Vikings demoliti dai Bengals

Tice e Culpepper cercano soluzioni, ma per ora sono lontani dal trovarne.

Se ci avessero raccontato che alla seconda giornata la miglior squadra offensiva degli ultimi tre anni avrebbe segnato complessivamente 15 punti nelle prime due giornate di regular season saremmo esplosi in una fragorosa risata;
invece i Minnesota Vikings sono entrati in un tunnel del quale ancora non vedono la luce, almeno per il momento.

I problemi sono tantissimi: anzitutto la difficile sostituzione di Randy Moss, uno che per i Vikings ha segnato qualcosa come 90 TD in 7 stagioni, e poi squalifiche ed infortuni che hanno tolto di mezzo Onterrio Smith, il miglior rusher dei viola nel 2004, Matt Birk, un centro da Pro Bowl per 4 anni consecutivi ed ora Nate Burleson, che ha lasciato il campo proprio nella partita di ieri con una caviglia malridotta.

Quindi, un numero altissimo di turnovers (5 gli intercetti per Culpepper) 2 fumbles, ambedue a carico di Michael Bennett, scarsa concentrazione dei ricevitori ed una linea offensiva sinceramente ridicola, almeno per ora, che oltre al proprio centro ha perso anche il veterano David Dixon, ritenuto troppo vecchio per restare ma che avrebbe dato qualcosa di più degli attuali titolari conoscendo alla perfezione questo sistema.

Il calendario ha voluto che questa squadra così in crisi ne incontrasse un'altra che ha iniziato quest'annata alla grande, ovvero i Cincinnati Bengals di Marvin Lewis.

Il primo quarto ha riassunto da sé l'andamento di questa partita: i Bengals hanno segnato al secondo gioco della partita grazie ad un lancio di Carson Palmer terminato dritto nelle mani del playmaker Chad Johnson: il ricevitore dei Bengals ha bruciato Antoine Winfield segnando una meta da 70 yards, terminando un drive di appena 52 secondi.

Palmer ha bissato la segnatura poco più tardi, dopo che Kaesviharn ha recuperato il primo fumble di Bennett; infatti dopo pochi giochi Palmer ha pescato in endzone il suo secondo ricevitore preferito, TJ Houshmandzadeh, per il fulmineo 14-0 che e neanche metà  del primo quarto aveva già  tagliato le gambe agli ospiti.
Carson Palmer, a questo punto della partita, contava 7 completi su 7 tentativi, 130 yards e 2 mete, con il massimo punteggio possibile di qb rating, 158.3.

Solo un holding del tight end Reggie Kelly ha annullato una ricezione e corsa da yards di Chris Perry, running back al secondo anno, partita da un semplice screen sul lato sinistro, azione che poteva umiliare i Vikings con 4 minuti da giocare nel primo quarto.

Un parziale segnale di risveglio per i Vikings è arrivato solo dalla difesa, con due ottime giocate consecutive all'interno dell'area di meta di Willie Offord, un cornerback che normalmente gioca nelle situazioni speciali: dapprima Offord ha coperto benissimo Chad Johnson impedendogli una ricezione vincente, mentre nell'azione successiva ha intercettato una forzatura di Palmer inginocchiandosi per il touchback.

Neppure il tempo di tornare in campo e Bryan Robinson ha steso Culpepper causando la perdita dell'ovale, che è tornato immediatamente nelle mani dei Bengals, che così hanno affondato ulteriormente le unghie sulla partita, grazie ad un attacco divertente da guardare, concreto e preciso, con i ricevitori a farsi trovare sempre smarcati appena passata la linea del primo down e con un preciso Palmer a trovarli sempre liberi, e grazie ad una difesa che non ha perdonato nessun errore dell'attacco di Minnesota.

Dopo due field goals di Shayne Graham (con in mezzo un intercetto di Tory James), il giovane quarterback dei Bengals ha trovato un altro drive vincente, finito con la ricezione da 8 yards del tight end Aaron Schobel che ha decretato il punteggio finale del primo tempo, 27-0.

Gli incubi dei Vikings si sono ingigantiti nel terzo quarto: mentre la difesa riusciva a tenere buono l'attacco avversario Culpepper ne ha combinata una dietro l'altra, con la collaborazione di linea offensiva e ricevitori vari.

Il quarto ha portato tre intercetti al quarterback: nel primo caso Deltha O'Neal ha preso il tempo a Marcus Robinson, nel secondo caso lo stesso O'Neal ha deviato il pallone poi preso da Kaesviharn e quindi il colpo finale: ancora O'Neal ha riportato il pallone fino alle 20 yards e immediatamente dopo Palmer ha trovato subito Houshmandzeh per la seconda meta di giornata per il prolifico wide receiver, segnando i punti del 34-0.

Nel quarto periodo, proprio quando sembrava dovessero arrivare i punti della bandiera, Culpepper ha trovato anche il quinto intercetto: arrivato nella redzone, ha forzato un pallone inguardabile proprio in area di meta, regalando (indovinate?) a Deltha O'Neal il terzo intercetto personale e tornando nuovamente fuori dal campo con tonnellate di frustrazione addosso.

La partita è ppi terminata con il terzo field goal di giornata di Graham e con gli unici punti messi a segno da Minnie, con una corsa da 5 yards di Culpepper.

Per i Bengals l'inizio di questa stagione è stato addirittura al di sopra delle aspettative, che erano già  rosee di per sè: Carson Palmer (337 yards e 3 mete) ha guidato un attacco pericolosissimo per tutti gli avversari, avente a disposizione tante armi.
Dispone di Chad Johnson, uno dei primi cinque ricevitori della lega, veloce e robusto, ha in TJ Houshmandzeh, saggiamente rifirmato in offseason, una seconda opzione letale che è capace di prese acrobatiche ed ha mani molto salde e sicure.
Oltre a loro, Rudi Johnson e Chris Perry: Johnson, che ha corso per 90 yards nella partita di ieri, è comunque un giocatore esplosivo ed imprendibile quando può andarsene in campo aperto, mentre Perry, reduce da un'annata da rookie interamente saltata per infortunio, ha dimostrato di saper essere un buon ricevitore fuori dal backfield e di essere un valida alterativa come backup.

La difesa ha giocato una grande partita, ed ha banchettato scrivendo sul tabellino finale dei numeri da capogiro, con la collaborazione di Culpepper e soci; inoltre ha mostrato l'aggressività  che mancava l'anno scorso, in parte grazie ai nuovi innesti Odell Thurman e David Pollack.
Il reparto andrà  però giudicato meglio in impegni più seri, in quanto il suicidio offensivo dei Vikings ha giocato un ruolo predominante nella partita; questo non significa che la difesa non abbia avuto i suoi meriti, ma è necessario considerare che i turnovers arrivati nel secondo tempo sono stati frutto di giocate fatte da un Culpepper in estrema confusione che ha giocato la peggior partita della carriera, per cui difficile stabilire la linea di confine tra i meriti degli uni ed i demeriti degli altri.

I membri dei Vikings avranno parecchio di cui discutere al rientro a casa: l'attacco è stato inguardabile non solo a causa di Culpepper, ma anche per colpa di una linea in parte inesperta che non lo ha protetto affatto e non ha saputo trovare varchi per il gioco di corsa, sparito troppo presto dal playbook per trovare punti facili per cercare di rimontare subito. Oltre a questo, Michael Bennett ha perso due palloni nel solo primo tempo ed ha raggranellato solo 36 yards in 3 portate e non è stato migliore Mewelde Moore, con 8 portate per misere 29 yards.

La difesa non ha fatto una figura migliore: i grandi nomi acquisiti in offseason hanno potuto poco contro un attacco completo come quello che hanno affrontato ieri pomeriggio.
Fred Smoot, Darren Sharper e compagni hanno giocato con poca grinta, forse traditi troppo presto da una situazione di crisi che a Minnesota era inaspettata, tanto alte erano le aspettative che davano i Vikings anche come partecipanti al prossimo Super Bowl.

C'è il rischio, ora, che la situazione precipiti e la domanda che ci si pone è se Mike Tice sia la persona giusta per resuscitare questa squadra; criticare i Vikings dopo due partite così è come sparare sulla Croce Rossa, ma un crollo così evidente dopo essere stati in possesso di attacchi stellari per tanti anni è quantomeno scioccante.

A conti fatti, almeno in questo istante, lasciare andare Randy Moss e l'offensive coordinator Scott Linehan sono stati due errori marchiani, che i tanti nomi arrivati per migliorare la difesa non riescono a compensare.

Ma non dimentichiamo: il football è bello perché è sempre sorprendente, e siamo alla seconda giornata di gioco. Tutto può ancora succedere.

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