Tre motivi di superiorità 

Robert Horry: mai stella assoluta ma uomo fondamentale per le fortune delle sue squadre

Ci sono voluti due time out di Popovich, un cambio prematuro di Ginobili ed un parziale di 17-4 perché i San Antonio Spurs entrassero compiutamente nel clima delle finali 2005. Ma se qualcuno ancora non era convinto che questa è la miglior versione di sempre della squadra texana, dopo gara1 si sarà  convinto.

Siamo all'inizio del quarto periodo ed arriva il parziale decisivo: gli Spurs giocano alternativamente il pick n roll laterale destro con Duncan e Ginobili, oppure lo stesso argentino isolato in punta per attaccare Tayshawn Prince. L'ex virtussino segna 9 punti per portare il punteggio sul 67-55 con penetrazioni che spaccano la difesa. "Il suo ruolo in squadra - ha commentato Duncan alla fine - è cambiato rispetto al 2003. Ora è un giocatore con un carisma e una fiducia diversa. E il nostro coach lo utilizza come tale." "Ha fatto la totale differenza", ha commentato "Pop". Il resto lo fa Parker con una zingarata al centro dell'area e un pick n roll su cui punisce la difesa che passa dietro al blocco.

La difesa fa il suo lavoro, soprattutto sotto canestro dove, con Rasheed Wallace in panchina, e comunque senza canestri dal campo dopo il primo quarto, il suo omonimo e Antonio Mc Dyess sono i primi a cedere. Dopo il già  citato parziale dei primi 6 minuti, la retroguardia ha canalizzato le penetrazioni verso le "trappole" dei lunghi in posizione, in grado anche di aiutare sull'uscita dai blocchi di Hamilton.

E' cominciata con Bowen e Ginobili "mangiati" rispettivamente da Hamilton e Prince e dalla loro maggiore stazza giocando in avvicinamento a canestro. L'energia dei due Wallace sotto il canestro texano fa la differenza. Popovich comincia a ruotare: entra Berry che non cambia di molto la situazione. Ed allora ecco il piano "B": Glen "Big Dog" Robinson da ala piccola. Un azzardo, certo, ma devi pur sempre avere la profondità  e l'ex Purdue come decimo. Nel frattempo Ginobili rientra e s'incolla a Hamilton.

San Antonio soffre meno anche perché dalla panchina arriva Robert Horry che, come al solito, cambia la partita: due recuperi, il primo con un raddoppio in cui l'ex Lakers è bravissimo a cogliere Lindsey Hunter a ridosso della linea di metà  campo, il secondo subendo sfondamento. Tony Parker dà  il primo strattone al ritmo, dando il segnale di come l'intensità  dei nero argento stia cambiando. San Antonio chiude il primo quarto sotto 20-17.

L'equazione su 28 metri di campo cambia radicalmente. Contro la difesa schierata San Antonio fa fatica, specie quando Rasheed Wallace marca direttamente Duncan. L'ex Portland è in grado di tenere il caraibico senza bisogno del raddoppio soprattutto quando Tim riceve palla in post basso da fermo e cerca di entrare in area.

E' il momento in cui si vede perché San Antonio vincerà  la partita: Horry dalla punta cambia i tempi del gioco "alto-basso" dei suoi e concede al compagno ricezioni in taglio all'interno dell'area sulle quali è impossibile difendere. Duncan infatti segna 6 punti (con 7 rimbalzi) nel parziale favorevole del secondo quarto. Rimane comunque una costante della gara: nel secondo quarto Rasheed commette il secondo fallo in copertura singola contro Duncan. Quest'ultimo prova ad avvicinarsi al canestro in palleggio partendo spalle a canestro a destra, Wallace contiene, gli tocca il pallone ma, alla fine, cala le braccia sull'avversario, anche per la mancanza di un aiuto a centro area.

Nel secondo tempo i punti contro Rasheed Wallace arrivano solo da azioni di alto basso già  descritte, oppure in gancio in allontanamento dal post. Semmai Duncan fa polpette di Ben Wallace e Antonio Mc Dyess, non in grado di tenerlo e tagliarlo fuori dai rimbalzi. Addirittura l'ex North Carolina si prende il lusso di stoppare l'avversario di Wake Forrest sul solito movimento verso il centro da sinistra. ] "Penso - ha detto il suo coach alla fine - che si dia un po' troppo per scontato quello che Tim fa sera dopo sera."

Eppure San Antonio trova lo stesso i suoi punti perché Ginobili, non più "maltrattato" da Popovich, si permette una ripresa da 9 su 10 al tiro e perché le mani e la personalità  di questa squadra sono diverse. Prova ne sia che, proprio nel quarto periodo, la nemesi storica di San Antonio, la squadra apre definitivamente il campo. Ricordiamoci di cosa successe l'anno scorso all'attacco nero argento, una volta che Karl Malone trovò il modo di limitare Duncan. Ricordiamoci delle indicibili sofferenze offensive di questa squadra quando, in passato, fu costretta ad affidarsi al post basso da fermo di Duncan.

Essendo la pallacanestro uno sport, e non solo una partita al subbuteo, è possibile che l'energia dei Pistons abbia avuto un ruolo in tutto questo. La marea texana è cominciata a salire dopo contestato fallo, è relativo tecnico, di Ben Wallace sull'ex Virtus Bologna. Se Detroit ha ceduto solo perché in riserva lo vedremo in gara2. Nel frattempo Popovich deve pensare a cosa fare di Billups, l'unico avversario costantemente in grado di dominare in attacco, marcato da Parker o da Udrih. Non fa differenza.

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