In gara 7 Detroit ha bisogno di Chauncey Billups
L'eccitazione, a Detroit, è veramente incredibile, in quarantotto ore si sono ribaltate tutte le emozioni e le sensazioni. Ora, secondo i giornali della città del Michigan, i ragazzi di coach Brown hanno una sola possibilità contemplata: espugnare per la seconda volta consecutiva l'SBC Center (mai successo nei playoffs) e conquistare per il secondo anno consecutivo il titolo di campioni del mondo.
Beati gli americani che la scaramanzia non sanno neanche cosa sia, visto che, dopo le magliette celebrative e i Larry O'Brien Trophy di plastica che giravano per San Antonio ancora prima di gara 6, ora anche a Detroit si stanno preparando, visto che, per esempio, il Detroit Free Press ha indetto un concorso tra i lettori per trovare il miglior titolo di apertura del giornale in caso di vittoria dei Pistons ("in caso" è una mia libera aggiunta, loro sono semplicemente sicuri che ciò si verificherà ). Posso solo immaginare se una simile operazione fosse messa in piedi da un quotidiano italiano, penso che verrebbe sepolto da e-mail, fax e quant'altro di alquanto minaccioso, ma tant'è, gli americani sono così e ce li teniamo.
Non si può, in questa sede, non parlare un po' della fantastica gara 6 dei Pistons che, sin dal primo minuto, hanno fatto capire di non essere andati a San Antonio per fare tappezzeria ai festeggiamenti, caricati ulteriormente dalla frase di Larry Brown che ricordava loro che la parata di San Antonio era già stata organizzata per giovedì. E invece niente di fatto, giovedì ci sarà gara 7, l'ultima, senza appello, per entrambe le squadre.
Penso che sia praticamente impossibile buttare lo sguardo avanti e cercare di fare della previsioni sull'ultima partita, dove può letteralmente succedere tutto e il contrario di tutto. Inoltre, dopo sei partite in due settimane circa, anche i temi tecnico-tattici sono abbastanza chiari ed è impossibile non pensare che si ripeteranno anche stanotte.
Per quanto riguarda i Pistons l'imperativo è quello di tenere relativamente sotto controllo i "Big Three" di San Antonio, senza permettere a Parker e Ginobili di entrare in area, lavoro svolto perfettamente nel primo quarto di gara 6. Limitando le penetrazioni dei due sopra citati la difesa di Detroit non ha bisogno di troppi aiuti a centro area e può anche riuscire a controllare meglio gli uomini sul perimetro. Se la difesa di Detroit è la stessa del primo quarto della gara precedente, allora i Pistons hanno realmente una possibilità , tanto più se consideriamo che ora tutta la pressione è sulle spalle degli Spurs, che si sono lasciati sfuggire l'occasione di chiudere il conto in sei match ed ora si ritrovano obbligati a vincere per non entrare nella storia dalla parte sbagliata.
Certo è che chi credeva che i Pistons avrebbero inconsciamente abbassato la guardia è stato smentito, i ragazzi di coach Brown sono entrati in campo con una carica ed una determinazione incredibili, a dimostrazione del fatto che sono una squadra vera e che nei momenti di difficoltà non si disuniscono ma piuttosto si compattano ancora di più.
Di momenti difficili per la squadra ospite ce ne sono stati vari in gara 6, problemi, per esempio, legati ai falli, sia di Lindsay Hunter (nei primi minuti del secondo quarto ne aveva già tre) ma soprattutto Rasheed Wallace che si è visto la seconda metà del terzo periodo in panca dopo aver commesso il quarto fallo e negli ultimi dodici minuti, appena rientrato, ha commesso anche il quinto, obbligando Brown a richiamarlo.
A quel punto i Pistons erano in seria difficoltà , senza Sheed e senza Prince che è rimasto fuori per qualche minuto per un problemino alla caviglia e gli Spurs, con una gioco da tre punti di Barry quantomeno fortunoso, erano rimasti aggrappati alla partita. Detroit ha reagito con il suo uomo immagine, Ben Wallace, che ha segnato due punti in attacco e messo la sua proverbiale ed inesauribile energia al servizio della squadra.
Molti compagni hanno sottolineato come Sheed sia riuscito a dare un contributo emotivo pur essendo in panchina, comportandosi come una sorta di coach aggiunto che chiamava i blocchi e urlava continuamente istruzioni, consigli e incitamenti ai compagni"
nella sessione con i media si è anche, stranamente viste le sue ripetute critiche sulle direzioni delle gare nei playoffs, rifiutato di commentare gli arbitri della sfida, che saranno Dan Crawford, Bernie Fryer e Bennett Salvatore, nonostante, nella serie, sia stato il giocatore al quale sono stati fischiati più falli (25).
Una delle chiavi di svolta di gara 7 sarà sicuramente rappresentata dalla battaglia sportiva tra Bruce Bowen e Rip Hamilton, che in questa serie s è iscritto al club (composto anche da Ray Allen, Carmelo Anthony e Shawn Marion solo per citarne alcuni) di coloro che considerano il numero dodici degli Spurs una giocatore sporco. Hamilton, che tra l'altro in gara 6 si è anche visto levare (e rompere) la maschera protettiva a causa di una manata proprio sulla faccia di Bowen, ha riassunto così la vicenda: "Ho continuato a dire loro (gli arbitri) che se iniziano a fischiare tutto smetterà . Non ho intenzione di prendere passivamente dei pugni, se lui mi colpisce, anch'io lo colpisco".
I Pistons arrivano a gara 7 in condizioni psicologiche migliori rispetto agli avversari perché, come dice anche Chaucey Billups: "Noi siamo i campioni in carica e dunque abbiamo questo tipo di prossime, ma loro giocano in casa e penso che abbiano molta pressione per vincere gara 7 e il titolo". Sheed la pensa nello stesso modo: "Non ho mai sentito nessun tipo di pressione. Ci dovrebbe essere pressione su di loro, sono a casa ed hanno i loro fans e quindi ci si aspetta che vincano".
In gara 6 i Pistons hanno messo ancora una volta in mostra la loro difesa fantastica, contro la quale si sono schiantati gli avversari che, negli ultimi due minuti e ventidue secondi di gara non hanno segnato un solo punto, ma hanno soprattutto mostrato di avere una classe e un'abilità offensiva che non sempre viene loro riconosciuta. Un quintetto composto da Hamilton, finalmente più efficace anche se continua a sbagliare più del solito, Billups, leader della squadra che l'ha tenuta in piedi con le sue triple e le sue penetrazioni, Prince, tuttofare che ha inchiodato anche due schiacciate fenomenali e Sheed Wallace, il talento fatto persona, non può essere considerato offensivamente inferiore a nessun'altra squadra.
Chiudiamo con qualche parola su Larry Brown che, domani, potrebbe allenare le sua ultima partita della carriera se davvero come sembra accetterà il posto di gm a Cleveland. Il coach è stato elogiato da Chauncey Billups, uno dei giocatori che sicuramente ha tratto più giovamento dalla sua cura: "Il modo migliore per descrivere coach Brown è dire che lui è la persona più appassionata di basket che abbia mai avuto introno, giocatori, allenatori, tifosi di chiunque altro. Non conosco nessuno che ami questo gioco più di lui e si preoccupi di più dell'integrità del gioco. Personalmente ho imparato moltissimo da lui, è veramente senza prezzo, se davvero domani sarà la sua ultima partita nella NBA, allora sarà un brutta giornata per la Lega".
E piuttosto che citare delle dichiarazioni del coach, è interessante, per inquadrare il personaggio, parlare del suo ultimo timeout in gara 6, prima che i giocatori andassero in campo per i secondi decisivi li ha richiamati un attimo ed ha detto [i"Ragazzi, mi sono scordato di dirvi che vi voglio bene". Questa frase ha a dir poco stupito i giocatori, non solo per il suo contenuto ma anche e soprattutto per il momento in cui è stata pronunciata, ma riassume bene quella che è l'essenza del personaggi Larry Brown.
E' sicuro che lui, ai suoi ragazzi, vuole ben comunque, nonostante tutti i rimproveri e le sgridate, e sarebbe il massimo se i suoi giocatori gli permettessero di salutare la panchina nel miglior modo possibile, con la conquista del titolo di campione NBA.