Tu vuò fà  l’americano…

Gigli lo vederemo ancora in azione nel campionato italiano…Niente NBA per lui

Angelo Gigli la sera del 29 giugno 2005, al Madison Square Garden di New York, non portava i "cauzune cu nù stemma areta" ma un costoso vestito fatto su misura da uno dei migliori sarti della Grande Mela(certo che quella cintura pitonata poteva risparmiarsela"), comprato appositamente per quella sera che avrebbe dovuto fargli realizzare il suo sogno da quando ha preso in mano un pallone a spicchi:giocare in NBA, non importa per chi.

Ci teneva a fare bella figura l'ala della Bipop Reggio Emilia quando il Commissioner David Stern lo avrebbe chiamato sul palco:"And with pick number X the Y select the 6-10 Forward Angelo Gigli from Italy" era la frase che aveva sognato migliaia di volte di sentire e al posto di X un numero qualsiasi e al posto della Y una qualsiasi franchigia.
E Stern chissà  come avrebbe pronunciato quel nome che sembra tanto uno scioglilingua: si diceva addirittura che il Commissioner avesse ripassato per una buona oretta le pronunce dei giocatori papabili ad essere scelti al primo giro, e che in particolare si fosse soffermato proprio sul cognome del nostro Angelo.

Ma nonostante i buoni presagi Gigli non si è messo "la cuppulella ca' visiera aizata" con il logo di una franchigia NBA: lui aveva sperato fino all'ultimo di ricevere questo prezioso cappellino, magari con il simbolo dei Sonics o quello con il logo degli Speroni, ma quando con il pick numero Detroit ha deciso di chiamare Alex Acker da Pepperdine la sua notte da sogno si trasformata in una notte da incubo.

La mente in quel preciso istante è andata ai 14 sfiancanti workout in 16 giorni, roba da superman, che lo hanno trasportato da un capo all'altro dell'America per farsi vedere.

E dire che alcuni di questi sono andati decisamente bene, come ad esempio a Seattle, a Detroit e a Utah, addirittura si vociferava per lui una chiamata a fine primo giro da parte dei San Antonio Spurs che probabilmente avrebbero rappresentato per lui l'approdo ideale:avrebbe trovato Ginobili, Nesterovic e Udrih che parlano bene l'italiano e lo avrebbero aiutato nell'inserimento, sarebbe approdato in una squadra che in genere ci sa fare con gli europei e avrebbe potuto maturare con calma un altro paio di anni in Europa visto che i neocampioni del mondo non avevano necessità  di portarlo subito oltreoceano avendo le spalle già  coperte dall'arrivo di Luis Scola.

A Phoenix addirittura narra la leggenda che Nash, l'MVP di questa stagione, mica un Leandrinho Barbosa qualunque, gli abbia detto dopo un workout particolarmente positivo:"Allora l'anno prossimo giochiamo insieme?"

Nella migliore della ipotesi sarebbe arrivata la chiamata a verso la 20 del primo giro, quella più realistica lo vedeva scelto a fine primo round-inizio seconda e nel peggior scenario possibile sarebbe stato nel secondo giro:come vedete quasi nessuno contemplava l'ipotesi poi rivelatasi vera, cioè quella di essere Undrafted.

Ma come mai il gioliellino di casa nostra è tornato con le pive nel sacco e carico di delusione da questa trasferta della grande illusione negli States?

1.GLI AMERICANI SI SONO FATTI FURBI

Fosse stato eleggibile due o tre anni fa, nell'epoca del boom degli stranieri, per intenderci ai tempi in cui Gherardini è riuscito a rifilare il clamoroso pacco di Tskitishvili, probabilmente non solo sarebbe stato scelto ma probabilmente sarebbe stato selezionato con un pick da metà  primo giro.

Invece dopo il boom degli europei visionati solo in highlights creati ad arte per mettere in risalto i pregi salvo poi scoprirne i difetti una volta che la frittata era già  stata fatta ora gli americani sono fatti più furbi e diffidenti:solo 4 i non europei scelti al primo giro:il pupillo di Sergio Scariolo al Malaga Fran Vasquez alla 11 da Orlando, l'oggetto misterioso del CSKA Yaroslav Korolev(12) ai Clippers e i francesi Petro (25 Sonics) e Mahinmi(27 Spurs).
Se prima c'era la corsa all'europeo dopo le ultime delusioni ora gli americani ci pensano tanto prima di prenderne uno, e il caso di Andriuskevicius che minaccia di essere il terrore dei telecronisti per quel suo cognome impronunciabile:dato fino a qualche mese fa in lottery, è scivolato fino alla 44.

2.3 O 4?

Questo si sono chiesti gli scout NBA quando sono venuti a visionare il nostro Angelone.
Il ragazzo romano infatti in Italia può giocare da 4, ma in America appare troppo gracilino per poter reggere alle lotte senza esclusione di colpi nelle aree NBA, ma al contempo Gigli non ha sviluppato un tiro da fuori decente, quindi non può essere riciclato da 3.

Questo essere né carne né pesce non lo ha certo favorito in sede di draft, infatti i Sonics hanno preferito prendere Petro che essendo un robusto 7 piedi un ruolo ben definito ce l'ha, così come gli Spurs hanno preferito prendersi il carneade Mahinmi che ha giocato poco tra i pro ma ha fatto molto bene nei mondiali di categoria e che ha già  una struttura ben definita.

A differenza poi dei due francesini poi Gigli è un giocatore già  bello e formato, e ha quindi poco upside, parola tanto amata dagli scout americani per definire i margini di miglioramento.
Gigli difficilmente potrà  migliorare di tanto il suo (buono, per carità ) gioco e in sede di draft questo conta e parecchio.

3. L'UMILTÀ, QUESTA SCONOSCIUTA"

Una volta appresa l'esclusione dal primo giro Gigli e il suo agente hanno pensato bene di dire:"O il primo giro e il contratto garantito o si torna a casa".
Più di qualche franchigia gli aveva prospettato la possibilità  di sceglierlo al secondo giro, ma di fronte a una presa di posizione del genere c'è stato poco da fare.
Angelo sarebbe rimasto in ogni caso un altro paio di stagioni in Europa a maturare giocando l'Eurolega(con la Fortitudo?)e poi avrebbe tentato la grande avventura in America.

Certo, con un contratto non garantito e probabilmente più basso che in Europa ma se voleva tentare la grande occasione bisognava rinunciare a qualcosa e prendersi qualche rischio.
Ginobili è stato scelto solo alla 57, quindi non è detto che scivolare al secondo giro chiuda necessariamente le porte dell'NBA che conta.

Quindi non senso fare un discorso:"Ma perché quel giocatore X che ha meno talento di Gigli sì e lui no?" se Gigli e il suo agente si lasciano andare a questi atteggiamenti da superstar e poco disponibili a mettersi in gioco.

4.NON SIAMO BRAVI A PROMUOVERE IL MADE IN ITALY

C'è poco da fare:noi italiani siamo pessimi comunicatori, non sappiamo farci la giusta pubblicità , altrimenti non si spiega come una nazionale argento olimpico non abbia neppure un giocatore nella lega più importante del pianeta.

Ricordate tutto il battage che ci fu per promuovere un 18 enne di belle speranze ma che ancora non aveva dimostrato niente chiamato Darko Milicic?O delle voci messe in giro per far scegliere Skita in alto?Ecco, se Gigli si fosse chiamato Gigliovic probabilmente delle abili pubbliche relazioni lo avrebbero fatto scegliere anche al primo giro"

Non solo Gigli è rimasto scottato la sera del draft, ma anche Mancinelli aveva più di qualche ragionevole speranza di passare l'Oceano. Si era parlato dei Lakers per lui, ma alla fine non si è concretizzato nulla.

Lui a differenza di Gigli era conscio del fatto che non sarebbe stato mai scelto al primo giro, ma anche con una chiamata al secondo round avrebbe toccato il cielo con un dito, che sembrava avere buone possibilità  di arrivare.

E perché neppure Mancinelli è stato ritenuto pronto per l'America, nonostante negli ultimi mock draft era sempre presente a metà -fine secondo round?

1.MALEDETTA FINALE SCUDETTO!

Quest'anno Mancinelli ha vinto il suo primo scudetto alla Effe, e se a livello personale è stata ovviamente una grandissima soddisfazione paradossalmente in vista del draft questa Finale potrebbe essergli costata la scelta.

Infatti per via della finale scudetto non ha potuto effettuare alcun workout come invece ha fatto Gigli e quindi gli osservatori non hanno potuto visionarlo da vicino. Magari se avesse effettuato qualche provino positivo le sue quotazioni sarebbero potute salire, anzi sono precipitate dato che per la prima volta le Finali del campionato italiano sono state trasmesse da NBA TV.
Mancinelli non ha sfruttato a proprio vantaggio questa vetrina, anzi forse ha perso qualche posizione in queste partite non giocate all'altezza di quanto ci si aspettava.

2.FISICO E ATLETISMO DA PAURA"E POI?

Mancio ha un atletismo eccezionale, salta come un grillo, vola in contropiede"e poi? Poi poco altro.
Buon difensore ma non eccezionale da poter essere considerato un 3 specialista della difesa, tiro da fuori e tiro in sospensione rivedibili e non adatti per giocare 3 offensivo, ball-handling scarso per giocare da 4 tattico.
Trovargli una collocazione come si vede non sarebbe stato per niente facile:troppo basso per giocare 4, troppo poco tiro per giocare da 3.

Aggiungete poi che Mancinelli ha già  23 anni, quindi come Gigli ha poco upside per poterlo considerare un prospetto come il diciassettenne turco Cenk Akyol, selezionato al 59, o come tanti altri giovanissimi scelti al secondo round dove si può rischiare un pick per un giocatore non performante da subito ma che potrebbe tramutarsi in un discreto prospetto.

Che sia il prossimo il draft buono per poter vedere un italiano finalmente essere scelto per giocare oltreoceano?
I mock Draft 2006 danno tra i papabili italiani il Mago Bargnani e Belinelli, il primo addirittura in predicato di una scelta da lottery, sperare è lecito"

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