Le vittime dell’Amnesty Clause

Ecco il primo risultato della Amnesty Clause: Brian Grant ai Suns

Come forse già  sapete, nel nuovo CBA, il contratto stipulato fra l'associazione dei giocatori e la NBA, è stata introdotta una nuova clausola.

Infatti, nell'accordo trovato e formalizzato circa un mese e mezzo fa, è riportata una nuova soluzione per permettere alle società , almeno in parte, di alleggerire il pagamento della luxury tax.

Ecco spiegato come: ogni squadra ha diritto a tagliare un giocatore, continuargli a pagare lo stipendio regolarmente, che comunque inciderà  sul salary cap, ma allo stesso tempo essere esentata dalla luxury tax per quel giocatore.

Questa opzione è stata identificata con il nome di 'Amnesty Clause'.

Occorre, tuttavia, fare un po' di ordine e ricordare come funzionano le cose: il monte stipendi di ogni squadra, non può sfondare i 61.7 milioni di dollari che è il tetto salariale (salary cap), altrimenti si dovrà  pagare una tassa (luxury tax), il cui importo sarà  pari alla cifra in eccesso; in parole povere se si sfonda di un milione, la tassa è di un milione.

Questa possibilità , comunque sia, si pensava sarebbe stata sfruttata solo da quelle squadre con una tassa molto alta, soprattutto da quelle con i giocatori più costosi sul libro paga, poichè non è proprio conveniente dal punto di vista tecnico (e non solo), ma invece si sono andati a profilare scenari inaspettati, e alquanto interessanti. Ben 18 squadre, infatti, hanno deciso di usufruire della famigerata clausola.

Il termine ultimo per poterla usare era la mezzanotte del 15 Agosto, e proprio nelle ultime ore utili si sono concentrati la gran parte dei tagli.

Facendo due conti, viene fuori che la franchigia che ci ha guadagnato maggiormente è stata quella dei Lakers, che hanno tagliato l'ala Brian Grant, risparmiando così 29.7 milioni di dollari; poi seguono i New York Knicks, che dalla rinuncia a Jerome Williams hanno salvato 23.1 milioni; i Sixers con 19.5 milioni; i T-Blazers con 18.8 e i Bucks con 13.2. Mentre invece la squadra che ha avuto il minor ritorno economico è stata Memphis, che con il taglio di Troy Bell ha risparmiato solo 1.5 milioni di dollari.

In totale si sono salvati 212 milioni di dollari in tasse 'di lusso'.

Vediamo, dunque, di esaminare i casi più importanti: Dallas ha tagliato Micheal Finley, evitando di pagare 51 milioni di luxury tax nei prossimi tre anni, facendolo così diventare un unrestricted free-agent molto ambito, già  al centro del mercato.

In ogni caso questo era uno dei casi più annunciati in quanto l'ipotesi che i Mavericks rinunciassero a Finley era già  stata sbandierata da diverso tempo, ma la squadra ha provato ugualmente fino all'ultimo a scambiarlo, soluzione ben più gradita, ma senza trovare accordi.

L'ormai ex Mavs, era arrivato a Dallas il 26/12/96, dai Suns da cui era stato draftato nel 1995 con la 21esima assoluta. Nell'ultima stagione si è tenuto sopra i 15 punti di media e sopra i 4 rimbalzi a serata, senza però mai avvicinare il suo record di 42 punti in una partita e quello di rimbalzi sempre in una partita, 15.

Ultimamente, complice anche l'avanzata età , il suo rendimento è molto calato, mentre l'ingaggio restava sempre quello, e quindi Dallas ha pensato giustamente di troncare i legami con lui.

Il trentaduenne ex Phoenix, ora, è appettito da molte franchigie, ma attualmente Miami sembra in vantaggio su tutte le altre anche perchè l'agente di Finley è lo stesso di Wade, la stella degli Heat, e questo potrà  sicuramente giocare la sua parte.

Passiamo, ora, al caso più sorprendente, quello di New York. La squadra della Grande Mela,infatti, dopo aver fatto capire che la propria scelta a proposito dell'Amnesty clause sarebbe caduta sul perennemente infortunato Allan Houston, ha fatto inversione di marcia, tagliando invece l'ala Jerome Williams, trentadue anni, che nell'ultima stagione ha fatto registrare una media di 4.5 punti, 3.6 rimbalzi e 0.5 assist per partita.

Houston, a causa di infortuni vari al ginocchio, nelle ultime due stagioni è riuscito mettere insieme solamente 70 partite, in cui per altro la sua prestazione è stata tutt'altro che di livello. Nonostante ciò, il presidente Isiah Thomas, con il consiglio del nuovo coach Larry Brown, ha deciso ancora di provare ad aspettarlo: in questa stagione Allan proverà  a rientrare, e se il fisico non lo sorreggerà  ha fatto sapere che si ritirerà , rinunciando allo stipendio degli ultimi anni…

Uscito da Tennessee nel '93, Houston, è stato selezionato al draft nel medesimo anno da Detroit, dove è rimasto per tre stagioni prima di trasferirsi a New York per giocare nei Knicks, squadra che con tutta probabilità  sarà  anche la sua ultima. Il suo massimo in carriera è di 53 punti, realizzati il 16/02/03 contro i Lakers.

Altro caso degno di nota è quello dei Indiana Pacers, che hanno usato l'Amnesty con Reggie Miller, ritiratosi alla fine della passata stagione. Nel suo contratto era rimasto un ultimo anno, ma come detto Reggie si era già  ritirato e il presidente di Indiana, Larry Bird, ha optato per l'Amnesty, spegnendo così le ultime, residue speranze che conservavamo in fondo al cuore di poter rivedere l'eterno Miller ancora in campo, ancora impegnato in quella caccia al titolo, che da 18 anni gli sfugge.

Ma Bird non si è fatto prendere da tanti sentimentalismi, e ha badato di più all'aspetto economico, in cui ha pur sempre guadagnato 6 milioni.

New Jersey ha rinunciato a Ron Mercer, altro eterno infortunato, che nell'ultima annata è stato in grado di scendere in campo per sole 19 volte. I Nets sono stati alleggeriti di 1.76 milioni, poichè sul suo contratto c'era ancora un anno, ma evidentemente la dirigenza del New Jersey si era stancata dei suoi guai fisici e lo ha comunque tagliato.

Milwaukee si è privata di Calvin Booth, che era stato acquistato da Dallas insieme ad Alan Henderson e una somma di denaro, in cambio di Keith Van Horn.

Nelle prossime due stagioni, Booth, avrebbe causato ai Bucks una tassa di ben 13 milioni di dollari.

I rimanenti casi,invece, sono questi riportati qui sotto:
– Philadelphia taglia Aaron McKie (19.5 milioni)
– Orlando taglia Doug Christie, acquistato a metà  stagione da Sacramento, (8.2 milioni)che molto probabilmente andrà  a Dallas
– L.A. Lakers taglia Brian Grant (29.8 milioni), che proprio oggi ha firmato per Phoenix
– Portland taglia Derek Anderson (19 milioni)
– Minnesota taglia Fred Hoiberg
– Menphis taglia Troy Bell
– Houston taglia Clarence Weatherspoon
– Toronto taglia Alonzo Mourning
– Boston taglia Vin Baker
– Detroit taglia Derrick Coleman
– Miami taglia Wesley Person
– Chicago taglia Eddie Robinson
– Phoenix taglia Howard Eisley

Inoltre vale la pena di ricordare che tutti questi giocatori, finchè non scade il loro contratto non potranno rifirmare con la squadra che li ha tagliati con l'Amnesty clause, un esempio: Finley non potrà  rifirmare con Dallas fino al 2007/08, cioè finchè non scade l'attuale contratto.

Concludendo esprimo il mio parere su questa interessante novità  varata dalla NBA, la quale ha trovato un ottimo modo per alleggerire di tasse quelle squadre eccessivamente al di sopra del salary cap, senza però incoraggiarle a continuare su questa strada. Semplicemente fantastico.

[NDR: da notare inoltre che molti di questi giocatori tagliati sono già  richiestissimi sul mercato, ed andranno a rinforzare franchigie disposte a spendere e con spazio salariale a disposizione. Apparentemente, dunque, è una novità  che alla lunga andrà  a premiare le squadre coi 'conti' più a posto.]

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