SIlenzio, lo show estivo è terminato, Antoine Walker se ne va da Boston, si cali il sipario…
A Boston vanno: Qyntel Woods, Curtis Borchardt, i diritti su Miralles, 2 seconde scelte e 1,8M$ TPE
A Miami vanno: Jason Williams, James Posey, Antoine Walker e Andre Emmett
A Utah va: Greg Ostertag
A Memphis vanno: Eddie Jones e Raul Lopez
A New Orleans vanno: Rasual Butler, Kirk Snyder ed i diritti su Roberto Duenas
È la più grande trade della storia della NBA: 5 franchigie si sono scambiate ben 13 giocatori in un turbinio di voci incontrollate che nei giorni precedenti allo scambio si sono accavallate modificando continuamente giocatori e squadre coinvolte.
Antoine Walker quindi dice definitivamente addio ai Celtics, al suo numero 8 che ha fortemente rivoluto lo scorso febbraio dopo il suo ritorno a Boston, alla sua possibilità , se ce ne fosse stato il motivo, di ritiro della sua maglia numero 8 appesa sulle volte dell'arena bostoniana.
Ha preferito i soldi, la possibilità di titolo e di non sottostare al volere di Ainge di ridurgli il peso in squadra privilegiando l'emergente Al Jefferson. Che Al fosse il futuro dei Celtics nessuno lo mette in dubbio ed il finale di stagione ha solo rafforzato quello che ad inizio stagione sapevano in pochi e che durante la stessa ha raccolto sempre più estimatori.
Fin dal ritorno di Walker a Boston si sapeva che quest'estate sarebbe stata difficile e tormentata, che la crescita di Al a fine stagione ha solo complicato ulteriormente. Walker poteva giocare 3 e 4 alternativamente, fare il cambio di Al oppure partire in quintetto per poi lasciare dopo qualche minuto il campo a favore di Al con un contratto non troppo esoso" Tutte ipotesi che Walker non voleva neanche sentire parlare: lui voleva il quintetto, minuti in abbondanza ed un contratto sostanzioso. Il general manager Danny Ainge ha detto chiaramente che "sarà difficile firmare Antoine con un lungo contratto ed avere Al che guadagna minuti nel prossimo anno o due".
Alla luce di questi fatti Ainge se ne è fatta una ragione e ha subito risposto prendendo Brian Scalabrine promuovendo di fatto Al in quintetto. Con lo spot di ala grande a posto (Gomes e Reed si prenderanno le briciole se non riusciranno ad esplodere) e l'affollamento di ali piccole e guardie (Pierce, Davis, Allen, Green) per Walker non c'era più posto, quindi bastava soltanto sapere dove si sarebbe accasato.
Si prevedeva che ci sarebbe stata la più classica delle telenovelas, e difatti lo è stata, con centinaia di ipotesi di scambio e di ipotetiche firme con quasi tutte le altre 29 franchigie NBA. Ora la telenovela è finita e sinceramente non possiamo che rallegrarcene. Di storie infinite non sappiamo che farcene e preferiamo piuttosto veder lavorare seriamente una squadra con l'obiettivo del titolo.
Appunto, il titolo NBA. Ora il messaggio anche in questo caso è chiaro: non arriverà in tempi brevi, o perlomeno la costruzione della squadra che dovrebbe puntare a quest'obiettivo è già nata, sta crescendo, ma ci vorrà del tempo per metterla a punto e vederla giocare per arrivare fino in fondo.
L'inizio è molto promettente (Jefferson è già dato da tutti come l'ala forte del futuro, Green è sulla buona strada per esserlo come ala/guardia), ma i tifosi biancoverdi che volevano e speravano di poter ambire a grandi traguardi entro breve tempo rimarranno delusi.
Dopo che sono stati individuati i motivi della separazione, vediamo come ci si è arrivati. L'agente del giocatore ha interpellato molte squadre ed alla fine ha trovato un accordo di massima con Pat Riley, general manager dei Miami Heat. L'accordo prevedeva, come soluzione estrema, la firma del giocatore con l'eccezione salariale per un ammontare di 4,9 milioni di dollari, ma Riley ed Ainge si sono messi d'accordo e hanno permesso al giocatore di portare a casa un contratto di 53 milioni di dollari in 5 anni (primo anno a 6,9 milioni).
"Ovviamente il lavoro dei Celtics è di aiutare prima di tutto la squadra, ma hanno anche fatto un buon lavoro con Antoine" ha detto Mark Bartelstein, l'agente di Walker "Danny e Wyc hanno mostrato una forte lealtà verso il giocatore che ha fatto molto per la loro franchigia". Onesta e franca dichiarazione dell'agente, il quale fa notare come la dirigenza Celtics si sia comportata molto bene. Ainge è comunque riuscito a portare a casa qualcosa. Poco, ma meglio di nulla, come si stava preconfigurando ad un certo punto delle trattative.
Vediamo quindi cos'è arrivato: Quintel Woods, Curtis Borchardt, i diritti su Miralles, 2 seconde scelte che potranno essere usate come merce di scambio oppure utilizzate per giocatori da lasciare all'estero o da sviluppare con calma ed 1,8 milioni di dollari di eccezione salariale che, in aggiunta ai 3,7 milioni già in possesso risulta un'eccezione da 5,5 milioni che potrà essere utilizzata per far arrivare uno o più free agents.
Se Woods difficilmente indosserà una maglia biancoverde e sarà utile solo per scambiare il suo contratto in scadenza di 700 mila dollari entro il prossimo febbraio e se Miralles rimarrà a Valencia, in Spagna, l'unico giocatore utile fin da subito sarà Curtis Borchardt. Passati i primi due anni ad Utah, non ha lasciato un segno indelebile nella franchigia dello stato dei Mormoni, complice anche un infortunio il primo anno. Ora entra nel suo ultimo anno di rookie con un salario di 1,9 milioni di dollari, ma Utah ha già confermato il giocatore anche per il quarto anno, quindi gli anni di contratto sono due ed in questo lasso di tempo ha la possibilità di rimanere se giocherà bene. Tutto dipende da lui.
Di positivo ha che è alto, 7 piedi netti ovvero 2 metri e 13, è giovane e non ha ancora avuto la possibilità di mostrare quello che vale. Potrebbe fare bene come male, questo non lo si sa ancora, vedremo il prossimo anno come si comporterà . Il suo arrivo ha in ogni caso un duplice obiettivo: come assicurazione contro infortuni, purtroppo possibili, di LaFrentz e come cambio dello stesso se il giovane Kendrick Perkins non riuscirà ad ottenere i miglioramenti auspicati.
"Quando tutto è iniziato, voleva vedere se poteva stare a Boston, ma c'erano chiare difficoltà di creare un contratto a lungo termine a causa dell'investimento dei Celtics nei loro giovani giocatori. Il mio lavoro quindi è stato quello di trovare una via per un sign-and-trade (firma e scambia)". Così ha detto Bartelstein, l'agente di Walker, confermando le indiscrezioni che dicevano 'Toine sicuro partente. Chiaramente un contratto lungo strideva con la necessità di far giocare Jefferson, quindi uno scambio è stata la soluzione naturale.
Mentre Walker lascia per la seconda volta Boston in modo molto migliore rispetto a qualche anno fa, sarà curioso vedere quale numero di maglia indosserà Al Jefferson: ritornerà col 7 o si riprenderà l'8, gentilmente concesso a Walker?