John Paxson e Ben Gordon, 2 tiratori di 2 diverse generazioni…
Per John Paxson si profila un finale di agosto davvero molto caldo. Sulla sua scrivania pendono le richieste di rinnovo di Eddy Curry e Tyson Chandler, i due liceali lasciatigli in eredità da Jerry Krause. E' arrivato quindi il momento in cui i Bulls non possono più permettersi di essere un asilo per varie schiere di rookie, ma dovranno iniziare a fare una vera e propria selezione, visto che se vorranno confermare le loro scelte, dovranno pagarle care. Molto care.
Chandler ha avanzato a Paxson una richiesta simile al contratto appena firmato da Sam Dalembert ai Sixers, che si aggira sui 58 milioni per 6 anni, con le roboanti premesse di non accontentarsi di un solo dollaro in meno. Il GM dei Bulls ha anche avviato i contatti con l'agente di Curry, ma in questo caso, al di là di quelle che possono essere le cifre, la trattativa appare complessa per il fatto che i Bulls esigono una copertura assicurativa che copra l'ingaggio nel caso in cui per i problemi cardiaci che paiono minacciare il proseguo della carriera del centro, dovessero di fatto impedirgli di scendere in campo.
Chi ha il coltello dalla parte del manico?
Anche se i due lunghi dei Bulls hanno sparso in giro la voce per cercare delle possibili offerte che facessero partire la base d'asta da cifre molto interessanti, Paxson può giocare d'astuzia, contando sulla paura dei due giocatori. Sia Chandler che Curry quest'anno sono restricted free agents, ma potrebbero impuntarsi andando in qualifying offer in modo da essere totalmente liberi l'anno prossimo. Si tratterebbe chiaramente di un bluff, sostanzialmente per due motivi. Il primo è che ben difficilmente i due si accontenterebbero delle cifre del contratto attualmente in corso ancora per una stagione, il secondo, ben più rilevante per le strategie di Paxson, è quello che due giocatori a grande rischio infortunio, rischierebbero tantissimo se non riuscissero a chiudere subito per un pluriennale.
Nella peggiore delle ipotesi, se Chandler dovesse ricadere nei suoi tremendi problemi alla schiena, e Curry dovesse avere delle complicazioni cardiache, l'anno prossimo potrebbero restare letteralmente a spasso, perchè nessuno si andrebbe ad accollare dei giocatori inabili al gioco. Se Paxson riuscirà a resistere allo stress di correre sul filo del rasoio, allungando la trattativa il più possibile senza spezzare il filo del dialogo, molto probabilmente riuscirà a firmarli entrambi a cifre accettabili. Un altro aspetto che fa ben sperare i tifosi dei Bulls, è che comunque sia Chandler che Curry non hanno mai lasciato intendere di optare per altre soluzioni, segno che rimanere a Chicago sarebbe in ogni caso la soluzione migliore.
Per cautelarsi comunque Paxson pare aver già firmato Othella Harrington con un annuale da 3.2 milioni, ed ora dovrà sbrigare le pratiche relative ad Adrian Griffin e Jannero Pargo. Entrambi si sarebbero già accordati sulla parola, ma Paxson avrebbe messo subito in chiaro il fatto che li avrebbe firmati soltanto dopo aver definito i contratti di Curry e Chandler, i due macigni che definiranno il nuovo payroll dei Bulls.
Mentre Griffin pare non avere molte alternative, Pargo potrebbe nel frattempo trovare offerte più allettanti. Le sue doti nel tiro da tre, che ne fanno uno specialista pregiato in questa Nba, l'hanno iscritto nel taccuino di diversi GM. Le chance più concrete pare se le stiano giocando i Cavs, che cercano un giocatore con quelle caratteristiche per completare la panchina. Anche Miami potrebbe fargli un fischio nel caso in cui non confermasse Damon Jones. In questo caso tutto dipenderà dall'esito della trattativa per Michael Finley. Se la guardia-ala appena tagliata da Cuban andasse altrove, Pargo potrebbe spuntare parte se non addirittura tutta la mid-level exception a disposizione di Pat Riley. Per Jannero potrebbe esserci un ritorno di fiamma gialloviola, dettato dal ritorno di Phil Jackson sulla panchina dei Lakers.
La trattativa più semplice da chiudere è stata quella di Chris Duhon, il playmaker rivelazione di questa stagione, che ha consentito a Hinrich frequenti sortite in guardia, aumentando il numero di soluzioni tattiche a disposizione di Skiles, che ha potuto continuare ad usare Ben Gordon dalla panchina, con risultati peraltro eccellenti. Per Duhon è stata infatti pareggiata l'offerta arrivata da Toronto: essendo restricted free agent, la sua società attuale ha la possibilità di trattenerlo.
Se il futuro del backcourt pare quindi tracciato con chiarezza, le sorti dei Bulls dipenderanno da ciò che decideranno di fare dei propri lunghi, giocatori dalla salute molto problematica, ma dotati di quel talento che in una Nba come questa, piuttosto povera di fattori determinanti sotto le plance, potrebbero garantire diverse sortite in off season. La rinuncia ad uno o ad entrambi, corrisponderebbe ad una scelta meno rischiosa, ma che di fatto ricatapulterebbe i Bulls all'indietro, vanificando quel progetto di sviluppo che Krause aveva architettato.