Le tigri tornano a ruggire

Nate Robertson, uno dei protagonisti di questo inizio di stagione

Dopo anni di emarginazione dal baseball che conta e dopo aver subito l'umiliazione di una stagione con 119 sconfitte (stagione 2003 n.d.r.), sembra che, anche per i tifosi dei Tigers, sia giunto il momento di sognare un anno da protagonisti.
Anche se si è giocato solo poco più del 30% della Regular Season, da questo inizio di stagione si può comunque notare come la squadra abbia già  perfettamente assimilato la mentalità  vincente e la filosofia di gioco del nuovo manager Jim Leyland e si stia così candidando al ruolo di rivelazione dell'American League.
Recentemente l'esterno Magglio Ordonez ha dichiarato: La squadra è la stessa, ma i Tigers sono diversi e non poteva trovare parole migliori per spiegare come Leyland, manager di grande esperienza che ricordiamo anche campione del mondo con i Florida Marlins nel 1997, al suo primo anno a Detroit sia riuscito a rigenerare e motivare un gruppo di giocatori da sempre dotati di talento, ma che raramente prima d'ora si erano sentiti squadra.
L'ottimo lavoro di Leyland e del suo staff nel corso dello spring training ha infatti regalato alla squadra una maggior consapevolezza nei propri mezzi ed un approccio alla gara molto più quadrato e positivo rispetto agli anni precedenti.
La sua filosofia di gioco privilegia un baseball, in gergo chiamato small ball, basato su solidità  sul monte di lancio, costante aggressività  sulle basi e su una difesa attenta ed affidabile (batti e corri, basi rubate, bunt di sacrificio, ecc..), una concezione del gioco cioè che forse non sarà  sempre garanzia di partite spettacolari, ma di sicuro è di grande efficacia dal punto di vista dei risultati visto che l'anno scorso ha portato i White Sox alla conquista del titolo.
La squadra ha dimostrato da subito di credere nei dettami tattici del nuovo manager e le vittorie sono puntualmente arrivate con ben 35 successi nelle prime 52 partite che valgono per adesso il miglior record di tutta la MLB e chiaramente anche il primo posto nella American League Central davanti alle più quotate Chicago, Cleveland e Minnesota.
I più scaramantici hanno notato che questo è di fatto il miglior inizio di stagione dei Tigers dal lontano 1984, anno in cui poi conquistarono il loro ultimo titolo"… .
I meriti di questo buon avvio sono da dividere equamente tra l'attacco e la difesa anche se è indiscutibile che le prestazioni dei lanciatori siano andate ben oltre le aspettative più rosee di inizio stagione.
Se infatti l'esperienza di Kenny Rogers (7-3, ERA 3.76) ed il grande talento di Jeremy Bonderman (5-4, ERA 4.61) erano garanzia di solidità , nessuno poteva prevedere un rendimento così elevato da parte degli altri lanciatori partenti.
Mike Maroth, ora in lista infortunati, è stato letteralmente dominante con un record di 5-2 ed una media punti guadagnati di 3.56 mentre Nate Robertson (5-2, ERA 3.02) ha trovato finalmente una buona continuità  affidandosi sempre più al suo nasty slider ed il rookie Justin Verlander (7-3, ERA 2.55), capace di alternare una palla veloce da 100 Mph con un cambio di velocità  da 80 Mph, ha dimostrato di essere giocatore da Major League e forse anche un futuro campione.
Segnali molto positivi sono arrivati anche dal bullpen dove, dietro al closer veterano Todd Jones (16 salvezze in 17 opportunità ), il setup Fernando Rodney ed il mancino Jamie Walker sono stati praticamente perfetti concedendo solo quattro punti in trentasette inning lanciati combinati e l'esordiente Joel Zumaya ha ricambiato la fiducia dell'allenatore mostrandosi sempre all'altezza della situazione anche nelle occasioni più delicate.
Sul monte di lancio i Tigers sono attualmente la miglior squadra della intera Major League sia per media punti guadagnati dal lanciatore (media pgl o ERA) con solo 3.51 che per media battuta concessa agli avversari (opp. avg.) con .246 .
L'artefice di questo piccolo miracolo va cercato nel nuovo pitching coach Chuck Hernandez, nelle ultime due stagioni allenatore dei lanciatori a Tampa Bay e fortemente voluto da Leyland dopo che i suoi osservatori, impegnati durante l'inverno a valutare il mercato MLB, lo avevano inserito al primo posto della lista degli obbiettivi grazie alla sua ottima preparazione tecnica ed alla fama di profondo conoscitore dei battitori della American League.
Hernandez, oltre ad un lavoro assiduo e proficuo sulla meccanica di lancio svolto nel bullpen con i singoli lanciatori, cura in particolare, insieme a tutta la squadra, la preparazione della singola partita mediante una attenta analisi degli scouting report dei battitori avversari anche affidandosi al supporto di molti filmati dei giocatori in azione nel box di battuta.
La lettura approfondita di questi dati, sempre aggiornati e molto dettagliati, evidenzia statisticamente i punti deboli e le tendenze offensive di ogni componente del lineup avversario e consente allo staff tecnico di poter delineare la strategia più appropriata da adottare sul monte per ottenere la maggior efficacia nei lanci e nella difesa sul diamante.
Questi Tigers però non sono solo difesa ma possono contare anche su un lineup di tutto rispetto che non ha niente da invidiare alle migliori squadre della lega.
Il giocatore che ha stimolato maggiormente la fantasia dei tifosi è stato sicuramente il prima base Chris Shelton che, nonostante una leggera flessione nelle ultime settimane, si è comunque rivelato battitore pericoloso e produttivo riuscendo perfino ad eguagliare, con 10 Hr, il record di franchigia di fuoricampo realizzati in aprile detenuto dal mitico Big Daddy Cecil Fielder.
Ma l'aspetto più positivo di questo inizio di stagione è legato senza dubbio alle condizioni fisiche più che discrete mostrate da Magglio Ordonez e da Carlos Guillen che sembrano aver recuperato in pieno dai tanti infortuni che nel 2005 ne avevano fortemente condizionato il rendimento.
Se i due continueranno a rimanere in salute per tutto il corso della stagione, l'attacco dei Tigers potrebbe confermarsi come uno dei più produttivi di tutto il campionato MLB.
Inoltre Leyland sembra aver risolto anche l'annoso problema del lead off affidandosi al venticinquenne Curtis Granderson che, nonostante l'inesperienza dovuta alla giovane età , è riuscito a dare credibilità  ad un ruolo molto delicato e da anni alla ricerca di una precisa identità .
Tra gli altri infine il seconda base Placido Polanco ed il catcher Ivan Rodriguez hanno contribuito al buon momento della squadra con tantissime valide ed una media in battuta prossima a .300 che ha conferito al lineup quella continuità  e solidità  che da sempre sono alla base di una stagione vincente.
Ai primi giorni di giugno è ancora presto per poter dire se i Tigers saranno in grado di lottare fino alla fine per un posto nei playoff ma, per la prima volta in tanti anni, a Detroit è quanto meno legittimo avere sogni di gloria e di questi tempi poter sognare è già  un bel risultato.

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