La concentrazione del pitcher dei Padres Jake Peavy
Sono ormai sempre meno le partite che mancano alla conclusione della stagione regolare della MLB e si incominciano ad ipotizzare quelle che potrebbero essere le squadre più probabili a giocarsi un posto nei playoff.
Fra tutti i gironi, quello che forse spicca di più per la difficile situazione delle sue componenti è sicuramente quello ad ovest della National.
Se si pensa che in testa troviamo i San Diego Padres con un rapporto vittorie -sconfitte pari a .500, che Arizona in classifica Wild Card è soltanto ottava e che l'ultima squadra della National East, i Mets, con una media di .509 sarebbe prima all'interno della West, si fa presto a capire come evidentemente il livello, rispetto al resto della MLB, sia decisamente basso.
E' vero i Padres hanno puntato molte delle loro fortune su giovani promettenti e di belle speranze dovendo però fare i conti con la poca esperienza e la mancanza di continuità . Convinzione questa che lo scorso anno li aveva portati quasi alla soglia dei playoff, mancati a causa di un crollo verticale nella parte conclusiva della stagione.
Quest'anno però sembra che le cose si possano mettere al meglio considerando anche il fatto che le dirette avversarie trovano grosse difficoltà a restare in media .500.
Grandi speranze sono ovviamente riposte nell'esterno sinistro Ryan Klesko il quale con la sua media di .258 e i suoi fin qui 16 homeruns è il giocatore simbolo dell'annata di San Diego.
Quattro partite dietro San Diego troviamo gli Arizona Diamondbacks, usciti da un'annata disastrosa nonostante la presenza in rotazione di Randy Johnson. Il pitcher ha preferito trasferirsi nella grande mela per cercare di ambire a traguardi che molto probabilmente qui non avrebbe potuto raggiungere.
E' altresì importante notare come forse il togliersi il peso di un giocatore così importante abbia alleggerito le responsabilità di tutto l'ambiente. La campagna acquisti non è stata da prime pagine dei giornali ma sicuramente si sono messe le basi per un immediato rilancio.
Certo la seconda posizione nella West di quest'anno con una media di .467 non rappresenta una buona verifica ma il futuro non può che tingersi di rosa per un roster che sta crescendo e il giovane pitcher Brandon Webb ne è la dimostrazione con le sue 10 vittorie e 8 sconfitte.
Estremamente deludenti invece le altre due squadre della California.
I Los Angeles Dodgers, forti della conquista della post season della scorsa stagione, si presentavano ai nastri di partenza con tutti i favori del pronostico. Qualche giocatore importante era partito, vedi Josè Lima approdato a Kansas City, ma qualcuno di altrettanto importante era arrivato come il partente Derek Lowe dai campioni del mondo di Boston.
A metà agosto invece li troviamo al terzo posto con una media di .458 e lontani anche per sperare nella wild card. Difficile spiegare una così repentina inversione di tendenza.
Il rendimento dei nuovi arrivi è stato sicuramente inferiore a quello che ci si aspettava a Los Angeles, aiutati anche poco dai risultati negativi, e le 11 sconfitte di Lowe ne sono la conferma. L'inizio di stagione era stato incoraggiante tanto che per i primi due mesi si erano impossessati della testa della classifica e sembrava quasi impossibile scalzarli.
Nei mesi estivi invece si è invertita la rotta. Forse un inizio di appagamento o forse la errata consapevolezza di essere sempre quelli del 2004, fatto sta che i Dodgers si sono smarriti e non si sono ancora ritrovati.
A San Francisco invece si sono quasi rassegnati.
Anche loro erano partiti con l'obiettivo di conquistare un posto diretto ai play off senza dover passare dalla wild card. Ben presto però si sono ridimensionati soprattutto a causa dell'infortunio cronico del record man di fuori campo Barry Bonds.
In sua assenza il solo Moises Alou (adesso anche lui infortunato) non basta per cullare sogni di gloria e il veterano Jason Schmidt con le sue 9 vittorie e 6 sconfitte ha grosse difficoltà nel tenere in piedi una rotation cui manca sempre qualcosa. Una media disastrosa di .441 e l'incapacità costante di mantenere le promesse di inizio anno, mettono San Francisco tra le peggiori formazioni della MLB.
Ultimi e senza più grandi motivazioni se non quella di chiudere dignitosamente una stagione da dimenticare troviamo i Colorado Rockies.
Poche le cose da dire. Brutta partenza e impossibilità di operare in modo proficuo sul mercato portano ovviamente a risultati negativi. Con una media di .375 e con sole 45 partite vinte il motto non può che essere: rifondare!