Batosta Spurs

Tutta la delusione di Duncan e Parker….

È ufficiale: l'aria di Motown ha fatto bene ai Pistons e ora abbiamo di nuovo una serie.

Si è consumato un autentico massacro al Palace of Auburn Hills, e il punteggio di 102-71 lo testimonia; un KO che non può essere spiegato solo dalle imperfette condizioni fisiche di Ginobili e Duncan, ma ha radici ben più profonde.

È stata la vittoria del sacrificio, del gioco di squadra, dell'ardore fisico e
dell'aggressività  dei Pistons operai, tutte qualità  che sono venute meno agli Spurs. Larry Brown anche stavolta è riuscito a trovare i corretti aggiustamenti e a rimettere in piedi una serie che dopo le gare Texane sembrava segnata.

Brown è riuscito a limitare gli alto-basso di Horry-Duncan, combinazione mortale nelle prime due partite, e conseguentemente le penetrazioni di Ginobili e Parker che ora sono rese più difficili da un'area intasata.

In sede di preview e dopo le prime due partite si era detto che uno dei punti di debolezza di Detroit fosse la panchina:in queste ultime due gare dal pino dell'ex coach Tar-Heel sono usciti Hunter e McDyess che hanno dato fiato, punti e difesa.
In particolare il primo si è guadagnato ormai il ruolo di Play o Guardia di riserva soppiantando nella rotazione Arroyo. Il suo bottino di ieri recita 17 punti e 5 assist oltre a 8 punti di fila importanti nel terzo quarto, semplicemente devastante. In difesa non è stato da meno visto che riesce a tenere Parker.

Tonino McDyess invece si sta confermando sesto uomo di sostanza e produttore di punti e rimbalzi rapidi col suo rapido giro e tiro in sospensione.

Stasera sono stati loro i protagonisti inattesi della vittoria Pistons, ma un applauso va in generale a tutta la squadra che ha semplicemente annientato gli Speroni e che ha trovato in Billups e Ben Wallace i leader carismatici.

Big Ben, da quando è iniziato il trattamento a rendimento dell'ineffabile signora Chanda, è tornato il cagnaccio tutto testosterone e è riuscito nell'impresa di limitare anche stasera Duncan a uno scialbo 5-17 al tiro.
Inoltre ha anche scoperto di avere un tirino in sospensione che finora ha tenuto ben serbato per le occasioni importanti.11 punti e 13 rimblazi alla fine per lui.

Molto bene anche Prince(13 e 2 rubate) che sembra aver preso le misure a Ginobili oltre a essere entrato definitavente nella serie offensivamente dopo il timido risveglio in gara 3, Sheed che ha ritrovato il tiro da tre perduto ed è sembrato molto più coinvolto del solito offensivamente e il solito Billups che scappa da tutte le parti e che quando decide di mettere l'overdrive non ce n'è per nessuno:17 punti, 5 rimbalzi e 7 assist recita il tassametro oggi.

L'unico che è sembrato un po' in ombra stanotte è stao Rip Hamilton che dopo gli sfracelli di 2 sere fa stanotte si è limitato a 12 punti e 9 rimbalzi ma con brutte percentuali (54-16).

Nel team texano ci si sta chiedendo invece cosa sia successo dopo che tutto era filato alla perfezione nelle prime due partite e cosa si sia rotto nella macchina perfetta di coach Popovich:ciò su cui dovrà  lavorare l'ex agente CIA in questi giorni saranno le palle perse (17-3) che generano contropiedi e la difesa sulle penetrazioni di Billups.
Ma soprattutto dovrà  lavorare sulla testa dei giocatori per evitare il ripetersi dell'effetto Staples dell'anno scorso.

Horry, tanto decisivo in Texas, nelle ultime due gare è stato semplicemente irriconoscibie tanto in difesa quanto in attacco e la sua mancanza si è sentita da matti.
Se Rob stanotte è stato un fantasma, Ginobili sembra essersi spento, anche se ha come parziale alibi una coscia malmessa che ne limita la mobilità  laterale (anche se Popovich su precisa domanda sulle condizioni fisiche di Manu ha rispost:”He's fine…”).Nel primo tempo ha provato solo conclusioni da fuori e le sue entrate e la sua fantasia sono mancate come il pane a questi Spurs in una serata di carestia offensiva.

Anche il caraibico di Saint-Croix ha deluso alla grande, nonostante abbia catturato 16 rimbalzi e segnato 16 punti.
Ciò che non convince è la sua percentuale di 5-17 e la sensazione che Brown abbia fiutato come bloccare il lungo più dominante del pianeta.
Parker ha svolto il suo compitino senza nè infamia nè lode in attacco (12 pt con 6-13 al tiro) ma in difesa è stato letteralmente fatto a pezzetti da Billups (anche se è riuscito a rifilargli una bella stoppata).
Alla sezione note positive c'è il redivivo Devin Brown, l'unico che ci ha messo un po' di cuore(8 punti per lui).

Non c'è stata praticamente mai partita, i Pistons sempre avanti e gli Spurs sempre impegnati in una vana rincorsa.
Dopo un buon inizio per San Antonio (4-0) Ben Wallace e Billups rimettono le cose a posto per i Pistons complici anche 5 perse degli Spurs nei primi 5 minuti.
Popovich cerca di dare la scossa prendendosi un tecnico ma ottiene l'effetto opposto al desiderato e San Antonio va ancora di più in confusione commettendo 7 TO nei primi 20 possessi.
Detroit, davanti ai suoi tifosi storici Eminem, Kid Rock e Stevie Wonder scappa subito sul 18-10 ma 5 punti di Beno Udrih limitano un po' i danni.
Il play sloveno ex-Milano guadagna la fiducua di Pop che lo lascia in campo ma combina più di qualche pasticcio e così con 8:37 sul cronometro del secondo quarto i Pistoni doppiano gli Spurs sul 34-17.

Il cuore di Devin Brown prova a reagire ma predica nel deserto, Mohammed è così dannoso che Popovich non sa più che pesci pigliare e getta nella mischia addirittura Nesterovic(con scarsi risultati c'è da dire).

Il primo tempo si conclude sul 51-36 per i Pistons e nella seconda metà  dopo una timida reazione in apertura di 3 quarto la devastante difesa Pistons spegne gli ultimi ardori texani e gli scatenati Billups e Prince guidano la fug adecisiva per la vittoria:così la partita si conclude con un umiliante 102-71 Pistons, con l'onta di aver subito un canestro da Milicic che ha fatto esplodere Auburn Hills.

Ora appuntamento per Gara 5 è domenica notte, con tutta l'inerzia dalla parte dei Pistons, in quella che si preannuncia come la vera partita chiave della serie.

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