Cavalieri alla corte del Re

Il pezzo forte del repertorio di Donyell Marshall: il jumper.

Avere alle proprie dipendenze LeBron James è indubbiamente una delizia sotto quasi tutti i punti di vista, ma può rivelarsi anche una discreta croce da portarsi sulle spalle. La dirigenza dei Cavs se ne è resa perfettamente conto in questa offseason: al termine della stagione regolare sono iniziate a circolare voci sulla possibilità  che LeBron, deluso per le scarse potenzialità  della propria squadra, possa decidere di non rinnovare il contratto con i Cavs e rendersi disponibile al miglior offerente nella free agency del 2007.

Uno scenario alquanto angosciante per i tifosi dell'Ohio, ma che ha ovviamente scatenato la fantasia di tifosi e mass media in tutta la nazione, scatenando la solita ridda di pettegolezzi, aneddoti più o meno fantasiosi, testimonianze provenienti dalle varie "gole profonde": secondo una delle più gettonate nel contratto tra il Prescelto e la Nike sarebbe previsto un succulento bonus nel caso in cui andasse a giocare per i Knicks.

Non è quindi un caso che Danny Ferry, insediatosi al posto di Paxson nella stanza dei bottoni, si sia rivelato uno dei GM più attivi; all'inizio della giostra della free agency i due principali obiettivi sono sfumati, dato che Ray Allen e l'enfant du pays Michael Redd hanno preferito restare dove si trovavano.

Ferry però non si è perso d'animo, e facendosi forte dei 25 milioni abbondanti di spazio salariale a disposizione ha letteralmente infiammato le prime settimane di free agency, portandosi infine a casa Larry Hughes e Donyell Marshall, unitamente alla riconferma di Zydrunas Ilgauskas.

Molti osservatori hanno storto il naso di fronte a queste scelte, ritenendo i contratti elargiti troppo lunghi e costosi, senza alcuno scopo o piano a lungo termine se non quello di ammucchiare un po' di talento alla rinfusa attorno al Prescelto, per fargli passare i "cattivi pensieri".
Stanno davvero così le cose, o invece si possono trovare motivi di ottimismo per i tifosi dell'Ohio?

Il fatto è che i nuovi acquisti (considerando tale anche la riconferma di "Z") sono nomi magari non altisonanti, ma di sicuro rendimento.

Hughes è un giocatore che solo l'anno scorso ha raggiunto vette di eccellenza, ma già  da varie stagioni ha dimostrato affidabilità  e continuità  di rendimento. Ha atletismo e padronanza tecnica per poter far male a chiunque in uno contro uno, ma anche ottima visione di gioco ed intuito che gli permettono di dar via la palla ai compagni con letale precisione (ed infatti anche le cifre lo consacrano come una delle migliori guardie passatrici dell'intera lega).

Accanto a James forma una coppia di guardie che sulla carta non sfigura di fronte a nessun altro backcourt in circolazione: sarà  molto difficile difendere contemporaneamente a uomo su entrambi, e addirittura quasi impossibile raddoppiarli ossessivamente o mettergli pressione addosso a tutto campo: hanno tutti e due irrisoria facilità  di gestione della palla per iniziare l'azione dalla propria metà  campo, nonché istinti e talento per rendere superfluo qualunque raddoppio azzardato.

A dare manforte al dynamic duo sotto canestro ci penserà  il pennellone lituano. Da più parti si è quasi gridato allo scandalo per i 14 milioni all'anno che andrà  a percepire nelle prossime stagioni, ma evidentemente lo scarso "appeal" mediatico di cui gode ne offusca le indubbie doti. Stiamo pur sempre parlando del miglior centro dell'Est (e forse non solo dell'Est) dopo il babau in rossonero, di un gigante duro come una quercia e tecnicamente sopraffino, di uno dei pochissimi giocatori di garantire il famigerato 20+10 praticamente ad ogni uscita, nonché di un professionista impeccabile che ha ormai accumulato notevole esperienza ed affidabilità .

Già , perché il vecchio luogo comune del "gigante dai piedi d'argilla" non ha più alcun fondamento nella realtà : nelle ultime tre stagioni ha saltato un totale di cinque partite, confermandosi come uno dei giocatori più costanti ed affidabili di tutta la lega nella sua posizione.

I lunghi infortuni che lo hanno costretto ai box praticamente per due anni interi gli hanno appiccicato addosso la nomea di giocatore "injury prone", che però è ormai un ricordo, ma in compenso gli hanno allungato la carriera, visto che cestisticamente è più giovane dei suoi 29 anni anagrafici; il tutto senza contare che non ha mai contato sull'atletismo, l'esplosività  e l'agilità , ma sui centimetri e sulle mani buone: qualità  che gli anni non intaccano,e che possono permettere ad un giocatorei di essere ugualmente efficace a 35 anni come a 25.

Quante squadre nell'NBA si sentono cronicamente etichettare "donut team", e hanno un disperato bisogno di un 2.20 fisicamente massiccio, di una credibile minaccia in post basso, di un 20+10 garantito ad ogni chiamata dello speaker? Credete che se squadre cronicamente senza uno straccio di centro decente (ad esempio, tanto per fare un nome, i Knicks) avessero la possibilità  di pagare 14 miloni all'anno per un giocatore all'anno si rifiuterebbero? Ovviamente no. Certi giocatori sono merce rarissima, non si trovano sul mercato, e quindi nessuna squadra può permettersi di perderli: il prezzo è giusto, anche - inevitabilmente – salato.

Inoltre, e questo è un discorso generale, spesso e volentieri il concetto di giocatore "overpaid", strapagato, viene valutato insenso assoluto, integralista, che rischia di portare a conclusioni sbagliatissime: non esiste una rigida dicotomia "prezzo giusto = va pagato <=> prezzo eccessivo = non va pagato". E' tutta una questione di sfumature, di graduazioni, di contesti differenti.

Qual è il "prezzo giusto" per un giocatore come Ilgauskas o Hughes? Diciamo che è di un paio di milioni inferiore a quello che hanno effettivamente strappato" questo significa forse che era meglio farne a meno e non spendere quei soldi su di loro? Ovviamente no. Se col "prezzo giusto" si può ottenere qualcosa di meglio, bene. Altrimenti è meglio pagare un po' troppo generosamente un giocatore, piuttosto che trovarsi con un pugno di mosche in mano: spendendo di meno, si trovano normalmente sul mercato un esterno più completo di Hughes o un 2.20 tecnicamente migliore di Ilgauskas? Se la risposta è no, non solo non c'è niente di male nel dargli qualche milione in più, ma è assolutamente necessario.

Con un backcourt grondante di talento ed un efficace gigante buono in post basso, cosa manca per costruire un attacco al di sopra di ogni sospetto? Un grande tiratore da fuori. Beh, a prezzo più che onesto Ferry è riuscito a portarsi a casa, anche in questo settore, un giocatore ben poco pubblicizzato ma di efficacia disarmante.

Donyell Marshall è un veteranissimo NBA, il classico "journeyman" che in carriera ha sbaraccato tanti armadietti e ne ha viste di tutti i colori. E' un tiratore dalla distanza assolutamente letale (nella stagione passata undicesimo assoluto nella percentuale da tre punti, meglio di Allen e Redd!), del tutto inarrestabile quando entra in ritmo, in grado di seppellire qualunque squadra sotto vere e proprie valanghe di punti (come ben sanno proprio i Cavs, massacrati da una sua prestazione mostruosa nell'ultima partita dell'era-Silas, nonostante 56 meraviglie di LeBron). Negli altri aspetti del gioco peraltro non sarà  un fenomeno, ma comunque si difende con l'esperienza e sa il fatto suo: a rimbalzo è efficacissimo, sa passare la palla con maestria ed è un difensore non trascendentale ma sicuramente migliore di Gooden.

Insomma, questi Cavs possono seriamente considerarsi una delle più valide e complete squadre dell'Est dal punto di vista offensivo, se non la migliore in assoluto: James e Hughes con la palla in mano sanno fare di tutto e non sfigurano davanti a nessuno, Ilgauskas in post basso va onorato, e raddoppiare su questi tre diventa quasi una scelta suicida, dal momento che sono passatori sopraffini e hanno un Donyell Marshall sul perimetro, che dalla lunga distanza è una vera e propria sentenza.

I problemi semmai potrebbero arrivare nella propria metà  campo: James non è ancora un difensore all'altezza del suo talento, ma col suo fisico e la sua comprensione del gioco lo diventerà  senza problemi, come lo sono diventati Kobe e Tmac al terzo e quarto anno; Hughes talvolta è pigro e non ama il lavoro sporco, ma nei momenti che contano ha istinto ed atletismo per dare fastidio a chiunque. I problemi nascono con il lituano e Marshall, che sono difensori tecnicamente discreti, ma mancano di atletismo, esplosività  e cattiveria.

Sarà  dunque necessario rivolgersi ancora al mercato per sopperire a queste carenze, ma ce ne sono tutte le possibilità : i Cavs hanno infatti ancora qualche milioncino da offrire, oltre che svariati "asset" appetibili, a cominciare da Varejao, Gooden e Pavlovic. Servono un play ed un'ala grande che siano fisici, efficaci in difesa e cattivi al punto giusto: l'obiettivo dichiarato è Marko Jaric, che completerebbe un quintetto ottimamente assortito: si parla con insistenza di uno scambio Gooden/.

Nel complesso stiamo comunque parlando di una squadra che l'anno scorso non è arrivata ai playoffs solo per un soffio, rinforzatasi con due acquisti azzeccatissimi, e che ha buoni gregari, un'età  media promettente ed un coach tutto da scoprire, ma che difficilmente potrà  far peggio di Silas, le cui squadre tradizionalmente mettono in mostra un deserto tattico deprimente.

Nella Eastern Conference nessuna realtà  a parte i Pistons e gli Heat (che pure saranno un anno più vecchie e hanno i loro problemi da affrontare) può legittimamente definirsi uno squadrone, e tutte le altre hanno, nella migliore delle ipotesi, tante speranze ma più dubbi che certezze: in questo contesto è così azzardato ipotizzare che questo gruppo, amalgamatosi e ben allenato, non possa dire la sua nei prossimi anni?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi