Big Ben segna su passaggio di Hamilton, e al Palace of Auburn Hills è delirio…
Al Palace di Auburn Hills la presentazione delle squadre è stata profetica.
Infatti il filmato che scorreva sul Jumbotron dell'impianto del Michigan durante l'annuncio del lineup dei Pistons si concludeva con Ben Wallace che, armato di mazzetta da muratore, abbatteva un muro con il logo degli Spurs.
Big Ben è sembrato un indemoniato a rimbalzo come ai tempi belli e nel solo 1 quarto ha rifilato 5 stoppate. E in tempi di carestia offensiva dell'altro Wallace non sono da buttare via neppure 15 punti, segnati contro un avversario che si chiama Tim Duncan.
Finora Wallace è stato solo il lontano parente del giocatore tutto cattiveria ed energia che siamo abituati a vedere, e la conferma che se vuole può dire la sua in questa serie si è avuta ieri sera.
Le sue statistiche di ieri sera dicono 15 punti, 11 rimbalzi di cui 6 offensivi, 5 stoppate e 3 rubate, ma non contemplano tante cose come ad esempio le penetrazioni sporcate a Ginobili e Parker e la scarsa percentuale al tiro di Duncan (5-15) figlia della sua abegazione in difesa sul caraibico, cui rende circa 8 cm.
Dopo 2 partite di ferie pagate è tornato a segnare in uscita dal ricciolo anche Rip Hamilton. Tiri buoni ne ha presi anche nelle due precendenti gare, ma avevano il difetto di terminare con uno “sdeng!” sul ferro. Stasera invece ha messo a referto 24 punti con 11-23 dal campo ed esaurimento nervoso per Bowen a fine partita, che nel secondo tempo non è riuscito a tenere testa allo scatenato Rip.
Decisivo come lo scorso anno è tornato pure Billups, che ha guidato insieme a un ritrovato McDyess il parziale decisivo di 15-4 nell'ultimo quarto.
20+6+7 è il bottino finale di Chauncey, che è entrato a piacimento nell'area Spurs, non impenetrabile come ci aveva abituato finora.
Dice invece è riuscito a mettere in pratica quanto gli si chiedeva dall'inizio dell'anno:energia, punti e rimbalzi in pochi minuti.
Stasera in 19 minuti ha messo 12 punti col suo tiro in allontanamento e catturato 9 rimbalzi, oltre a dare 2 stoppate.
Menzione d'onore per Lindsey Hunter che è stato l'unico a riuscire a tenere le penetrazioni di Parker, e infatti coach Brown lo ha premiato concedendogli 21 minuti.
I Texani hanno invece pagato la serata di luna storta dei due leader Ginobili e Duncan, nonostante Parker abbia cercato di far sua la partita sfoderando un ventello col 50% al tiro e Barry abbia giocato la prima partita degna del nome che porta in questa serie.
Ciò che è mancato agli Speroni è stato anche il consueto gioco fatto di intangibles di Horry, il quale è addirittura incorso nel pino punitivo di Popovich. È stato un Rob irriconoscibile, non è andato quasi mai in aiuto e ha avuto anche una serata storta al tiro (2-7).
Dicevamo della scarsa vena di Duncan e Ginobili:il nativo di Saint-Croix si è reso protagonista di una prova incolore visti i suoi standard ed è stato contenuto da Ben Wallace in versione mastino. Solo 14+10 per lui e una pessima percentuale di 5-15 dal campo, oltre a un ritardo cronico negli aiuti e nei raddoppi. Una delle chiavi del successo Pistons è stata la differenza di punti in vernice (44-26) e la differenza nelle stoppate (10-3), e si capisce bene che la serata di scarsa vena di Timoteo in queste statistiche pro-Pistons c'entri, almeno in parte.
Gino invece dopo averci abituato troppo bene nelle 2 precedenti esibizioni ha sofferto oltremodo il clima arroventato del Palace of Auburn Hills, tentando solo 6 conclusioni mettendone 2 per la miseria di 7 punti e andando solo 2 volte in lunetta. Altra voce statistica in cui i Detroit hanno surclassato gli Spurs sono stati i punti realizzati su contropiede (22-4) e la differenza di TO (18-11), che sono in ogni caso non indipendenti l'una dall'altra e Manu ha per così dire “aiutato” questo divario perdendo ben 6 palloni.
Una buona notizia però per gli Spurs:Bowen, nonostante in difesa fosse solo un lontano parente dell'implacabile difensore in single coverage stile mani-addosso(l'occhio di Hamilton ne sa qualcosa) ha ritrovato il suo tiro con 3 metri di spazio dall'angolo dopo una vorticosa circolazione, che sembrava aver perso.13 punti per lui e 4-6 da tre.
Il buongiorno per i Pistons e per Ben Wallace si vede dal mattino e infatti dopo pochi secondi Big Ben ruba palla sulla rimessa e vola in contropiede schiacciando e subendo fallo.
Sull'azione successiva Ginobili si fa male da solo sbattendo il proprio ginocchio su quello di un avversario. Niente di grave, Manu torna in campo dopo qualche minuto e tanta paura, ma sembrano avvisaglie di quel che accadrà in seguito.
Ben Wallace gioca un primo quarto da antologia, rifilando una stoppata a Duncan da raccontare ai nipotini e battagliando sotto canestro come un leone.
Guidati dai due Wallace (Rasheed ne mette 4 di pura prepotenza dal post) i Pistons si issano sul 13-8, ma sul 17-12 per Detroit una tripla di Ginobili in faccia a Ben dà il la ad un controparziale Spurs di 15-4 firmato Parker e Barry.
Dopo un primo quarto che termina sul 27-21 Spurs (che hanno tirato col 59% nella prima frazione) sembra che la partita prenda l'andamento visto finora, ma in apertura di secondo quarto si assiste alla reazione d'orgoglio tanto caldeggiata in questi giorni dalla stampa di Detroit da parte dei Pistons che complice un tecnico di Duncan(altro segno nefasto…ne capita uno ogni 10 anni) si riporta sotto, sul 28-27.
La difesa degli Spurs sale di colpi e in attacco si cerca di andare da Duncan. Ginobili si inventa un passaggio da applausi per Mohammed ma Nazr spreca malamente il canestro del +6 e la partita è sostanzialmente in equilibrio.
San Antonio giocando con due post alti come Horry e Duncan cerca di liberare l'area alle penetrazioni di Parker, Detroit si affida a Hamilton e Billups.
Sul finire di quarto Billups cala la mannaia con un fallo di pura frustrazione su Parker e dà così il benvenuto a Motown al francesino, che tuttavia non si fa intimorire.
Così il primo tempo si conclude sul 42-41 per San Antonio, un primo tempo che ha visto protagonisti Duncan(i cui problemi inizieranno nella seconda metà ) e Parker da una parte e tutto il quintetto di Detroit dall'altra e in particolare Big Ben e Rip.
All'inizio del terzo quarto Detroit guidata ancora da Hamilton e il solito Ben Wallace prova a scappare in avanti sul 54-47 sancito da un alleyhoop che ha fatto esplodere il palazzo. Parker in attacco e Mohammed in difesa firmano il parziale di 7-0 che riporta avanti gli Spurs sul 56-54, ma Billups con una tripla riaccende gli entusiasmi del pubblico di casa.
A 1:13 dalla fine del terzo quarto a San Antonio prende un minuto di autentica follia in cui Lindsey Hunter mette un 2+1, e gli Speroni perdono tre palloni con Ginobili, Barry e Udrih che gridano vendetta. Per fortuna dei texani McDyess sbaglia il colpo dl KO e il distacco alla fine del quarto è di soli 5 punti, ma sarebbero potuti essere di più(70-65).
E nei primi minuti dell'ultimo periodo, dopo aver provato un paio di volte a piazzare il colpo alla giugulare degli Spurs senza successo Billups e McDyess riescono infine a trovare l'allungo decisivo con un parziale di 15-4 (85-69)mortifero per gli Spurs, che a 2 minuti dal termine vedono anche cadere un loro record:non avevano mai subito più di 90 punti nella loro storia alle Finals(il risultato finale sarà 96-79).
La ciliegina sulla torta sarebbe stata un canestro di Milicic (cameo di 57 secondi) ma il suo tiro si infrange sul primo ferro(scene già viste)…
Abbiamo finalmente una serie? La risposta giovedì notte…