Il ritorno di Bonds

Barry Bonds è andato 1 su 4 con un doppio nella sua prima gara della stagione lunedì sera

Sarebbe un facile e banale gioco di parole; scherzare sulla positività  per la chimica . . . di squadra. Barry Bonds è tornato a giocare dopo una lunga assenza, il primo uomo che in oltre trent'anni si riavvicini ai mitici 714 fuoricampo di Babe Ruth, ed è su questo che dovrebbe focalizzarsi la nostra attenzione ed eccitazione, ma purtroppo la questione doping resta aperta.

Ma restiamo al baseball giocato per il momento e ripercorriamo il “calvario”.
Il 17 settembre 2004 Bonds batteva il fuoricampo numero 700 contro Jake Peavy dei Padres. Chiudeva la stagione a 703. Il 2005 doveva essere perciò l'anno di Bonds. L'anno dei record abbattuti, invece . . .

Dopo la fine della stagione i problemi alle ginocchia. Una “pulizia” alla rotula sinistra il 12 ottobre, la rimozione di un menisco il 31 gennaio, dell'altro il 17 marzo, entrambi al ginocchio destro.

L'infezione batterica che faceva minacciare addirittura la possibile amputazione della parte inferiore dell'arto destro. Il 2 maggio la quarta operazione, per salvare la gamba. Risultato: 142 partite saltate, sei mesi di riabilitazione, grande costanza negli allenamenti, la voglia di tornare ad essere il numero uno. Di tornare ad essere quello del 2004: media battuta di .362 per guidare la National League, 45 homers e 101 punti battuti a casa, 129 punti segnati ed un nuovo record di basi su ball: 232 (!) di cui 120 (!) intenzionali. Numeri da brivido.

Numeri che fino a domenica 11 settembre erano ancora tutti a zero per la stagione 2005.
Così la sera di lunedì 12 Bonds si è finalmente trovato in battuta, ha salutato la folla di San Francisco che lo accoglieva con un'ovazione, ha lavorato il lanciatore Adam Eaton fino ad un conto di tre ball e due strike ed ha spedito una fastball a danzare sopra il bordo superiore del muro di centro-sinistra.

Addirittura poteva essere HOME RUN NUMBER 704 se non fosse stato per l'interferenza di un tifoso (immediatamente espulso dallo stadio) che si è allungato ed ha afferrato la pallina al volo. Perfino il tabellone luminoso dell'SBC Park, per un attimo, ha lampeggiato il numero 704. Invece Bonds resta a 703 (un minuscolo meno 11 da Ruth ed un posso-farcela-il-prossimo-anno meno 52 da Hank Aaron, leader assoluto di tutti i tempi in palline “perse” sulle tribune).

I Giants hanno vinto lunedì sera, 4-3, contro i San Diego Padres che guidano la debole divisione ovest della National Legaue, ma hanno vinto soprattutto perchè il loro slugger è tornato e non sembra che se ne sia mai andato. Certo i Giants sono andati 64-78 in sua assenza, ma ora la sua presenza nel lineup si farà  di nuovo sentire fino al 2 ottobre. Non sarà  compito facile rimontare il distacco da San Diego e raggiungere i playoffs ma il rientro di Bonds ha ridato fiducia alla squadra ed ai tifosi.

L'allenatore Felipe Alou prima della partita diceva:

Avevamo bisogno di una carica. Finora ci hanno aiutato i giovani. Immaginate se avessimo avuto Barry. Peccato che siamo nella posizione di clasiifica attuale. Questo è il vero rammarico. Ma il suo rientro ci darà  davvero una grande carica questa sera.

Bonds lunedì sera ha spedito anche un'altra pallina ai limiti della recinzione (mandando il veloce esterno Dave Roberts ad impattare col muretto per afferrarla) che poteva essere quantomeno un altro doppio. Bonds è quindi tornato e sembra in gran forma.

Ma quale eco ha avuto il rientro di Bonds sulla stampa americana?
Il vecchio Alou ha detto:

Non solo le persone allo stadio guarderanno la partita, ma gente di tutto il mondo guarderà  la gara

Quindi sicuramente c'era grande attesa, ma forse non quella trepidazione che ci sia aspetterebbe dal fatto che ci sia un giocatore così vicino a dei record leggendari.

Quando si parla di record imbattibili, si fa spesso riferimento alle 56 partite consecutive con almeno una valida di Joe DiMaggio (annata DOC 1941), alle 511 vittorie in carriera di Cy Young e subito dopo ai 755 fuoricampo in carriera di Hank Aaron.
56-511-755: tre numeretti che non cambiano da decenni.

Ma i dubbi, le accuse, i sospetti che hanno toccato l'immagine dell'atleta Bonds e dell'uomo Bonds in questi ultimi anni hanno fatto raffreddare le nostre emozioni per l'avvicinamento a quelle soglie. Lo stesso Bonds sembra preoccupato per l'accoglienza che il probabile record-breaking fuoricampo 756 riceverebbe.

Maliziosamente ci si chiede come mai finisca per stabilire tutti i record in casa, HR #600, HR #700. Che sia la paura di non ricevere il meritato applauso da parte di un pubblico “nemico”? A San Francisco devono osannarlo. E ribadiamo, da un punto di vista sportivo, se lo merita.

E tutto sommato i commenti della stampa americana sono stati generalmente di tono positivo.
In poche parole: Godetevi Bonds ed ai sospetti ci penseremo dopo. Poterebbe esser la politica dello struzzo che di fronte ai problemi nasconde la testa sotto la sabbia. D'altra parte il baseball fino a quest'anno ha accettato il doping ed ora sarebbe assurdo, impossibile, complicato decidere quale record vale e quale no, quale parte della carriera di un giocatore valga e quale sia da cancellare

Il baseball si nutre di statistiche e di grandi record. Chiunque si avvicini a quei tre numeretti ed a tanti altri ha diritto ad essere celebrato nelle pagine dei giornali, ha diritto ad essere acclamato.

Dopo 20 anni la carriera di Bonds merita rispetto, merita citazioni, merita la Hall of Fame. Non può essere tutto ricondotto al doping. L'occhio per la pallina non si fa con gli steroidi, si fa con il talento e con l'allenamento. Il doping? Forse era uno che come tanti altri ne faceva uso. Di fatto da tre anni a questa parte, cioè da quando le Majors controllano i giocatori, Bonds è sempre risultato negativo.
Anche le testimonianze del famoso processo Balco parlano di un Bonds inconsapevole utrilizzatore della “Cream”, inconsapevole che fosse uno steroide dopante.

E dopo le minacce del Congresso degli Stati Uniti pensiamo che il baseball finalmente si sia schierato con chiarezza dalla parte giusta e che ora l'ipocrisia stia per finire. Il doping (per ora steroidi) e chi ne fa uso non saranno più tollerati.

Nel 1917 otto giocatori degli White Sox (e tra di loro l'immortale “Shoeless” Joe Jackson), seppur assolti dalla giustizia ordinaria, furono sospesi a vita dall'allora commissioner per avere venduto le Serie Mondiali contro i Reds. Vero o no, era il modo per salvare uno sport dalla corruzione, a rischio di essere impopolari. La scelta fu vincente. Il baseball ci guadagnò in credibilità  e divenne il “national pastime”.

Oggi il baseball ha corso un altro grande rischio (dopo lo sciopero del 1994), quello di sparire o comunque ridimensionarsi clamorosamente a causa del doping. Le confessioni di giocatori, la morte di Ken Caminiti, il libro-accusa di Jose Canseco, nove giocatori sospesi, incluso il grande Rafael Palmeiro che aveva giurato in diretta nazionale davanti alle Commissioni Parlamentari di non aver mai fatto ricorso a prodotti finendo la frase con un con un perentorio “PERIOD”, avevano messo in dubbio l'intero sistema.

Ora sembra quasi che, dopo l'introduzione delle nuove regole, seppur ancora troppo poco severe, e con il rientro di Bonds, la stampa americana e gli osservatori abbiano ripreso a credere nella bellezza di questo sport, nella sua onestà , nell'apprezzamento del talento puro.
Dicendoci: Godetevi Bonds, ci dicono che lo sport è sano o almeno sulla via di ridiventarlo pienamente. Come detto, c'è stata anche della titubanza e non tutti hanno accolto l'evento con titoloni in prima pagina. Ma generalmente l'atteggiamento è di fiducia, di attesa, di apprezzamento per quello che il 7-volte MVP ha fatto nella sua carriera.

Una stagione come questa, brillante, nonostante le nuvole nere del doping all'orizzonte, con tifosi che accorrono in massa (sarà  battuto il record di presenze negli stadi delle Majors ed anche nelle Minor Leagues), con sfide per i pennant e per le wild card ancora apertissime a metà  settembre, aveva bisogno anche del rientro di Bonds? Sarebbe stata una distrazione od un'aggiunta?

Molta della negatività  che lo circonda sicuramente è causa sua, spesso è cattivo e scorbutico con i giornalisti, accusandoli di avere creato un'immagine non vera di se stesso. Sarà  praticamente impossibile dimostrare che i record che Bonds ha stabilito sono stati frutto del doping e quelli che stabilirà  saranno sicuramente puliti.

Il suo rientro diventa pertanto un'aggiunta, qualcosa di ulteriore da gustarsi, anche solo per 20 partite: l'atleta, il giocatore Bonds, uno dei pochi davvero grandissimi ma certamente il più incompreso della sua generazione.

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