Manu Ginobili festeggia la vittoria del titolo NBA 2005
Di solito quando scrivo cerco di esprimere le mie opinioni e al contempo di mantenere un certo distacco da ciò di cui scrivo, dato che non voglio imporre le mie idee, le mie opinoni, ma voglio, cerco, di dare a chi legge gli strumenti per farsi una propria idea del tema trattato, magari indirizzandolo in una certa maniera senza però chiudere tutte le altre strade.
Stavolta però vorrei farvi vedere ciò che ho visto durante le ultime finali NBA.
Alla prima partita delle finali, ancor prima della prima palla a due, il dinamico duo [cit] Tranquillo e Buffa hanno iniziato a dire quanto sarebbe stato determinante per le sorti della serie l'impatto dell'argentino, di Manu Ginobili.
Ed io, memore delle Finals dell'anno passato, già mi pregustavo la pessima figura che il buon Manu avrebbe fatto di lì a poco contro lo pterodattilo di Detroit: Tysaun Prince, capace lo scorso anno di zittire nei momenti chiave della serie Kobe Bryant.
Avrete capito che non sono un grande tifoso di Manu Ginobili, non per delle sue colpe specifiche, quanto piuttosto il clima di esaltazione con cui è stata raccontata l'ascesa di Manu nell'NBA, di come sia diventato un All Star, un protagonista, nella NBA in maniera così rapida e per certi versi sorprendente, almeno per quello che mi riguarda.
Poi si inizia a giocare e nelle prime due partite i Pistons non esistono, o gli Spurs sono troppo forti, il risultato è che la serie sale subito sul 2 a 0 e MAnu viaggi a 27 punti di media nella serie…
I numeri non dicono tutto, ma certo che 27 punti sono proprio tanti, Prince, il super difensore NBA, riesce solo a prendere la “targa” del giocatore argentino, tiro da furoi, penetrazioni che spaccano in 2 la difesa dei campioni NBA in carica, e quando dalle sue iniziative non arrivano punti, arrivano assist o vengono generate rotazioni della difesa che lasciano tiri comodi a tutti gli altri Spurs.
Qualche dubbio inizia a formarsi nella mia testa, magari Ginobili è davvero forte, magari mi sono sempre sbagliato,forse merita davvero tutta la popolarità che sta ottenedo, il contratto miliardario e tutto il resto.
La cosa che più sorprende di Ginobili è la sua capacità di fare sempre accadre qualcosa quando ha la palla in mano, Prince è battuto con il tiro da 3, con le penetrazioni che arrivano al ferro con una facilità apparentemente irrisoria, sopratutto considerando il regime di “No Fly Zone che solitamente gli Wallace stabiliscono nell'area di Detroit.
Quando è mandato in lunetta l'argentino non tradisce, non è necessario lo psicanalista che aiuta Duncan quando è lui in lunetta.
Proprio non riesco a diventare un tifoso di Manu, eppure midiventa sempre più evidente la sua importanza all'interno dei San Antonio Spurs, nessuno riesce ad attaccare con la continuità e l'efficacia che ha l'argentino; questo diviene oltremodo evidente nella terza partita, quando Manu si fa male dopo pochi secondi e non entra mai in partita;d'imporvviso il campo che devono difendere i Pistons diviene molto più piccolo, molto più stretto, le situazioni d'attacco che gli Spurs riescono a proporre ai Pistons sono molto inferiori per numero e sono molto meno credibili ed efficaci eseguite da altri, rispetto all'interpretazione che Ginobili riesce a dare dell'attacco degli speroni texani.
Nelle parite perse dagli Spurs Ginobili è l'ultimo ad abbandonare la ricerca della vittoria, gioca la sua partita fino in fondo, fino a che Popovich lo lascia in campo, l'energia che questo argentino riesce a gettare in campo sembra inesauribile.
No, proprio il poster di Manu in camera non riesco ad appenderlo, però è evidente come sia lui l'uomo in grado di cambiare il ritmo dell'attacco degli Spurs, in grado di essere sempre pericoloso, marcato da Billups, da Hamilton o da Prince non fa differenza, lui va sempre dentro, se ha un tiro da prendere lo prende, e molto spesso lo segna, scegliendo con cura i momenti drammaturgici della gara.
Duncan è un giocatore straordinario, per tecnica, per continuità , per impatto ai 2 lati del campo, la sua scelta come MVP delle finali NBA 2005 non è discutibile in linea di principio dato che si tratta probabilmete del gioctore più forte al momento presente sul globo terracqueo, però Manu…
Duncan credo sia l'ancora degli Spurs, quando le cose non vanno come dovrebbero, in attacco si fatica, ecco che la palla va al caraibico, tiro appoggiato al tabellone e 2 punti a referto quasi in automatico, oppure ecco che arrivano 4/5 minuti difensivi in cui gli avversari faticano non solo a segnare ma anche a tirare, con Duncan a cancellare qualsiasi cosa arrivi all'interno dell'area pitturata e a sopperire agli eventuali errori commessi dai suoi esterni che così facendo possono auentare la pressione sui portatori di palla avversari e rendere proibitiva qualsiasi azione offensiva delle altre squadre NBA. Tutto ciò è possibile grazie alla presenza in campo di Duncan, grazie ala sua completezza tecnica riesce a dominare attacco e difesa senza pretendere di essere il fulcro offensivo degli Spurs, è in grado di giocare sempre allo stesso livello di intensità senza pretendere di avere la palla in mano ogni possesso offensivo dei suoi.
Detto ciò non credo che gli Spurs avrebbo vinto il titolo senza le improvvisazioni di Ginobili, l'unico degli Spurs in grado di garantire continuità e capacità di improvvisazione, all'interno dell'organizzazione di gioco creata da coach Popovich, mentre Parker è in grado di accendere come pochi altri giocatori la partita, non riesce ad essere continuo garantendo alla squadra una costante dote di punti e di gioco.
Contro i Pistons Ginobili è riuscito ad incidere in attacco in tutte le partite della serie a dispetto della difesa individuale e di squadra messa in campo da Detroit, ed al contempo è riuscito a reggere in difesa contro Hamilto, contro Billups e Prince, riuscendo ad attacare il ferro in ogni possesso, specie in quelli decisivi, senza calare di intensità difensivamente, rivelando una dose di energia assolutamente incredibile, una capacità di giocare al massimo dei “giri” sempreche ha fatto penare Prince per tutte le partite della serie.
Ricordo distintamente 2 tiri da 3 punti a chiudere un parziale degli Spurs ricacciando indietro i Pistons nel momento del loro massimo sforzo; una serie consecutiva di 6 possessi durante la quale Manu ha continuativamente attaccato il canestro di Detroit, Wallace o non Wallace, trovando punti, canestro o canestro e fallo, assist a seconda di quello che il momento suggeriva all'improvvisatore argentino.
Credo che l'MVP delle finali avrebbe dovuto essere Manu per la sua capacità di attaccare sempre e comunque la partita trovando soluzioni offensive che agli altri Spurs non sarebbero nemmeno passate per la mente; per come ha retto difensivamente contro avversari più veloci, più alti o più grossi, per come nei momenti decisivi ha saputo “frugare nella spazzatura della partita” [cit] per trovare un'assist improbaile, ma anche una rimessa laterale, un fallo degli avversari, insomma un possesso in più degli avversari che in una serie dura ed equlilbrata come questa ha spesso significato riguadagnare o non perdere il momentum del match.
Mi ripeto, non sono un tifoso di Manu, anzi non è tra i miei favoriti, ma ad ogni partita delle finali cresceva l'ammirazione per questo argentino tosto, fnatasioso, concreto capace di trovare sempre la cosa giusta da fare, fosse questa un tiro, una schiacciata, un improbabile gancio sinistro in corsa da centro area, si a fatto anche questo, sia buttarsi tra il pubblico per prendere un pallone, subire uno sfondamento, rubare una palla, qualsiasi cosa insomma che potesse servire ai suoi compagni per vincere.
Credo che la sua grinta e la sua capacità tecnica, di guidare la squadra come playmaker piuttosto che di essere il terminale offensivo principale avrebbero dovuto consentire a Manu di portare a casa il trofeo individuale, pur con tutta la stima ed l'ammirazione per quel grande fuoriclasse che è Tim Duncan al suo terzo trofeo di MVP delle finali.