Bob Weiss deve portare i Sonics ancora più in alto: non sarà facile…
Rivoluzione o continuità ? Questa è la domanda che Bob Weiss si starà ponendo in questi giorni. Il nuovo allenatore dei Seattle Supersonics, il quale ha rilevato l'incarico da Nate Mc Millan ora a Portland, deve decidere se dare continuità al progetto iniziato l'anno scorso o rifondare la squadra e plasmarla a sua immagine e somiglianza.
Io probabilmente visti i splendidi risultati di quest'anno(quarto record assoluto della lega, terzo ad Ovest,campioni della Northwest Division, fuori nei Playoff contro San Antonio) e la netta somiglianza tra i due coach, opterei decisamente per la seconda: continuità .
Weiss ha trascorso gli ultimi undici anni a fare l'assistente proprio nella “rain-city”, sotto tre allenatori differenti, e con tutti e tre è andato perfettamente d'accordo, per merito del suo carattere tranquillo e pacifico, ma che sa trasformarsi ben presto in forte e determinato, quando la gestione dei giocatori lo richiede; e questo ne fa uno dei coach più rispettati e ben visti dai giocatori, oltre che,naturalmente, per le sue capacità tecniche.
Appena Mc Millan ha lasciato e si è accordato con i T-Blazers, il primo nome venuto in mente a tutti, soprattutto ai giocatori, è stato proprio quello di Weiss, il quale ha riferito che ci ha impiegato circa tre minuti per decidere se accettare l'incarico, (mica come Brown…) e alla fine è entusiasta di averlo preso, anche perche finora questa è l'unica squadra da lui allenata , che può far strada nei Playoff, visto che le tre franchigie di cui era stato head coach in precedenza, San Antonio, Atlanta e L.A. Clippers erano tutte di valore mediocre, senza velleità alcuna.
“Io sono più eccitato per questo lavoro, che per il mio primo a San Antonio” ha detto Weiss “E' la prima volta che mi trovo ad allenare gente del calibro di Ray Allen e Rashard Lewis, e giovani come Luke Ridnour e Nick Collison”.
E' risaputo, anche che a Seattle c'è uno dei migliori climi per allenare: infatti lo spogliatoio và sempre d'accordo, non ci sono litigi, e la cosa più importante è che i giocatori, anche se sono di grande levatura antepongono la squadra a se stessi, non preoccupandosi del proprio minutaggio, ben felici di veder giocare dei compagni che in quel momento il coach ritiene essere più adatti.
Come ha detto il nuovo allenatore, questo gruppo è fanatastico, composto da uomini prima ancora che da giocatori; un gruppo totalmente devoto alla vittoria, ma allo stesso tempo unitissimo. Non è un mistero neanche il fatto che la candidatura ad head coach è stata pienamente sostenuta dall'intera squadra, e per stessa ammissione della dirigenza, questo calore ha avuto un peso fondamentale sulla decisione.
E naturalmente Weiss non può che non gradire questo affetto e questa fiducia, che per un coach è semplicemente fondamentale, e che lo metterà in condizione di lavorare con tranquillità : e i risultati si vedranno.
A Seattle, come in tutti gli altri spogliatoi, ci sono dei leaders carismatici che con il loro giudizio influenzano tutto il resto della squadra, e sono Lewis e Allen. Ora, però, Weiss ha affermato che vorrebbe cambiare il ruolo di questi veterani all'interno del “locker room”, perchè, secondo lui, la leadership assoluta della squadra la deve avere l'allenatore, sennò si rischia, che se si dovessero venire a creare dei piccoli problemi, il coach non lo venga a sapere, e rimanendo nel contesto dei giocatori, si enfatizzi troppo, seminando malumori.
A suo giudizio, la più grande differenza tra lui e il suo predecessore, è proprio la gestione dei giocatori sul piano umano, dove Bob ha più fermezza ed è quindi più intransigente.
Un altro punto positivo è rappresentato dal fatto che l'allenatore e i giocatori già si conoscono, per via del lungo tempo in cui Weiss è stato assistente, e che quindi il roster sa già cosa lui vuole da loro, potendo così evitare quel periodo che è necessario per la conoscenza reciproca e che molte volte è stato deleiterio in certi punti della stagione (vedi prima stagione di Jackson a L.A.)in cui un coach fa il suo esordio in una squadra.
Anche i giocatori si trovano d'accordo nel voler ripartire da dove si è arrivati l'anno scorso, in modo che si possa portare avanti il progetto avviato da Mc Millan.
Certo è, che comunque, qualche modifica, seppur non trascendetale Weiss la dovrà in ogni modo apportare: in conferenza stampa, ha espresso il suo desiderio di voler velocizzare il gioco dei Sonics, sfruttando le capacità atletiche di Lewis e Allen, ma allo stesso tempo non snaturare la mentalità che è basata sul tiro da tre punti.
Importante sarebbe anche confermare in blocco i giocatori che tanto bene hanno fatto l'anno scorso, anche se già ora si sa che sicuramente Jerome James e Antonio Daniels saluteranno tutti, con destinazione New York il primo e Washigton il secondo, il quale probabilmente sarà rimpiazzato da Juan Dixon.
Gli altri free-agents, invece hanno futuro più incerto, se si fa eccezione per Allen che è stato puntualmente rifirmato, e sono: Potapenko, Evans e Wilkins. Tuttavia nessuno di questi tre è un giocatore fondamentele per la squadra e se rimpizzati a dovere, le eventuali partenze non dovrebbero creare problemi a Weiss.
All'ultimo draft si è fatto quello che si è potuto, d'altronde se la tua prima scelta è una venticinquesima assoluta puoi fare poco o niente, ma tuttavia i dirigenti di Seattle, si sono portati a casa due giocatori abbastanza futuribili come Johan Petro, francese del Pau e Mickeal Gelabale, ex Real Madrid, che potrebbero tornare utili più avanti.
Ancora il nuovo allenatore non ha svelato i nomi dei suoi assistenti, ma si sa con certezza che i video coordinators, saranno il confermato Jack Silma e il nuovo Walt Rock.
Comunque sia Bob Weiss, dovrà cercare di interrompere la tradizione che vuole che gli assistenti, che hanno svolto questo lavoro per parecchi anni come lui, poi quando diventano head coach, non hanno la stessa fortuna, basti pensare a Hubie Brown e Paul Silas; ed in proposito il diretto interessato si è espresso in questo modo” E' diverso fare l'assistente dal fare l'allenatore vero e proprio: quando sei assistente puoi dare solo un piccolo contribuito alla squadra e se le cose vanno male, è difficile che ti diano la colpa, invece quando sei capo allenatore senti tutta la pressione su di te, praticamente ti svegli la mattina pensando al basket e ti riaddormenti la sera pensando ancora al basket”
Non sarà sicuramente cosa facile per i Sonics, migliorare i risultati dell'anno scorso, ma se il gruppo resta solido e la mentalità sempre umile, allora sì che possono volare alto, e magari tra pochi anni pensare al titolo NBA come un qualcosa di perfettamente raggiungibile.
D'altronde a Seattle stanno già aspettando da tempo ormai.