(Dead)Line nelle Majors

Chan Ho Park rinforza il parco lanciatori di San Diego…

Il 31 luglio è passato, e per la prima volta dopo molti anni nelle majors non c'è stato alcun scambio in grado di avere (almeno sulla carta) un impatto significativo nella corsa ai playoff.

Nessun All-Star ha cambiato casacca, e nemmeno qualche lanciatore o prospetto di qualità . Alla fine si è parlato più degli scambi che non ci sono stati (su tutti quelli riguardanti Manny Ramirez e Alfonso Soriano) che di quelli reali.

Alla scarsità  di movimenti hanno contribuito più fattori; il primo è che molte squadre, seppur con diverse possibilità , sono ancora in corsa perlomeno per la wild card. Anche se i risultati delle ultime settimane hanno portato ad una certa selezione delle franchigie con fondate possibilità  di postseason, poche sono quelle già  escluse dalla postseason (Tampa Bay, Kansas City, Colorado e poche altre).

Vi sono inoltre squadre che, anche se difficilmente faranno i playoff, hanno speso molto nella recente offseason e non possono gettare la spugna già  a metà  stagione liberandosi dei loro costosi arrivi (basti pensare a Mets, Seattle, Baltimore, Arizona per citarne alcune).

In secondo luogo, le squadre già  escluse non hanno nel roster molti giocatori di qualità , o comunque in grado di spostare gli equilibri attuali, e nemmeno contratti onerosi dei quali cercare di liberarsi. Tampa Bay non è riuscita a scambiare i veterani Aubrey Huff e Danys Baez; Colorado ha ceduto Preston Wilson e Shawn Chacon, ma entrambi, oltre a essere nel mezzo di una stagione deludente, devono essere valutati lontano dall'aria rarefatta di Denver.

Per finire, non c'è mai stata come quest'anno una così scarsa disponibilità  di lanciatori (rilievi e partenti che siano), in genere i più ricercati per chi ha intenzione di giocare partite decisive a settembre e forse ottobre. L'unico nome importante, a lungo al centro di voci, è stato quello di A.J. Burnett dei Marlins, ma alla fine né Orioles né Red Sox sono riusciti ad assicurarsi l'unico partente di talento sul mercato.

Passando a valutare le singole trade, vediamo quelle che potrebbero avere un impatto (il condizionale è d'obbligo visto il basso profilo dei giocatori coinvolti).

Kyle Farnsworth da Detroit ad Atlanta: i Braves non si fidano certo di Reitsma come closer in prospettiva ottobre, e così hanno preso un rilievo tanto talentuoso (veloce da 100 miglia all'ora) quanto discontinuo. Certo se si pensa a quante carriere sono state resuscitate da Leo Mazzone e dall'aria della Georgia, i Braves potrebbero aver fatto un bel colpo.
Matt Lawton ai Cubs, Jody Gerut ai Pirates: se c'è una squadra alla quale serve prima attacco e poi lanciatori, questa è Chicago sponda Cubs. Le residue speranze di postseason passano per un attacco più continuo e pericoloso, e anche se Lawton non è certo la mazza che incute timore, è comunque giocatore dal rendimento costante, con buone medie in battuta e che può dare un minimo di incisività  in più al lineup.
La caccia ai lanciatori degli Yankees: non è un mistero che a New York abbiano un disperato bisogno di partenti, e così il GM Cashman ha preso tutto quello che c'era disponibile: i vecchi draghi Al Leiter e Hideo Nomo, il rilievo Alan Embree e soprattutto Shawn Chacon. Quest'ultimo, liberato dall'incubo Coors Field, nelle intenzioni del management dovrebbe dare un po' di qualità  e soprattutto inning, e nel contempo un po' di fiato ai rilievi molto sfruttati di Joe Torre.
Chan Ho Park a San Diego, Phil Nevin a Texas: i Padres, dopo aver preso Joe Randa da Cincinnati, hanno acquistato un partente per cercare di mettere le mani sulla division, la NL West, che nessuno vuole vincere. Dall'altra Texas, pur avendo altrettanto disperato bisogno di lanciatori, ha preferito cedere un partente mediocre ma con contratto molto oneroso, il che la dice lunga sull'aria che tira ". Park potrebbe giovarsi del fatto che il Petco Field è gradito ai lanciatori, Nevin potrebbe vedere risalire le sue cifre nel paradiso dei battitori di Arlington"
Ron Villone da Seattle a Florida: i rilievi mancini hanno e avranno sempre un buon mercato, e Villone conferma la regola. I Marlins così rinforzano il bullpen, e con Burnett ancora nel roster possono puntare con legittime ambizioni perlomeno alla wild card.

Occorre comunque usare la lente d'ingrandimento per valutare il possibile impatto dei giocatori citati. Le uniche due squadre che non avevano bisogno di muoversi erano White Sox e Cardinals, e Chicago si è limitata a prendere da San Diego Geoff Blum, terza base di riserva.

Quelle invece che necessitavano di rinforzi sono più o meno come prima: degli Yankees abbiamo già  parlato; i Red Sox hanno sistemato la panchina e tamponato qualche infortunio con gli arrivi di Chad Bradford, Alex Cora, Tony Graffanino, Gabe Kapler e Jose Cruz Jr., ma restano con molti punti di domanda specie nel bullpen; Orioles, Twins e Nationals non sono riuscite a fare scambi che diano perlomeno l'impressione di voler dare una svolta al periodo negativo che stanno attraversando; nessun movimento nemmeno da entrambe le franchigie di Los Angeles, solitamente molto più attive.

Per il resto, da notare l'arrivo a Seattle da San Francisco di un catcher giovane e promettente come Yorvit Torrealba; in cambio è andato ai Giants il veterano Randy Winn, peraltro free agent a fine stagione.

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