Finley non dovrà più preoccuparsi dei tentacoli di Duncan !
Un noto commentatore televisivo direbbe: "Ma cosa c'è nell'acqua di San Antonio?".
Ce lo chiediamo anche noi. È davvero incredibile quello che è accaduto in questa pazza estate Nba: nuove regole, nuovi (o vecchi giocatori), “GM” impegnati a migliorare (o peggiorare?) le proprie franchigie. Chi più, chi meno.
Ma ciò che ogni volta mette in piedi R.C. Buford (glielo diamo finalmente l'"Executive of the year"?) è davvero straordinario. Ci si domanda se in realtà , il vecchio volpone nero-argento, sia un mago o una sorta di stregone in grado di ammaliare, a forza di sortilegi, chiunque passi dalle sue parti.
La realtà però, da qualunque angolo la si guardi, è questa: Michael Finley e Nick (the ex quick?) Van Exel sono i nuovi acquisti della sempre più corazzata texana.
Una vera batosta per tutte le altre, un vero smacco agli Houston Rockets, un colpo basso per Miami, che, con l'acquisto dell'ex Dallas (8 stagioni in bianco-blu), sperava di pareggiare il già ampio gap con gli speroni (oggi ancora più esteso) e un voltafaccia inaspettato soprattutto per i Phoenix Suns di Mike D'Antoni (proprio la squadra che lo introdusse nella NBA con la 21ª scelta nel Draft 1995), ormai sicuri di acquisire il giocatore che avrebbe potuto sostituire al meglio l'assenza di Joe Johnson.
Finley. Non pensava proprio di diventare l'oggetto del mercato 2005. Dopo l'annata grigia con i Mavericks di Mark Cuban, si credeva che la sua più elevata prospettiva fosse di poter trovare una buona sistemazione e un buon contratto, riuscendo così a togliersi finalmente qualche soddisfazione.
Non è andata così. Si è liberato, grazie alla nuova normativa in materia di contratti (l'amnesty rule), della sua vecchia franchigia e si è accasato dai più forti del mondo, dai campioni in carica, percependo molto di meno rispetto a quello che avrebbe guadagnato accettando le proposte degli Heat di Shaquille O'Neal (gli avrebbero offerto un'eccezione salariale da 5 milioni di dollari) o dei Rockets di Yao Ming e Tracy McGrady o dei vice-campioni della Westerne Conference.
L'ex Wisconsin percepirà , secondo le ultime indiscrezioni, "solo" 2.5 milioni di dollari: un affare, anche perché il giocatore continuerà ad intascare denari dalla sua vecchia squadra (51 milioni nei prossimi tre anni). L'aspetto economico però non è l'unico vantaggio di cui usufruiranno gli Spurs. Con l'arrivo di Finley infatti si allunga notevolmente il pino neroargentato e il backcourt subisce un ulteriore progresso.
Oggi raddoppiare Tim Duncan, non esattamente l'ultimo arrivato in zona pitturata, non sarà una grande idea. Soprattutto quando dall'arco gli speroni potrebbero schierare: Van Exel, Ginobili, Finley e Barry. Tutti "ragazzotti" che del tiro dalla lunga gittata fanno un'arte.
Michael Finley:
Sono entusiasta all'idea di entrare a far parte di una squadra campione: non mi sono mai trovato in una situazione così vicina a poter vincere un titolo. Non vedo l'ora di dare il mio contributo al team per cercare di fare il bis. Perché ho scelto gli Spurs? Sono una squadra campione ma hanno spazio per miglioramenti e penso che il mio gioco possa esser utile proprio in quelle zone dove si può migliorare. Ho un solo obiettivo: bissare il titolo vinto dai miei nuovi compagni l'anno scorso
Ma non è tutto, perché la dirigenza sperona ha pensato bene di allungare ulteriormente la panchina, dando a Gregg Popovich il vero ricambio che desiderava: Nick Van Exel, dai Portland Trail Blazers, pronto a subentrare quando l'estro e la classe di Tony Parker dovessero venire meno (semifinali Western Conference 2004 docet e playoffs 2005 a sprazzi).
Nick Van Exel:
Era quello che volevo. Non ho nessun rimpianto su dove potevo andare. So benissimo che non sarò titolare e che dovrò giocarmi il posto con altri giocatori ma di certo non piangerò per questo. La cosa che mi ha più ferito quando ho lasciato Dallas è che mi hanno scaricato in una franchigia in cui non volevo andare. Ora è diverso. Sono qui per vincere
Gregg Popovich:
Siamo estremamente contenti di aver acquistato giocatori del calibro di Michael e Nick. Mentre Finely è vera All Star che alzerà il talento della nostra squadra soprattutto in fase offensiva, Van Exel è un eccellente giocatore in entrambi i lati del campo, che per il gioco che mettiamo in campo può dare una grossa mano
Alla fine, così, molti esperti americani (ma anche semplici tifosi sparsi in tutto il globo) sostengono che il campionato NBA 2005-2006 assegnerà piazzamenti e premi d'onore, vale a dire statuette secondarie, in quanto il vero malloppo sarebbe già nelle mani di Duncan&co.
In realtà le cose non stanno proprio così. Certo sulla carta non ce n'è per nessuno. Basta dare un'occhiata al quintetto base e alla panchina (fattore decisivo nella NBA di oggi) per capire che gli Spurs saranno una squadra completa sotto ogni punto di vista: Parker-Ginobili-Bowen-Duncan-Mohammed, e un pino di proporzioni chilometriche che farebbe sfigurare quello che ogni anno appare al centro del colonnato di San Pietro: Beno Udrih, Nick Van Exel, Brant Barry, Mike Finley, Robert Horry, Rasho Nesterovic e l'argentino Fabricio Oberto.
A leggere questi nomi tutti d'un fiato, la domanda sorge spontanea: "Ma chi li ferma questi qua?". Difficile dirlo. Eppure mi sembra di risentire gli stessi discorsi di due anni fa, quando i Los Angeles Lakers di Phil Jackson mostravano con orgoglio i gioielli di famiglia, i quattro Hall Of Fame, con tanto di acronimo (4HOF) allegato, oltre ovviamente, a tutto il resto tipicamente (a volte tristemente) Hollywodiano.
Mi sembra inoltre di assistere ad errori già noti, soprattutto da parte d'osservatori poco attenti, quando si dice che tutto è già deciso. Probabile che San Antonio porti a casa l'anello, ma, come diceva Lorenzo De' Medici: "Del diman non v'è certezza".
Molte infatti sono le incognite con le quali Popovich&co. dovranno fare i conti: come s'inserirà Finley all'interno dello spogliatoio? Darà problemi nel non partire titolare? Darà noia ad una chimica collaudata, oggi arma principale degli Spurs? Che tipo di contributo fornirà Van Exel? Accetterà il ruolo di comprimario? O si limiterà ad agitare asciugamani e a piazzare pacche sulle spalle ad ogni time-out? Le gerarchie saranno sovvertite? O il sergente ex-Cia, come al solito, metterà di nuovo tutti in riga?
Incognite appunto.
Se permettete, mi sento di dire che il campionato NBA è tutto da giocare, niente è deciso prima del via. È la storia ad insegnarcelo: non vince quello che ha più figurine nel proprio album (vero Moratti???).
P.S.: il mese venturo uscirà la mia preview sulla prossima stagione San Antonio Spurs (oltre a quella dei Los Angeles Lakers). In quella occasione tutti i temi, oggi non trattati per dare spazio ai nuovi acquisti, saranno presi in considerazione. Perciò non dovete far altro che continuare a leggerci perché ci saranno grosse novità nei due mesi che mancano alla "first night" di regular season.
Un saluto, stay tuned.