Williams, alla presentazione, avrà il compito di ispirare Wade e O'Neal
Anno nuovo squadra nuova, verrebbe da dire. Anche se nell'ultima stagione sei andato a una partita dalla finale Nba. E' una rivoluzione che ha origine nell'accordo raggiunto con Shaquille O'Neal per produrre un consistente sforzo e raggiungere il titolo 2005-06.
Antoine Walker, Jason Williams e James Posey arrivano in Florida assieme ai diritti del più bello che bravo Roberto Duenas. Eddie Jones, il capitano occulto sempre lodato da Riley, Rasual Butler e l'oggetto misterioso Qyntell Woods fanno le valigie. E' un lifting pesante in una squadra che aveva già riconfermato, contratto da 31 milioni di dollari complessivi, Udonis Haslem e scelto al draft Wayne Simien.
E' una squadra che, ora si, ha ipotecato il suo futuro. Shaq O'Neal ha scelto di guadagnare di meno la prossima stagione e di spalmare i 100 milioni di dollari che voleva in 5 anni. Questo significa che il contratto scadrà quando il giocatore avrà 38 anni. "Sono felice - ha detto the Diesel dal suo luogo di vacanza che potrebbe anche essere Capri - perché quest'accordo mi soddisfa economicamente, mi dà la possibilità di fermare la mia famiglia a lungo termine in un bel posto e mantiene la squadra al top."
Sostanzialmente l'ex Lakers s'è tagliato gli emolumenti: avrebbe dovuto guadagnare 30 milioni di dollari solo nella prossima stagione; ne prenderà 20. "Il prezzo da pagare per chi vuole stare in una squadra competitiva, ha detto il suo agente Perry Rogers.
"La franchigia - ha commentato invece Pat Riley - ha legato il suo nome ad uno dei giocatori più dominanti della storia del gioco e, al tempo stesso, ottenuto maggiore flessibilità salariale".
L'ex allenatore dei Lakers ha poi pensato di investire in talento: Walker e Williams non sono certo giocatori che fanno della disciplina la loro caratteristica migliore.
Però ci sanno fare. L'ex Boston ha 29 anni; prima di venire a Miami ha firmato un contratto di 6 anni a 53 milioni di dollari. Questo significa che, se tutto andrà bene, finirà con gli Heat a 35 anni. Non si può dire sia un giocatore egoista in senso stretto come provato dal suo quinto posto nella lega per assist parametrati su 48 minuti. Ma di certo è abituato a "dominare il pallone".
"Ha veramente voglia di vincere - ha detto il suo agente, Mark Bartelstein, lo stesso di Posey - ed è entusiasta: farà tutto quello che il coach gli chiederà ." Eventualmente anche partire dalla panchina perché c'è da decidere cosa farne. Nel ruolo di ala grande c'è il già citato Haslem. Per metterlo in ala piccola bisognerebbe capire cosa organizzare per la difesa.
Detto questo ha ragione Riley che parla di un giocatore "incredibilmente versatile, in grado di trattare il pallone e tirare da tre." Passateci la blasfemia, parliamo di tattica e teoria, però in attacco potrebbe aprire il campo esattamente come Robert Horry faceva ai Lakers e fa tuttora a San Antonio. Anche se, dobbiamo dire, due anni fa a Dallas, in un contesto in cui c'era da spartirsi il pallone, il giocatore è naufragato.
Jason Williams era ai ferri corti con Jerry West. La sua storia è altrettanto difficile. Croce e delizia a Sacramento; delizia dei tifosi, croce di Adelman che gli preferiva Bobby Jackson. Un anno brillante sotto la guida di Hubie Brown a Memphis. Ma il giocatore rimane controverso e anarchico.
La mossa di Riley trova l'unica spiegazione nella necessità di migliorare nel trattamento del pallone. Nella finale di Conference, eccetto Wade, gli altri esterni avevano sofferto parecchio da questo punto di vista.
Williams in questo aspetto è al di sopra di ogni sospetto; viene da una stagione da 10.1 punti e 5.6 assist. Guadagnerà 7 milioni di dollari il prossimo anno. Riley lo ha paragonato a Tim Hardawy, definendolo, per il trattamento della palla, sul livello di Kidd e Nash. Pare comunque che Shaq abbia dato il suo benestare e sia pronto a mettere "white chocolate" sotto tutela.
Posey è il giocatore più interessante: autentica pepita grezza a Denver e Houston, ottimo primo anno ai Grizzlies e secondo costellato di infortuni ai piedi. Dovrebbe essere l'ala piccola titolare.
Al momento lo è. Di sicuro è un passo avanti se pensiamo che Eddie Jones, che se n'è andato augurando il meglio alla sua ex squadra, era una guardia che s'adattava.
E considerando anche che il back court di Detroit sovrastava per stazza quello degli Heat. Abbiamo usato il condizionale sul ruolo del giocatore non solo per la presenza di Antoine Walker.
Gli Heat hanno ancora a disposizione un'eccezione salariale da 5.5 milioni di dollari. Ci sarebbe da considerare il ritorno di Damon Jones che, a questo punto, è destinato alla panchina e sta puntando forte verso i Cleveland Cavs.
Miami rimane quindi fra i principali candidati alla corsa a Mike Finley, se davvero Dallas decidesse di tagliarlo. Ulteriore talento offensivo. Per una squadra che sembra aver preso una direzione precisa. Van Gundy, che ha ricevuto nuova fiducia da un general manager mai del tutto convinto della sua decisione di abbandonare la panchina, è atteso ad un lavoro di assemblaggio tecnico delicato.
Il mix è intrigante. Shaq finora è stato disposto a tutto: è dimagrito, ha rinunciato a molti tiri, s'è tagliato lo stipendio. Potrebbe fare un ulteriore passo indietro perché tutti siano contenti. Anche se rimarrebbe il centro di gravità del gruppo. Assieme a Wade.
Miami ha voglia di titolo.