva iniziato la carriera Nba, lasciando spazio completo a Brad Miller.
A questa mossa, fatta nell'intento di ringiovanire il roster, il management dei Kings ne ha fatta seguire un'altra a stagione cominciata, quando ha pensato di disfarsi del miglior difensore del team in cambio di Cuttino Mobley, individuato come sostituto più futuribile anche se non certo in grado di fornire neanche lontanamente prestazioni difensive alla pari di Christie.
Sempre parlando di età , Webber ha avuto il benservito nel mese di febbraio, vicino alla trading deadline, quando è stato mandato a Philadelphia in uno scambio che ha visto arrivare a Sacramento Kenny Thomas, Brian Skinner, ed ha visto il ritorno di Corliss Williamson, che i Kings avevano selezionato 10 anni fa nel draft del 1995.
Dunque il reparto lunghi ha avuto un grosso cambiamento, perdendo l'eleganza di tocco di C-Webb (assieme a infortuni assortiti) a favore di tre elementi fisici che, anche se sottodimensionati per quanto riguarda la statura rispetto alla media del ruolo, hanno sempre avuto voce in capitolo nella casella dei rimbalzi.
Statisticamente le mosse sono state vincenti, in quanto Petrie ha ottenuto esattamente quello che voleva: ha lasciato andare tre giocatori ormai agli sgoccioli di carriera, si è procurato tre corpi da buttare sotto le plance ed una guardia che a fine stagione sarebbe diventata free agent senza scendere al di sotto delle 50 vittorie, che hanno assicurato ai Kings il secondo posto della Pacific Division e l'accesso ai playoffs.
Se la stagione trascorsa è stata movimentata, la offseason che stiamo vivendo non è stata da meno, per quanto riguarda la capitale della California.
Il movimento più in vista è naturalmente l'arrivo di Shareef Abdur Rahim.
Rahim è stato al centro del mercato estivo, essendo stato praticamente già accaparrato dai New Jersey Nets salvo vedere i Nets stessi rinunciare all'ingaggio per il non superamento delle visite mediche da parte del giocatore per alcuni sospetti sul suo ginocchio.
I Kings hanno colto al volo l'occasione di portarsi a casa un lungo con diversi punti nelle mani, andando a colmare una lacuna creatasi proprio in occasione della partenza di Chris Webber.
Molto soddisfatto, Shareef ha dichiarato:
Anche se avevo già un accordo con New Jersey, io avevo solamente due scelte per quanto riguardava la mia nuova squadra: una erano appunto i Nets, e l'altra erano i Kings.
Mi piacciono molto i fans della nostra squadra e l'atmosfera che si respira al palazzotto quando i Kings scendono in campo, è davvero elettrizzante. Qui ho l'opportunità di giocare, per la prima volta, in una squadra che punta in alto: hoo giocato tre anni al college qui in California, per cui conosco già l'ambiente e so che mi troverò perfettamente a mio agio. Per quanto riguarda la mia salute, posso solo dirvi che non ho mai saltato una partita o un allenamento.
Il secondo movimento, in ordine di importanza, di Geoff Petrie è stato quello di prelevare il turbolento Bonzi Wells da Memphis e di lasciare andare Greg Ostertag e soprattutto Bobby Jackson nel Tennessee, togliendo un altro pezzo di quel ciclo che ha reso grandi i Kings.
Bobby Jackson, sesto uomo eccellente, da due stagioni ormai non era più in grado di dare quel forte contributo dalla panchina che riusciva a dare con grande costanza a causa dei molteplici infortuni che gli hanno fatto saltare decine e decine di partite, intere porzioni di stagione.
Wells sarà al settimo e decisivo anno della sua carrera ed in nuovo ambiente ha l'opportunità di dimostrare chenon è solo un piantagrane, ma anche un giocatore di grande talento.
Rigettato dal progetto “piazza pulita” di Portland e successivamente di difficile gestione anche a Memphis dopo essere stato rimosso dal roster dei playoffs a causa del litigio con Mike Fratello, Bonzi può rivelarsi un'arma da usare sia nella posizione di guardia che nella posizione di ala piccola, un giocatore in grado di dare molto in transizione e che può infilare qualche tiro da tre, specialità cara in casa Sacramento. Come ha detto Petrie di recente, inoltre, Wells fa parte di quel processo di ricambio del backcourt, che è tornato ad essere fresco, veloce ed atletico.
Infine, al reparto guardie è stato aggiunto Jason Hart, in arrivo da Charlotte che giocherà da backup di Mike Bibby dando una mano in difesa e poco altro, mentre dal draft è arrivato Francisco Garcia.
Garcia, proveniente da Louisville, garantirà dei buoni minuti nel ruolo di guardia partendo dalla panchina, permettendo dunque a Bonzi Wells di giocare come starter e di non creare problemi per il minutaggio.
Il dominicano è infatti un buonissimo tiratore dalla distanza, principale qualità per cui è stato selezionato, ed ha a disposizione una grande grinta, anche se in fase difensiva c'è molto, molto lavoro da fare. Dalla panchina potrà aiutare a non far scendere la qualità in fase realizzativa e dovrà applicarsi negli allenamenti per vedere di migliorare l'aspetto del gioco che avviene nell'altra metà del campo.
Dunque, coach Adelman avrà a disposizione un organico molto diverso da quello che compariva nel roster di un anno fa.
L'operazione che Petrie ha portato avanti dovrebbe dare buonissimi frutti per il secondo anno consecutivo, essendo i Kings, ai nastri di partenza, tra le candidate e fare strada nei playoffs.
Riassumendo, il quintetto prevederà Mike Bibby nel ruolo di play e di killer silenzioso, il leader che decide le partite di questa squadra, affiancato da Bonzi Wells nel ruolo di shooting guard; come ala piccola ci sarà l'altro pezzo importante della franchigia, Peja Stojakovic, mentre sotto canestro ci saranno Shareef Abdur Rahim e Brad Miller, che completeranno un quintetto rinnovato per 2/5.
La panchina sarà di tutto riguardo con i tre lunghi arrivati lo scorso anno, ovvero Thomas, Williamson e Skinner, e con Francisco Garcia, Jason Hart ed il giovane Kevin Martin.
Jamal Sampson ed il rookie Ronnie Price completeranno il roster della regular season, che non vedrà più la presenza di Maurice Evans e di Darius Songaila.
Le decisioni di Geoff Petrie, dunque, sono da ritenersi ancora azzeccate: se lo scorso anno i Kings sono riusciti a compilare un ottimo 50-32, se relazionato alle perdite che aveva avuto la squadra soprattutto in quintetto base, quest'anno i risultati potrebbero addirittura migliorare senza aver passato anni di transizione per ricostruire la squadra attorno a due-tre buoni elementi.
Infatti il lavoro del management porta ad una logica conclusione: per il secondo anno consecutivo si è deciso di sacrificare, in minor misura rispetto a due anni fa, elementi del gruppo vincente nato nel 1998, con la differenza che quest'anno sono arrivati i sostituti più vicini, per caratteristiche tecniche ed atletiche, a sostituire Doug Christie e Chris Webber.
Certo, Petrie ha avuto la fortuna di ritrovarsi tra le mani un Rahim già vestito con l'uniforme dei Nets, ma ha avuto la bravura di portarselo a casa dopo la rinuncia di New Jersey e di accaparrarsi un talento come quello di Bonzi Wells, poco considerato dalle altre squadre Nba a causa del suo instabile carattere.
Il compito di Rick Adelman sarà ora quello di gestire i nuovi acquisti, soprattutto il buon Bonzi, e di creare la miglior chimica di squadra possibile, tenendo conto che questa squadra avrà parecchi stimoli a fare bene dopo essere andata vicinissima alla Finale Nba.
Stimoli che arrivano dalle critiche piovute addosso ad una Peja Stojakovic ed a una difesa che deve migliorare (l'assenza di Christie si sente sempre) per supportare le grandi potenzialità offensive.
Gli elementi sulla carta ci sono tutti per fare bene, resta ora da svolgere la prova, quella vera, sul legno duro.